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14 May 2011

Milano: eredità di Giunta Moratti



Sconvolgenti immagini di una città che fu bella

Da Bonvesin della Riva a Stendhal, da Manzoni al Porta, da Cattaneo a Montale
furono solo atti di stima e amore per questa speciale città




Il cantiere della nuova sede della Regione Lombardia, tra l'attuale sede e la nuova Città della Moda, il cui progetto è stato realizzato mediante concorso pilotato, privo delle necessarie garanzie di trasparenza e collegialità, soprattutto fondate su un adeguato dibattito che un'opera pubblica di tal genere imponeva. Sono stati di fatto esclusi progetti di maggiore respiro e di più certa aderenza alle esigenze della collettività cittadina


Oggi l'avidità e l'arroganza di chi gestisce "il mattone" stanno distruggendo Milano. Anzi già l'hanno sfigurata irreversibilmente, incuranti perfino dei suoi apici di storia monumentale. C'era bisogno d'un parcheggio di quasi 500 auto di fianco alle mura altomedievali di Sant'Ambrogio? Si, per qualche abitante della zona sarà un vantaggio, ma quale il vantaggio per le centinaia di migliaia di cittadini milanesi e per i milioni di turisti che da ogni parte del mondo vi affluiscono?




Nuova città satellite di Santa Giulia, per il cui progetto è stato "scomodato" nientemento che il plurinsignito londinese Norman Foster (quando certo "bastava", e probabilmente necessitava, uno dei tanti fantastici e brillanti studi nazionali di architettura, ma per questo risultato forse neppure), come appare oggi, dopo la disastrosa gestione dei suoi cantieri e del suo programma di crescita, che ha penalizzato le centinaia di famiglie che in quel progetto avevano con troppa leggerezza creduto, investendo enormi cifre d'anticipo per garantirsi un rogito.  L'immagine è l'esatto opposto di quanto sarebbe accaduto in uno qualsiasi dei Paesi del Nord Europa o del Regno Unito, nella quale avremmo visto perfette e complete le strade, i marciapiedi,  le alberature e qualche servizio, ed ancora assenti, o in via di realizzazione, le strutture edilizie a completamento, pronte per fornire un habitat umano ai suoi abitanti, fin dal primo giorno.


Ai milanesi decidere se andare avanti così, trionfalmente, oppure tornare ad essere più miti e virtuosi cittadini!  A breve possono farlo.



Una desolante immagine del quartiere "ex Varesine", e, sullo sfondo, le torri della nascente "Città della Moda": un sito invivibile oggi, e che domani lo sarà ancor di più, con le sue soverchianti volumetrie, totalmente prive di un nesso con la città. Un complesso edilizio nato in pochi mesi su di un'area sulla quale per decenni stuoli di urbanisti, cittadini, società, istituzioni si erano cimentate in proposte, studi, analisi e progetti. Un'accozzaglia di volumi scomposti nati dal decisionismo di pochi sulle reali necessità della maggioranza di cittadini che avrebbero preferito farne un luogo di più attente e ponderate scelte


Demolizioni si grande scala, sventramenti di vecchi quartieri, sottopassi giganteschi, tunnel sotterranei lunghi chilometri, cementificazione esasperata d'ogni spazio rimasto libero, incrementi paurosi di volumetria mediante spregiudicato utilizzo delle varianti alla pianificazione urbanistica in essere, ricorso a procedure d'appalto che definire disinvolte è troppo poco, incarichi professionali prevalentemente a studi stranieri, senza ricorrere a concorsi di idee, inesistenza di dibattito pubblico, totale incapacità di comprensione della milanesità e adozione di un linguaggio internazionalista totalmente afono per non dire disumano. Uso della città come cosa propria, anzichè dei suoi cittadini.



Piazza pulita dell'area "ex Varesine", per dare carta bianca agli appetiti della speculazione immobiliare che da anni attendevano impazienti il momento di avviare i cantieri. Nuovi uffici e residenze di lusso su di un terreno di grande valore posizionale, a vocazione funzionale pubblica e di alto profilo sociale e culturale. Non un filo di apertura verso l'opinione pubblica, non un pubblico dibattito, non un coinvolgimento almeno formale degli addetti ai lavori, nè delle istituzioni più interessate circa il destino di un'area tanto nodale per la città.



E' stata una scelta programmatica dell'Amministrazione quella di incrementare di più di 500.000 unità il numero degli abitanti di Milano, che così esso sfiorerebbe, all'interno di un territorio di poco più ampio dell'area già oggi edificata, i 2.500.000 abitanti. Non solo è questa una decisione antitetica alla tradizione comunale basata sul contenimento, costantemente monitorato, del numero di abitanti, ma sprezzante della sempre maggiore richiesta da parte dei cittadini di servizi pubblici, verde ed aree per la mobilità leggera. Tali scelte, atte a favorire gli amici costruttori, le banche, i potentati economici e professionali, che generalmente svuotano la città durante l'week-end, addurranno al cuore di Milano nuovo traffico pesante, riducendo i servizi e la qualità di vita dei residenti. Modello perseguito: città degli affari.


Alcuni dei progetti che la Giunta Moratti regala a Milano:
- Spazio Varesine e città della moda: Museo della Moda, uffici, residenze e contro congressi, occasione mancata per allocarvi funzioni d'alto interesse cittadino, culturale, sociale o istituzionale.
- Ex Fiera campionaria: Museo d'arte contemporanea, uffici e residenze Hadid. Spreco di grandi firme dello Star System per un progetto che ha solo suscitato perplessità e critiche
- Quartiere Santa Giulia (San Donato Milanese), simbolo stesso ormai nel mondo di inefficienza e malgoverno
- Tunnel passante (da zona Vittoria a Zona Pero-Rho), opera violenta e inutile, oltrechè estremamente costosa
- Parcheggio accanto a Sant'Ambrogio (tira e molla vinto dai residenti e perso delle istituzioni di salvaguardia della città
- Nuovi quartieri Nord-Portello: Centri congressi, uffici e residenze
- Nuovo Palazzo della Regione: opera realizzata senza le opportune garanzie di trasparenza nell'affidamento dell'incarico, e senza adeguato dibattito circa gli importanti contenuti sottesi.
- Nuovi grattacieli cimiteriali: proposta di "Cielo infinito"
- Darsena ticinese: nulla di fatto che interessi il recupero di una delle più significative preesistenze storiche della città (se non un microparco di quartiere privo di qualità e spessore).



Sopra e sotto: Renderings dei già definiti "Ecomostri". Ecco cosa ci regala Giunta Moratti. E' questo ciò che serve alla città? Gli informi edifici sono essi stessi il simbolo d'una stortura, dell'irrazionalità su cui si basano le scelte sottese ai progetti: Espressione muscolare anzichè cultura etica. Genuflessione di fronte alle mode, Vuoto di sostanza. Una "città che sale", ma solo in numero di piani. Per un'architettura dello spaesamento e dei disagio...





Meno male che, per far funzionare la macchina turistica della città, esistono ancora i luoghi deputati del Duomo, di Palazzo Reale, del Teatro alla Scala e della Galleria Vittorio Emanuele, tutti realizzati secoli addietro, e poi il Piccolo Teatro di Marco Zanuso, il grattacielo Pirelli di Gio Ponti, il Museo del Castello Sforzesco e la Torre Velasca dei BBPR,  senza i quali Milano sarebbe ormai morta.



  
A Citylife si stanno costruendo migliaia di appartamenti di gran lusso, in edifici progettati dall'archistar Zaha Hadid, entro un'area, quella dell'ex Fiera, che gode di ottimo posizionamento urbano, e che soprattutto godrà della vicinanza di grandi infrastrutture. Facendo strame del concetto di pianificazione equilibrata, che sta alla base di ogni agglomerato urbano d'Europa, a Milano si è deliberatamente deciso di dimenticare ogni criterio di corretta pianificazione sociale, programmando e predisponendo, oltre ai sovradimensionati interventi speciali delle aree centrali, anche una adeguata messa a punto di "social housing" nelle periferie e nelle semi-periferie, capace di corrispondere alle esigenze della cittadinanza in condizioni di disagio. "Dimenticanza", questa,  frutto di una precisa opzione amministrativa. Così la storica "Capitale morale" si avvia a diventare campo e simbolo stesso di "Arroganza al potere".  E gli Archistar , che lo vogliano o no, ne divengono corresponsabili. La storia non li  potrà ricordare alla stregua di loro predecessori più sensibili alla "progettazione etica" (Aalto o Reima Pietila, Bakema e van der Broek o Alison e Peter Smithson, De Carlo o Aymonino, per non citarne che sei gruppi, di nazionalità e generazioni diverse, che non solo forme hanno lasciato, ma anche e soprattutto impegno e generosità).

Milano, 14 maggio 2011

Enrico Mercatali

1 comment:

  1. Nell'area ex varesine sono in vendita appartamenti su progetto che è necessario pagare solo per essere visionati. La cifra chiesta sfiora il ridicolo, a un mio conoscente sono stati chiesti 10.000 euro, che però vengono defalcati dal costo dell'appartamento in caso di rogito. Ho la fortuna di vivere in una zona di Milano che mantiene ancora tutto il sapore dell'austera signora dalla bellezza nascosta, ma questa città risente della politica ignorante e mercenaria degli ultimi decenni che la sta lentamente, ma voracemente, deturpando. Ed è triste.

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