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14 December 2013

Franco Piavoli - Un sussurrato rapporto con la natura. Cineasta e fotografo, disegnatore e pittore, amante di Pozzolengo, ove vive raccogliendo e catalogando piante (Testimonianza di Enrico Mercatali)





Franco Piavoli
un sussurrato rapporto con la natura




Cineasta e fotografo, disegnatore e pittore, 
amante di Pozzolengo
ove vive raccogliendo e catalogando piante


Testimonianza di Enrico Mercatali


Lo spunto di questo ricordo dell'amico Franco Piavoli è stato l'articolo apparso ieri di Simona Spaventa su la Repubblica, intitolato "A casa di Franco Piavoli, regista della natura e del mondo contadino - lo raccontano i giovani Casazza e Ferri". L'articolo a sua volta trae spunto dal documentario "Habitat" in arrivo a Torino, e presentato al Beltrade, realizzato dai due giovani registi che hanno incontrato il loro maestro nella sua casa di Pozzolengo (BS). I giovani cineasti lo incontrano e lo raccontano, senza farne una biografia, ma descrivendone l'ambiente nel quale abita e lavora da una vita, e che da sempre ha ispirato le sue azioni, le sue opere, che fossero cinematografiche, artistiche, documentarie o semplicemente collezionistiche, di quanto maggiormente  lo attraeva, e di cui nutriva il suo animo semplice, oggetti, foglie, rami, paesaggi silenziosi.





E' appunto da questa premessa che nasce il mio desiderio di ricordare, a mia volta, l'amico che non vedo più da lungo tempo, proprio perchè anch'io ho amato quello stesso ambiente che vogliono ora raccontare i due giovani registi nel loro film-documento che approda adesso a Torino. E' l'ambiente che li ha affascinati, così come ha loro affascinato l'opera del maestro Piavoli. E quell'ambiente è ciò su cui essi hanno concentrato il loro lavoro, perchè raccontare quello è forse il miglior modo per intervistare il famoso regista, il quale, come si sa, è tipo di poche parole. Anche i suoi film sono fatti più di prolungati silenzi che di parole, e soprattutto di immagini, immagini sussurrate con tutto l'amore che in esse Piavoli sapeva riversare, perchè trattasi delle immagini dei luoghi suoi prediletti, quelli che sono l'essenza stessa della sua vita.

Quegli stassi luoghi, quello stesso ambiente, è quello che io stesso ho amato, quando ne sono stato partecipe negli anni nei quali i miei genitori, suoi amici, vi trascorrevano i loro week-end, le loro vacanze. E' il territorio fatto di bei paesaggi collinari che attornia casa Piavoli, nell'anfiteatro morenico a Sud del Lago di Garda, ma è anche quello più specifico costituito dalla sua stessa grande e magnifica casa e dalle sue corti, dai suoi locali interni, dagli arredi e dagli oggetti dei quali si era circondato negli anni. Ho memoria di tutto ciò perchè in quell'ambiente ho vissuto, a cavallo tra gli anni '60 e '70, traendone in giovinezza un grande piacere, che credo sia qualcosa di simile a quello che ne traeva Franco, in tale intensità da indurlo a rappresentarne i profili coi films, con le sue giovanili riprese fotografie, con la sua più recente pittura e con l'arte di collezionarne i più intimi segreti del mondo vegetale, che proteggeva incorniciandoli sottovetro, che erano i suoi più affini strumenti di espressione e di comunicazione.




Ho trascorso in quei luoghi periodi di vacanza con i miei genitori, i quali erano divenuti essi stessi amici di Franco, attraverso la comune amicizia dei fotografi Mulas. A loro Franco aveva offerto in affitto un piccolo appartmento, facente parte della grande, bella casa a più corti interne, tenute a giardino ed orti. In quella casa vi era abbondanza di verde sia dentro che fuori, e soprattutto fuori si spalancava uno dei più bei panorami, ampi, tranquilli e suggestivi, che sio potesse raggiungere in tempi ragionevoli pere chi allora viveva a Milano. Casa Piavoli, era una casa colonica di antica origine, dotata di due piani, che disponeva di un'ala padronale riccamente decorata ad affreschi e stucchi, dotata di un ampio scalone, e di ali contigue più spartane. Franco abitava nella parte padronale con la sua famiglia, nella quale spesso ospitava gli amici registi e critici cinematografici, coi quali si intratteneva lunghi periodi di tempo a colloquiare di cinema e di arte. Tali meetings erano però preclusi, tanto essi erano gelosamente da lui vissuti e custoditi, ai "non addetti ai lavori". Ma, al di là di tali spazi privati, Franco era persona sempre disponibile e affabile con chiunque, generoso nel darsi, in lunghe passeggiate ed altrettanto lunghe, accalorate ed entusiastiche discussioni, attorno ai temi della vita che più gli stavano a cuore. 



Franco Piavoli, scena primaverile da "Il Pianeta Azzurro", 1982


Si stupì Franco, un giorno, prima ancora che venisse il tempo di mettersi a fare il suo "Pianeta azzurro", nel sentire che stavo lavorando alla elaborazione di un testo, dal titolo "Circuiti", che sarebbe diventato un lavoro autoprodotto che la mia Compagnia teatrale avrebbe rappresentato di lì a breve nelle piazze italiane. Si stupì perchè allora ci conoscevamo appena, e non pensava potessimo avere interessi tanto simili. Io, che ero assai più giovane di lui, stavo facendo qualcosa che lui aveva in animo di fare e che ancora non aveva iniziato, qualcosa che, quando l'avrebbe fatta, gli avrebbe reso importanti riconoscimenti e l'avrebbe reso famoso. Fu curioso, allora, di sapere ogni dettaglio, e mi restituì la gioia, tanti anni dopo,  d'essere diventato amico di un famoso regista, e di aver parlato con lui di regia, di testi teatrali, di sceneggiature, di arte insomma. E mentre lui proprio allora avviò una bella avventura d'arte divenuta poi pubblica, io spostai ogni mio interesse sull'architettura, lasciando il teatro e l'arte di far recitare a chi meglio di me avrebbe potuto farlo.

Successivamente ho sempre seguito Franco Piavoli, attraverso il suo lavoro, incontrandolo a volte proprio nelle occasioni importanti della sua carriera, durante le presentazioni dei suoi film, ed immancabilmente egli, nel corso di quegli sporadici incontri, s'apprestava con calore e passione ad argomentarne gli aspetti che gli sembravano più degni di nota, quelle caratteristiche che in quel momento a lui sembravano le più degne di nota, le quali erano sempre fondate su ragioni intime, personali, nate da sentimenti fortemente interiorizzati.



Franco Piavoli, anni '70, "Paesaggio del basso Garda", firmato, (19,6 x 16,4 cm), pastelli a cera grassa su cartoncino (collezione privata)


Conservo, tra le cose che ho collezionato nel tempo, e che più mi danno piacere, due piccole opere di Franco Piavoli, che aveva regalato tempo fa ai miei genitori. Una era parte della sua raccolta di piaccole piante lasciate essiccare e messe in cornice sottovetro. Le pareti della sua casa ne erano piene. Le sue piante venivano da lui selezionate  e raccolte complete delle loro radici, e poi messe sotto vetro catalogandole con i loro nomi scientifici, che egli stesso scriveva a matita. Un'altra consisteva in un "paesaggio del basso Garda", firmato (19,6 x 16,4 cm), realizzato con tecnica impressionista mediante l'uso di pastelli a cera grassa, dominato da un immenso cielo cosparso di nubi, nel quale la qualità principale è data dalla resa cromatica delle profondità, che rivela una profonda conoscenza dei luoghi e delle sue caratteristiche meteorologiche e geomorfologiche.



Franco Piavoli sorride compiaciuto all'applauso che gli sta offendo Ermanno Olmi



Franco Piavoli
Filmografia:

Il Pianeta Azzurro, 1982  (88' 35mm col.)
Nostos - Il ritorno, 1989  (87' 35mm col.)
Voci nel tempo, 1996  (86' 35mm col.)
Al primo soffio di vento, 2002  (85' 35mm col.)
Affettuosa presenza, 2004  (65' DV.)
L'orto di Flora, 2009  (HDV - 26')
(Fotografia e montaggio di Mario Piavoli
Parte del film documentario Terra Madre diretto da Ermanno Olmi)

Cortometraggi:

Le stagioni, 1961  (25' 8mm col.)
Domenica sera, 1962  (12' 8mm col.)
Emigranti, 1963  (12' 8mm BN)
Evasi, 1964  (12' 8mm BN)
Lucidi inganni, 1986  (35'U’Matic)
Il parco del Mincio, 1987  (27' 35mm col.).








































































































Enrico Mercatali
Lesa, 6 dicembre 2013







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