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18 July 2010

Le cave di marmi e graniti del Golfo Borromeo

Le cave di Baveno e Mergozzo, da sempre parte del paesaggio che fa sfondo alle isole borromee,
da qualche anno hanno assunto dimensioni preoccupanti

Una realtà storica del nostro territorio: le cave di marmi e graniti.
In esse un prodotto pregiato da esportare,
ma anche dubbi relativi all'impatto sul turismo.


... circa la duplice faccia di una attività che, se da un lato è così importante per la nostra economia locale e per il bilancio nazionale import-export, incomincia a presentare problemi per un altro importante settore, nevralgico nello stesso bilancio, quale quello costituito dal turismo, e dalle esigenze che da esso derivano in modo sempre più diretto e visibile, anche se non del tutto compreso dai più.


E' intenzione di Taccuini Internazionali avviare una disamina della realtà concernente le cave, una realtà insistente sul nostro territorio dei laghi e delle valli ossolane che merita l'interessamento anche dei cosiddetti "non addetti ai lavori", ovvero di chi ha interessi imprenditoriali nell'ambito delle attività estrattive e di commercializzazione del prodotto lapideo da esse dirivato.


Sopra e sotto: la grande cava di granito rosa di Baveno, tra i graniti, uno dei più richiesti nel mondo

Le cave hanno un importante retroterra di carattere storico e culturale, oltrechè economico, che deve essere attentamente indagato anche da chi, come noi, ragiona in termini di turismo, ovvero della componente più importante oggi dell'economia di queste provincie, di questa regione.


Le cave inoltre hanno forte impatto sull'ambiente e sul paesaggio, che tanta importanza riveste prorpio sull'industria turistica, prima ancora che sulla vita stessa degli abitanti dei laghi e delle valli attorno ai nostri laghi e alle nostre montagne.

Taccuini invita anche appassionati sull'argomento ed operatori tutti ad addentrarsi entro i problemi delle cave e ad esporli nel modo possibilmente più attento agli interessi di tutti, più che agli interessi di questo o quell'operatore, nell'univoca ottica che riguardi la sua specifica attività.



Il fenomeno delle cave da estrazione, con la loro massiccia presenza nel paesaggio, ha origine nelle epoche più remote, sin da quando l'uomo ha stanziato sul territorio dei laghi e delle valli, ovvero da quando le sue attività costruttive hanno avuto avvio. L'ardesia necessaria alla copertura dei tetti, le pietre necessarie alla costruzione dei muri di terrazzamenti e case, sono state le prime ragioni d'una attività estrattiva ponderosa.

Essa però ha assunto dimensioni assai maggiori nell'epoca dello sviluppo dei trasporti su acqua, che ha consentito l'avvio del materiale estratto non sollo nelle aree circostanti le cave stesse, ma anche, attraverso laghi, fiumi e canali, sino ai luoghi di destinazione più appetibili, quali le grandi città di pianura, per le attività edilizie normali, ma anche per l'edificazione delle grandi opere, quali l'arginatura dei fiumi e dei canali stessi, o per le più impegnative fabbriche dell'arte, come quelli delle cattedrali. Non parlamo poi dell'oggi, che dei pregiati materiali lapidei di Baveno, di Mergozzo e dell'Ossola, s'alimenta una ingenter attività d'esportazione in ogni dove, nel mondo.


Non è un caso infatti che, le cave che anche soltanto un decennio fa apparivano ai nostri occhi d'una certa dimensione costante, esse oggi sembrano esplodere in una sorta di crescita a vista d'occhio, che se può far piacere per l'alimento che dà alla nostra economia, d'altro canto alimenta anche più forti preoccupazioni per l'immediato, ed ancor più per il più lontano futuro.

Occorre, noi pensiamo, che ogni Ente pubblico, oltrechè lo stesso privato, incominci a farsi carico del problema costituito da questo crescere a dismisura delle cave, ponendovi rimedio non tanto riducendone o fermandone le più che sacrosante attività, così importanti, anzi necessarie, per la nostra economia, quanto avviandone le necessarie attività di rimodellazione, riqualificazione e ridestinazione delle parti esaurite o in via di esaurimento, con il contributo di tutti i soggetti che, nei diversi modi riguardanti i loro ambiti di competenza, ne siano implicati.

Desidereremmo con questo avviare un dibattito che fosse capace di far crescere anche una molteplicità di risposte, tali da poter essere attentamente vagliate ed avviate al necessario terreno della fattività, del fare concreto, che tanto difficile sembra essere nel nostro paese, nel quale sembrano attecchire bene solamente i discorsi del "per me e subito", piuttosto che del "per tutti anche se un poco alla volta".

Inutile dire che Taccuini Internazionali è per questi ultimi, quasi sempre e in ogni campo. E quindi anche su questo argomento del quale troppo poco si sente parlare, anche attraverso la stampa.

Enrico Mercatali
Lesa, 18 luglio 2010

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