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15 August 2010

Casa Bossi, a Novara, opera tra le più interessanti e discusse di Alessandro Antonelli, forse avrà un futuro

OGGI IN GRAVE STATO DI ABBANDONO, CASA DESANTI POI BOSSI A NOVARA (1859)
UN'OPERA ANTONELLIANA "DI ESTREMA AVANGUARDIA E GRANDISSIMA QUALITA' ARCHITETTONICA" (Franco Bordino), 
IL "CUORE DI PIETRA" (di Sebastiano Vassalli), 
STA FORSE PER INCOMINCIARE UNA NUOVA VITA



Casa Bossi a Novara - 1857, Disegno originale di progetto, prospetto del fronte principale


UN ATTO D'AMORE PER CASA BOSSI


di Eliana Frontini


Tanto è stato detto e scritto su Casa Bossi, dall'ormai lontano 1997, quando l'Associazione Astrea (libera associazione di cittadini novaresi per la trasparenza el'efficienza amministrativa), appurato che lo stesso edificio costruito dall'architetto Alessandro Antonelli era in pessimo stato di conservazione e che le diverse iniziative politiche fino ad allora attuate erano state solo delle intenzioni senza alcun fatto concreto, aveva pubblicamente dichiarato l'intenzione di "adottare" il fabbricato.Casa Bossi fi abiata fino agli anni '80 del secolo scorso, poi venne chiusa, e da allora i novaresi ne osservano impotenti il degrado che di anno in anno rende l'edificio sempre più fatiscente. Nel 1999 venne rifatto il tetto per scongiurare il crollo definitivo del palazzo.
Ora però qualcosa sembra muoversi a favore del restauro: nei mesi scorsi è stata costituita una nuova associazione, il "Comitato d'amore per Casa Bossi", con presidenter Roberto Tognetti.
Scopo della neonata congregazione è quello di promuovere, d'intesa con l'Amministrazione Comunale di Novara, che è proprietaria della casa, la conoscenza, la conservazione, la valorizzazione e il recupero di Casa Bossi, attraverso la ricerca e la definizione di proposte per una destinazione d'uso che sappia promuovere, proporre e produrre "cultura", e contribuire alla crescita economica e sociale della città e del suo territorio. Chiunque può associarsi al Comitato d'amore per Casa Bossi, con una offerta minima di 2 euro.


Alessandro Antonelli - Casa Bossi a Novara in una foto scattata all'inizio del secolo scorso

Ma come mai i novaresi sono così "innamorati" di questa vetusta residenza? Quale è la sua storia? Addirittura protagonista di un romanzo di Sebastiano Vassalli, "Cuore di pietra", che ne fa "personaggio" a tutti gli effetti, Casa Bossi venne progettata nel 1857 da Alessandro Antonelli per mandato di Luigi Sesanti, nobile proveniente dalla Corsica. In origine si trattava di un ampliamento e modifica di un edificio preesistente, settecentesco, che il Desanti aveva acquistato dalla Marchesa Amalia Coconito di Montiglio. L'edificio venne poi venduto, nel 1880, dalle figlie del Desanti, morto nel 1865, al Cavalier Carlo Bossi. Alla morte anche del suo erede Ettore Bossi, avvenuta nel 1951, l'edificio passò al Civico Istituto Dominioni, che nel 1970 ne vendette all'asta la maggior parte degli arredi. I rimanenti, purtroppo, furono vittima di furti ed atti vandalici di cui si vedono le tracce all'interno della casa. Un vero peccato perchè Casa Bossi era ricca di affreschi che ornavano soffitti e pareti, dalla rappresentazione di semplici nature morte a complessi trompe l'oil (letteralmente "inganna l'occhio", una tecnica pittorica che consiste nel dipingere uno sfondo apparentemente reale su una parete o un soffitto. Un tipico murale trompe l'oil può rappresentare una finestra, una porta, un cielo, per dare una falsa impressione che la stanza sia più grande). Ovunque l'Antonelli impiegò i dettami dello stile neoclassico, che seppe personalizzare con idee originali e caratteristiche.


Alessandro Antonelli, Casa Bossi a Novara in una foto ai nostri giorni


Neoclassicismo è il nome dato al movimento culturale sviluppatosi in Europa e in America tra il XVIII e il XIX secolo. Come dice il termine esso nasce da un rinnovato interesse per l'arte antica, quella greco-romana in particolare. E' essenzialmente un'arte di idee, in cui l'artista sintetizza la tradizione di ogni opera, esattamente come face Antonelli, in Casa Bossi in particolare: la facciata principale, che dà sul Baluardo, presenta un elegante pronao esastilo (formato da sei colonne che sorreggono un grande timpano). Praticamente...un Pantheon in miniatura! La facciata, tra un piano e l'altro, come deve essere nella migliore tradizione classica, è ornata da un fregio diviso in metope e triglifi.


Alessandro Antonelli, Casa Bossi a Novara, planimetria del primo piano


Ma l'invenzione più bella e funzionale che Antonelli applicò in Casa Bossi fu il voler separare gli spazi destinati alla servitù e quelli usufruiti dai padroni di casa, dando vita ad una sluzione di grande funzionalità: lo scalone principale dell'edificio, ampio, maestoso e rafinato, fu destinato ai proprietari e non poteva essere utilizzato dalla servitù, ma a fianco dello scalone principale Antonelli inserì un'altra scala, di dimensioni decisamente più ridotte, che dall'esterno non si vede, riservata al personale della casa.. Antonelli aveva capito che l'edificio doveva servire ad una nuova mentalità borghese, aperta alle relazioni sociali. Inoltre il palazzo è un vero miracolo costruttivo, come del resto tutte le opere antonelliane: sorprendentemente non esistono muri portanti, ma il peso vine distribuito equamente su pilastri e colonne. Il timpano che corona e completa la facciata, poi, dall'internoè praticabile e percorribile, scoprendosi come una veranda panoramica, aperta sulla cità. Periodicamente la nuova associazione apre l'interno di casa Bossi al pubblico, che può spingersi fin dentro al cortile interno per assistere a manifestazioni culturali e visite guidate.

Alessandro Antonelli, Casa Bossi a Novara, sezione trasversale a livello dell'androne di ingresso


Così Vassalli conclude il romanzo dedicato a Casa Bossi: "La grande casa sui bastioni è sempre là che guarda la pianura e le montagne lontane con le orbite vuote delle sue finestre, e attende non si sà cosa. (Nessuno al mondo sà cosa farne).
Nelle notti di luna capita a volte di vedere un'ombra spostarsi da un salone rovinato a un altro salone rovinato, da un sottotetto sfondato a un altro sottotetto sfondato. E' un uccello notturno; ma c'è chi dice che sia l'Architetto..." (Sebastiano Vassalli). Era il 1996.




Alessandro Antonelli, Casa Bossi a Novara in una foto odierna presa dal retro, verso la corte interna, che testimonia lo stato di totale abbandono

Eliana Frontini
Novara, luglio 2010
(pubblicato anche sul "Nuovo Sestante" n. 40, agosto-settembre 2010)

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