Nell'articolo del quotidiano che ne riporta l'intervista il "Rosso è il colore archetipico, il primo che l'uomo abbia usato in pittura e poi padroneggiato in tintoria. Dal sangue di Cristo alle fiamme dell'Inferno, il rosso ha avuto sin dal Medioevo una connotazione religiosa, ma anche fortemente profana. Evoca seduzione, bellezza, trasgressione e rivolte politiche." Mentre ricorda: "È stato a lungo il simbolo del potere e della guerra", Michel Pastoureau, autore di Rosso, storia di un colore",  che analizza il tema partendo dalle prime tracce risalenti a trentaduemila anni fa, con le pitture rupestri nelle grotte paleolitiche di Chauvet, in Ardèche. "Osserviamo già una forte varietà di toni rossi, ricavati per lo più dall'ematite, uno dei minerali di ferro più diffusi in Europa " racconta Pastoureau nella casa vicino al Bois de Boulogne, divani bianchi e un tavolo ricoperto da un telo verde, il suo colore preferito: "Non saprei spiegare perché, l'ho scelto da piccolo e non ho mai più cambiato".




Riprende l'articolo: "Lo storico francese continua così un'opera originale e unica sviluppata in quasi mezzo secolo: raccontare l'evoluzione dell'umanità attraverso quella dei colori come filo conduttore culturale e sociale dell'Occidente", riportando il pensiero di Pastoureau "Solo da noi il colore è diventato un'idea, qualcosa di astratto, da aggettivo a sostantivo, mentre in Africa o in Asia centrale resta solo materia". E quindi, riporta l'articolo: "Dopo Blu, Nero, Verde e questo quarto volume, lo storico francese annuncia che finirà la serie con il giallo".

L'intervista incomincia: "Se è il colore archetipico perché non aver incominciato il suo lavoro proprio dal rosso?"
"La storia del blu era più semplice per iniziare. Oggi è il colore preferito in Occidente ma nell'antichità contava poco, al contrario del rosso che per millenni è stato dominante sia nella cultura materiale, che nei codici sociali e nei sistemi di pensiero".



 
"Come nasce questa egemonia?"

"Per questioni materiali visto che è il colore i cui pigmenti sono più facili da trovare in natura e da fabbricare, con una vasta gamma di tonalità. Come sempre, al dato materiale si aggiunge quello simbolico. È il colore ambivalente, ispirato al sangue, dunque alla vita ma anche alla morte, o a un elemento distruttore come il fuoco".

"Quali sono le altre accezioni del rosso?"

"Già durante il paleolitico viene considerato come un colore che protegge. I capi se lo cospargono sul corpo, viene messo nei sepolcri con blocchi d'argilla. Nell'antica Roma solo l'imperatore ha il diritto di vestirsi interamente di porpora. Anche i Papi per secoli sono stati ammantati di rosso, solo dopo il Medioevo è comparso il bianco. Ancora oggi la simbologia degli onori sociali è legata a questo colore: si dice per esempio "stendere il tappeto rosso". È anche un accessorio della bellezza, dei primi trucchi, tra l'altro anche maschili. Fino al Diciottesimo secolo, i nobili si truccavano il viso di rosso".



 "È l'evoluzione più recente, con la storia della bandiera rossa sventolata come simbolo di pace durante una manifestazione della Rivoluzione francese, nel 1791. Allora l'esercito sparò lo stesso e con i martiri quel drappo è diventato emblema politico della rivolta popolare, poi della sinistra. Quando ero giovane nelle sfilate del Maggio '68 la bandiera rossa era scavalcata da quella nera degli anarchici, considerata ancora più estremista".

"E poi c'è l'amore?"

"In ogni sua forma, da Cristo che versa il suo sangue per salvare l'umanità, alla passione, l'erotismo, il peccato. Nel Medioevo, le prostitute dovevano portare qualcosa di rosso per farsi riconoscere".


Michel Pastoureau: "Tra eros e potere, le nostre vite in rosso"



"In quale momento il blu prende il posto del rosso?"

"A partire dal Dodicesimo secolo il blu soppianta il rosso nell'aristocrazia, nei tessuti più pregiati. Il colpo di grazia arriva però con la riforma protestante che mette al bando i colori troppo accesi, il giallo, il verde ma soprattutto il rosso, colore del Papa e dei cattolici all'epoca. Nella Ginevra di Calvino qualcuno che porta un abito porpora rischia la pena di morte. La controriforma non riuscirà più a riportare in auge questo colore soprattutto negli ambienti maschili. Il rosso che per secoli appariva virile, marziale, diventa più legato all'immagine femminile. Ma per esempio nelle battaglie femministe di inizio Novecento è il viola il colore prediletto".

"Il rosa è stato a lungo un colore neutro?"
"Per molto tempo gli uomini non sono riusciti a fabbricare questo colore che non aveva neppure un nome, si chiamava semplicemente incarnato, in italiano. Il rosa dei fiori veniva rappresentato in pittura come una sfumatura del giallo. Solo alla fine del Diciottesimo secolo è apparso un codice sociale secondo cui il rosa è per le bambine e l'azzurro per i maschi".




Cartellone pubblicitario del Gruppo Armando Testa (Torino)

"La percezione dei colori è cambiata nei secoli?"
 
"Il dibattito è iniziato alla fine dell'Ottocento quando alcuni studiosi hanno osservato che i romani e i greci parlavano raramente del blu. Qualcuno allora ne ha dedotto che era un colore che vedevano male. Oggi quest'ipotesi è superata. Credo però che la percezione visiva non sia solo neurobiologica ma anche culturale. In Africa, le persone riconoscono diverse tonalità di marrone, con vocaboli appositi, che l'occhio francese o italiano fatica a distinguere. In Europa abbiamo modificato i nostri pregiudizi su alcuni abbinamenti. Nel Medioevo l'accoppiamento di rosso e verde era considerato abbastanza dolce mentre per noi oggi è violento".


Ci siamo recentemente interessati all'argomento non tanto per una precisa predilezione per questo colore, da noi amato ma non preferito agli altri, come avviene anche per l'autore del libro, che dice di preferire il verde. Noi forse preferiamo il blu. Ma ci piace il Rosso piuttosto per il nome stesso che lo evoca, perchè manifestamente capace perfino di personificarsi, di farsi soggetto autonomo e neutro, privo di genere. In questo caso esibisce tutta la propria ambiguità, specie quando fuorviato dalle sue caratteristiche archetipe e purificatrici, la qual cosa lo rende più che mai misterioso e quindi affascinante ai nostri occhi.


Enrico Mercatali
25 febbraio 2020