STRESA - MOTTARONE
La cremagliera elettrica che univa il Lago Maggiore alla Vetta del Mottarone veniva inaugurata 100 anni fa
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Considerazioni nostalgiche
La notizia che ha dato oggi il quotidiano "La Stampa", del centesimo annivarsario della nascita dell'ardita ferrovia a cremagliera che ha reso possibile, nel lontano luglio 1911, l'appropriazione da parte delle masse turistiche della vetta del Mottarone, ci ha ricondotto a considerazioni nelle quali più volte ci era capitato d'entrare, circa il tradimento che a volte un malinteso concetto di modernità, inadeguatamente applicato, svolge a favore della comodità, e a disfavore di quanto umanamente, logisticamente, paesaggisticamente e psicologicamente preferibile, nei fatti.
La bella ferrovia, che molte fotografie e manifesti pubblicitari del turismo d'epoca illustrano, sapeva evocare piacevolezze e sentimenti che certo la successiva funivia non suscita più, da quando vi fu trapiantata a seguito della chiusura della tratta su ferro avvenuta nel 1963. E dobbiamo aggiungere, cosa non riportata dall'articolo riportato su La Stampa, che proprio quest'anno, manco farlo apposta, sono state demolite a Stresa, accanto alla Stazione Ferroviaria delle Ferrovie dello Stato, le vecchie cadenti tettoie della stazione-capolinea della Ferrovia del Mottarone, che in cuor nostro avremmo sperato potessero essere un giorno restaurate, e (chi sa mai) magari riutilizzate per una rinnovata sostituzione della ormai vetusta Funivia con un nuovo progetto di rilancio del "Vecchio Trenino Giallo del Mottarone.
E' un po' come per i Navigli Milanesi: è troppo forte il desiderio d'averli ancora presenti al centro della città moderna che non ti rendi conto che il solo pensarlo è un po' folle. Ma una follia alla quale molti ancora cedono, ritornando all'idea che a Milano si sarebbero dovuti mantenere i bei Navigli, così come, qui sul Lago Maggiore molti ancora sono quelli che pensano che, tra Stresa e Mottarone Vetta dovesse essere mantenuta in vita la bella linea ferroviaria.
Al di là di ogni considerazione nostalgica, che fa preferire il vecchio trenino giallo alla più aggresiva funivia (così come farebbe preferire a Milano la rete interna dei vecchi navigli alle arterie asfaltate piene di traffico su gomma) credo che ogni logica porterebbe oggi a fare quella scelta che agli inizi degli anni '60 qualcuno non saputo o potuto fare (così come a Milano, ancora in quegli anni, non s'è fatto per i navigli che ancora s'andavano coprendo per favorire un traffico che oggi addirittura si combatte.
Direi perfino che il trenino giallo oggi sarebbe mezzo più moderno, ovvero assai più prossimo alle logiche turistico-commerciali, perchè più vicino ai desideri della gente del luogo, dei turisti, che desiderano giungere in vetta attraverso la perlustrazione lenta dei pendii della montagna, alla vista dei paesi e dei centri di maggiore rilievo, dei visitatori di tutto il territorio che vogliono rendersi conto di ogni realtà geomorfologica, paesistico ambientale, umana e sociale delle belle valli, dei boschi, delle realtà naturali del sito.
La funivia oggi ha meno senso di una volta perchè essa funziona come mezo rapido di grandi masse di persone dedite allo sci, sport oggi ancora praticato al Mottarone, ma non tanto quanto lo era decenni addietro, nei quali le distanze con le grandi città permettevano concorrenzialità oggi inesistenti. Il Mottarone è montagna adatta all'escursionismo dolce e vagabondo, alla gita di piacere con vista mozzafiato, come ancora assai attraente è quella di Giardino Alpinia, alla piacevole e fresca scampagnata estiva con sosta gastronomica e bagno di sole, o al contatto fugace con le prime nevi senza fare ore d'automobile. Il trenino, per questo, era perfetto, così come perfetto sarebbe stato anche per la movimentazione di persone tra i centri abitati lungo il percorso, quale ottimo sostituto all'automobile. Molte realtà svizzere ove ancora vive il servizio su ferro ne dimostra l'assunto.
Noi invece abbiamo avuto troppa fretta d'essere "moderni", e lo siamo stati al momento sbagliato.
Se qualcuno dovesse riproporre la ricostruzione della tratta (ma temo che oggi i costi sarebbero proibitivi, nell'analisi classica costi benefici) noi saremmo certamente i primi ad accorrere (da un'analisi più aggiornata rispetto a quella classica forse discenderebbero numeri più favorevoli, ed il turismo lacustre ne sarebbe enormemente avvantaggiato).
Lesa, 13 luglio 2011
Enrico Mercatali
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