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08 July 2011

Isola Bella delle Borromee



Isola Bella delle Borromee 
(The Isola Bella of the Borromeo Islands)
 

della "Magnificenza" al potere, e del "Turismo culturale"
L'idea di bellezza d'una delle tre perle del Lago Maggiore


about "Magnificence" at power, and "Cultural Tourism"
The idea of ​​beauty of one of the three jewels of Lake Maggiore




"Come un immaginario vascello, con palazzo a prua,  e giardino in poppa, l'Isola bella sembra solcare maestosa, in tutta la sua armonia, le scintillanti acque del Verbano. Il giardino all'italiana si presenta in un insieme coerente di forma piramidale che culmina nella grande statua del Liocorno cavalcato da Amore. Articolato in 10 terrazze digeradanti, è abbellito da fontane, prospettive architettoniche, e da una moltitudine di statue rappresentanti personificazioni di fiumi, stagioni e venti.
Il clima, particolarmente mite, ha permesso la crescita di una vegetazione ricca di varietà e specie che qui hanno trovato il loro habitat. Fra azalee e rododendri, spalliere di pompelmi e arance amare, orchidee e piante carnivore spicca la sgoma di un grosso canforo di più di duecento anni.




Fiori freschi profumano le stanze della principesca dimora arredate con sontuosi oggetti, mentre dipinti, arazzi e statue trasformano pareti e soffitti in un capolavoro.
Il gusto barocco esplode poi nelle Grotte a mosaico in cui si riflette il baluginio dell'acqua del lago.






Nella maestosa dimora di particolare interesse sono le Sale del Trono e delle Regine, e la Galleria dei Quadri, o del Generale Berthier, una testimonianza unica nel suo genere con circa centocinquanta opere, da poco restaurate, di artisti di indiscussa notorietà, dai seguaci di Leonardo ai trionfi del barocco". 









"Like an immaginary ship, with the palace in the bow and a garden at the stern, Isola Bella seems to sail majestically, into  its harmony, through the sparkling verbanian waters.
The italianate garden appears as a coherent whole in the form of a pyramid that ends in the great statue of the Unicorn ridden by Eros.






Articulated in ten graded terraces, it is embellished with fountains, architectural perspectives and multitude of statues representing personifications of rivers, seasons and winds.
The climate, especially mild, has allowed for the growth of richly varied vegetation with species that have found an habitat here. Among azaleas and rhododendrons, espaliered grapefruit an bitter oranges, orchids and carnivorous plants, the outline of a huge camphor tree, more than two hundred years old, rises up.




Fresh flowers perfume the rooms of the princely home, furnished with sumptuous objects, while paintings, tapestries and statues transform every wall into a masterpieces.
The Baroque taste bursts fourth in the mosaic Grottoes where the flickering lake waters are reflected. In the majestic palace, of particoular interest are the Throne and Queens Rooms and the Pictures Gallery, also called of General Berthier, a unique witness of its kind with about one hundred and fifty works, recently restored, by artists of indisputable fame, from the followers of Leonardo to the triumph of Baroque."







Questo quanto dicono le nuove brochures in lingua italiana e inglese a proposito dell'Isola Bella, predisposte quest'anno, per i turisti in visita, dalla stessa organizzazione delle Isole Borromee.
Il sito ufficiale della stessa recita invece, aggiungendovi maggiore dettaglio informativo:

L'Isola Bella, situata nel Lago Maggiore a circa 400 metri al largo di Stresa, fa parte delle Isole Borromee (oltre a questa ricordiamo l'Isola Madre e l'Isola dei Pescatori. È la seconda per superficie con i suoi 320 metri di lunghezza e 180 di larghezza, quasi interamente occupati da Palazzo Borromeo e dal suo lussureggiante parco.





La storia:

Nel 1632 Carlo III Borromeo decise di intraprendere la costruzione di un palazzo per la moglie Isabella d’Adda, scelse un nudo isolotto posto di fronte a Stresa, nel golfo del Verbano dove sfocia il fiume Toce. I lavori subirono una battuta d’arresto verso la metà del XVII secolo a causa della pestilenza sviluppatasi nel ducato di Milano, furono però ripresi con rinnovato vigore dai figli di Carlo III: il Cardinale Giberto III (1615-1672) e soprattutto Vitaliano VI (1620-1690). Quest’ultimo ebbe il merito di affidare il completamento dei lavori al celebre architetto romano Carlo Fontana.
L’inaugurazione dei giardini è invece del 1671, con Carlo IV (1657-1734) amante delle arti e letterato egli stesso. Alla fine del Settecento/inizio Ottocento il palazzo fu visitato da Napoleone con Josephine de Beauharnais e dalla principessa del Galles Carolina Amalia di Brunswick.





Il palazzo e il giardino: in visita all'Isola Bella:

 

Di gusto barocco con sfumature manieriste, l’imponente edificio che occupa quasi tutta l’isola fu progettato dai più celebri architetti del tempo. L’interno, elegante e sontuosamente arredato, ospita un’imperdibile collezione di arazzi con tappezzerie fiamminghe. Le sale sotterranee, invece, sono caratterizzate secondo la moda del tempo da grotte artificiali con le pareti incrostate di conchiglie e decorate da ninfe e specchi di marmo nero.
Ma ciò che veramente colpisce e lascia senza parole è il famoso parco: un giardino all’italiana composto da dieci terrazze sovrapposte a piramide mozza, abbellito da statue, fontane, arbusti rari, piante esotiche e fiori dai profumi delicati come la magnolia e le camelie. La parte in alto dei giardini, soprannominata “anfiteatro” per le rappresentazioni che qui si tenevano, è sormontata dal liocorno, stemma della casata Borromeo.





La storia del Palazzo Borromeo:

 

I lavori vennero avviato da Carlo III Borromeo (1632) che li affidò alla all'ingegnere milanese Angelo Crivelli, coadiuvato da altri artisti quali Pietro Antonio Barca e Francesco Maria Ricchino. Verso la metà del secolo il cantiere subì una battuta d’arresto a causa dell’epidemia di peste che imperversava nel Ducato di Milano. Soltanto negli ultimi decenni del Seicento i lavori ripresero con rinnovato entusiasmo grazie al figlio di Carlo, Vitaliano VI.
In realtà però il Palazzo potrà considerarsi terminato solo nell'immediato dopoguerra, allorché Vitaliano X (1892-1982) farà completare la facciata settentrionale, il grande molo all'estremità superiore dell'isola e soprattutto porterà a compimento la costruzione del Salone sulla base dei disegni e del grande modello ligneo realizzato nel 1871.
L’aspetto che si voleva dare all’isola, ossia un vascello sulle acque del lago, fu perseguito e portato a compimento nonostante il protrarsi dei lavori: il complesso dell’Isola Bella (costituito dal Palazzo e dagli incantevoli giardini all'italiana) si presenta infatti elegante ed armonioso nel suo insieme.









Palazzo Borromeo all'Isola Bella: la visita:

 

Il palazzo è stato edificato sulla punta nord-occidentale dell'isola ed è caratterizzato da una facciata imponente lunga circa 80 metri al centro della quale il salone d’onore si sviluppa come una sporgenza curvilinea occupando in altezza ben due piani. La struttura si estende poi verso il centro dell’isola perpendicolarmente a questa porzione assumendo nell’insieme la forma di una T.




Le sale principali sono tutte al primo dei quattro piani che costituiscono l’edificio e si snodano attorno al Salone, la cui copertura a cupola e le decorazioni sono state ultimate, sulla base del progetto originale, solo tra il 1948 e il 1959.
Il piano nobile, ambiente deputato al ricevimento e alla rappresentanza, ospita la neoclassica sala da ballo, detta anche "Sala delle Colonne", la "Sala della musica" che deve il nome ai preziosi strumenti musicali esposti, la "Sala delle Medaglie", dove vengono conservate dieci medaglie in legno dorato rappresentanti gli avvenimenti più importanti della vita di San Carlo Borromeo.  Sempre su questo piano si trova la Galleria degli Arazzi dove vengono custoditi sei preziosi arazzi di manifattura fiamminga del '500: la sua copertura a botte è decorata da rosoni d'oro su fondo bianco. Anticamente, per lo svago di proprietari e ospiti, vi era anche un teatro, in seguito distrutto, dove venivano rappresentate commedie e drammi.






Molto interessanti, infine, le grotte artificiali (cui si accede attraverso una scala elicoidale secentesca) decorate in modo da rievocare ambienti marini. In una delle sale è custodita una piroga preistorica, ritrovata ad Angera a fine Ottocento.




Fino al 1632 l'isola inferiore o "isola di sotto" era uno scoglio roccioso occupato da un minuscolo villaggio di pescatori provvisto di due chiese, una intitolata a San Vittore, presente sin dall'XI secolo, l'altra a San Rocco. I  Borromeo, il cui nome iniziale era Vitaliani (provenivano dall'omonima località nel Padovano), ebbero in feudo dai Visconti, nel XV secolo e in varie fasi, tutta questa zona del Lago Maggiore, che fu appunto detta "Golfo Borromeo". Vitaliano I Borromeo fu il primo a concepire il progetto di un incredibile palazzo sull'Isola Bella. Ma esso venne realizzato in seguito, soprattutto dal 1632: in quell'anno carlo III Borromeo iniziò la costruzione di un grandioso palazzo dedicato alla moglie, Isabella D'Adda, affidando i lavori al progettista milanese Angelo Crivelli al quale si deve anche la progettazione dell'impianto di base dei giardini.
I lavori subirono una pausa d'arresto verso la metà del XVII secolo a causa della grave epidemia di peste scoppiata nel ducato di Milano.




La costruzione riprese slancio quando l'isola passò ai figli, il Cardinale Giberto III (1615-1672) e Vitaliano VI (1620-1690); quest'ultimo in particolare, con l'appoggio finanziario del fratello, affidò il completamento dei lavori all'architetto ticinese Carlo Fontana e fece diventare la villa luogo di feste sontuose e rappresentazioni teatrali per la nobiltà europea. Al palazzo lavorò anche il Francesco Maria Richini, e per i giardini intervenne pure il Vismara. In epoca neoclassica, nel tardo '700, vi lavorò anche lo Zanoja, progettista del salone da ballo.
Al suo successore, il nipote Carlo IV (1657-1734), si deve invece il completamento dei giardini che furono inaugurati nel 1671. L'isola venne ristrutturata in modo da trasformarla in una fantastica nave, in cui la parte del palazzo era la prua e la parte dei giardini a terrazze, su quello che viene detto anfiteatro o castello (forse per la memoria di un preesistente castello medioevale), la poppa. Il progetto prevedeva infatti un approdo lungo, poi non realizzato in toto, davanti al palazzo nella parte occidentale.





Al periodo di Giberto V Borromeo (1751-1837) risalgono le frequentazioni più illustri dell'isola, da Napoleoner Bonaparte con la moglie Giuseppina Bouarnais alla principessa del Galles Carolina Amalia di Bruswick. Quest'ultima vi soggiornò due volte: nel 1797, alla prima campagna d'Italia di Napoleone, e vi tornò poi, innamorata del luogo, nel 1805. Di questi soggiorni abbiamo la stanza di Napoleone, arredata da mobili in stile impero. Sulla prima moglie di Napoleone, racconta un aneddoto che, innamoratasi del luogo, fece di tutto per convincere i Borromeo a vendere l'isola Madre o (meno probabilmente) i Castelli di Cannero. Incontrò il rifiuto dei Borromeo, ma seppe assai  degnamente consolarsi con la splendida Villa d'Este di Cernobbio, sul Lago di Como.






Il palazzo, aperto alle visite, mostra i suoi saloni e camere del piano nobile, realizzati dal XVII al XIX secolo, e nella parte inferiore le grotte, che tanto estasiarono Stendhal. All'interno vi sono tele del Cerano, di Francesco Del Cairo, di Giordano (nella sala detta appunto sala di Giordano, sono Il Giudizio di Paride, Europa rapita da Giove trasformato in Toro, Il trionfo di Galatea), di Salvator Rosa, del fiammingo Muller detto il Tempesta (artista ospitato a lungo dai Borromeo, suoi mecenati, che lo avevano anche salvato dal processo di tentato omicidio della di lui moglie), del Nuvolone, di Francesco Zuccarelli, etc..
Da ricordare la galleria degli arazzi, così detta per i suoi enormi arazzi fiamminghi, sei in tutto, del XVI secolo, in seta e oro, il cui tema ricorrente è il Liocorno, emblema dei Borromeo. Negli ambienti del tutto particolari delle grotte, ricoperti di pietre e conchiglie di una infinita varietà di tipi, sono raccolti anche resti archeologici della preistorica Cultura di Golasecca.
Da visitare anche sono i giardini con una incredibile varietà di piante esotiche. In essi la parte superiore è quella detta "anfiteatro", dato che qui si tenevano le rappresentazioni sceniche che appassionavano i Borromeo. Sono qui varie statue, alcune realizzate dallo stesso progettista, il Vismara.


Luglio 2011

Redatto da: Enrico Mercatali
(fotografie di Enrico Mercatali)

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