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13 December 2011

Hans Hartung a Villa Giulia di Verbania Pallanza - Estate 2011






HANS  HARTUNG
MAESTRO DELL'INFORMALE

il periodo "Boeing-Air France"
rivisitato a Villa Giulia
Verbania Pallanza - Estate 2011






Transitavo dalla Mostra sulle Succulente “Cactus Folies”, alla sua nona edizione Luglio 2011, al termine d’una mattina di forti piogge e temporali estivi, di quelli che scaricano acqua a catinelle in pochissimi minuti per poi regalarti pochi raggi di sole capaci d’essere, in una frazione di secondo, protagonisti esclusivi di tutta la scena, superando, in attrazione e spettacolare messinscena, tutto quanto il resto a cui ti stavi dedicando.
Il forte vento spazzava le nuvole come foglie, modificandone di continuo l’aspetto, così come le forme ed i colori del paesaggio, mentre quei raggi di sole apparivano e scomparivano come fossero la luce intermittente d’un faro durante una burrasca.
Quei pochi superstiti della mostra, in questo meteorologico contesto in continua variazione, nonostante il loro interesse per le succulente, non riuscivano sufficientemente su di esse a concentrarsi, tanta distrazione imponeva lo spettacolo naturale in corso, il cui fondale, come sempre impeccabile, di Villa Giulia a Pallanza e della specialissima loggia che la coronava, si stagliava ieratico contro il lago ed il cielo in irreale movimento. L’attrazione che quella ottocentesca architettura esercitava si di me fu tale da indurmi a guadagnarne subito l’ingresso, ove, con grande sorpresa, appresi che vi erano esposte al suo interno opere tarde di Hans Hartung, del periodo 1970. 





Che nesso ciò potesse avere con tutto il resto che stavo contemplando non so dire, ma, dato l’interesse che quell’artista esercitava su di me, vi entrai e scopersi che si trattava di una mostra importante, per numero e qualità delle opere, capace credo di fare apprezzare il Maestro dell’Informale perfino ai non addetti.
L’assiemaggio del grande puzzle di quella visita composita in quello squarcio di giornata, lo fece, credo in modo prevalente, la mia mente, specie quando, giunto alla sommità dell’edificio, fu la bella terrazza prospettante sulle Borromee, e la sua Loggia che la dilatava all’infinito, coi suoi reperti d’epoca, a determinare il senso profondo che ebbero su di me tutte quelle bellezze diversamente originate e solo apparentemente incongrue.


Un filmato molto ben fatto presente alla mostra mostra il maestro in azione, proprio mentre prepara bozzetti e tele per l'incarico avuto dalla Società Boeing per gli allestimenti Air France. Molto interessante l'approccio molto studiato prima di "assestare il colpo" fatale sul piano di lavoro



All’interno di quel loggiato, unico nel suo genere per tipologia e stile, realizzato nella prima metà dell’’800 con l’intento d’abbracciare a 180° uno dei panorami più belli del mondo, il segno forte e vibrante di Hartung, ovvero del più moderno tra gli informali, ancora attualissimo, segnalava quanto, nello stesso modo, all’interno e all’esterno, improvvisi ed estemporanei potessero apparire i segni di bellezza in quel contesto, ma quanto anche generatori di forza naturale e vigorosa sostanza in senso lato essi siano sempre, così da imprimersi indelebilmente nella storia dell’uomo e delle sue faticose ma mai rinunciatarie espressioni di vitalità che la sua  immaginazione non abbia mai a smettere di declinare al tempo futuro.

Le opere dell’ultimo periodo che Hans Hartung realizzò su commissione della società aerea Boeing per gli allestimenti di Air France costituiscono il fulcro degli eventi di quest’anno a Villa Giulia. Qui, il più efficace esponente internazionale delle correnti artistiche tra gli anni cinquanta e settanta, che vanno dall’Informale all’Action Painting, dal Tachisme all’Espressionismo astratto, evidenzia la fase più matura della sua ricerca sul segno, quale espressione estrema e sintetica della forma astratta. 





Perfetto conoscitore d’ogni tecnica e dei suoi strumenti, egli ne estende qui ogni mezzo ai limiti del possibile, restringendo però al massimo i contenuti espressivi, portandoli ai limiti della esasperata riduzione di essi ai minimi termini. Come difatti un bel filmato sul suo lavoro ivi  dimostra, egli domina totalmente ogni gesto ed ogni minimo intervento racchiudendoli in sicure e precise azioni sul supporto, consapevole in anticipo dei risultati che avrebbe ottenuto, sempre assolutamente convincenti e pieni di verità certe. 




Studioso di Goya e Rembrandt, nelle cui tele egli vedeva nascoste misteriose figurazioni oltre il reale, egli incontra la poetica astratta di Kandinskij per approdare poi al suo tempo, in modo tanto personale da rappresentarne uno dei più significativi e convincenti riferimenti. Il filmato, disposto tra le tele, ad olio o acrilici, rappresenta il momento culminante di quell’arte ripresa nel suo stesso farsi, a dimostrazione di quanta bellezza possa racchiudersi in pochi estremi segni quando questi emergano alla vita perché profondamente sentiti ed appassionatamente e sapientemente ricercati.





Note su Villa Giulia (Verbania, Pallanza), sede della mostra:

Bella villa ottocentesca sulle rive del Golfo Borromeo, circondata da un lussureggiante parco di grandi essenze arboree secolari ed una lunga balaustra a lago, che prospetta sull’ arcipelago delle isole borromee  ed in particolare sull“Isolino San Giovanni” che ospitò Arturo Toscanini in alcuni dei suoi soggiorni sul lago. La villa è appartenuta ai coniugi Anzani Seyschab, Giuseppina e Giovanni Giorgio, dei quali due busti marmorei ornano oggi la bella loggia superiore, precursori dell’accoglienza turistica di questa zona (quest’ultimo realizzò nel 1861 e gestì per primo il Grand Hotel  Des Iles Borromees a Stresa, e nel 1870 il Grande Albergo di Pallanza). L’edificio oggi ospita mostre. E’ caratterizzato da una bella scala in marmo e ferro con pareti decorati a riquadri di finti effetti marmorei e, sulla terrazza di copertura, una loggia ad esedra interamente vetrata sul lato del, unica nel suo genere, oggi sede di ricevimenti importanti e mostre, il cui impianto planimetrico simboleggia un grande affettuoso abbraccio delle bellezze storiche lacustri presenti in quel luogo.





Enrico Mercatali
Verbania Pallanza, 26 luglio 2011




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