Roma, la teca di Richard Meier che racchiude l'Ara Pacis, sommo monumento di romanità, oggi oggetto di costante attacco da parte della giunta capitolina, ed in primo luogo dal nefasto comportamento contro di essa a più riprese perpetrato dal suo primo cittadino (foto di Enrico Mercatali)
UNA GESTIONE DA BORDELLOl'Italia e i suoi beni culturali - l'evento "Dany" all'Ara Pacis
Sopra: ecco come il più prestigioso monumento all'arte scultorea di Roma antica
è stato ridotto a salone di concessionaria automobilistica
Sotto: uno dei numerosi straordinari bassorilievi che ornano la base dell'altare
più importante dell'antichità, d'età imperiale (foto di Enrico Mercatali)
Sopra: ecco come il più prestigioso monumento all'arte scultorea di Roma antica
è stato ridotto a salone di concessionaria automobilistica
Sotto: uno dei numerosi straordinari bassorilievi che ornano la base dell'altare
più importante dell'antichità, d'età imperiale (foto di Enrico Mercatali)
Baipassando in modo discutibile e senza troppa pubblicità i preposti organi di tutela (Sovrintendenza e Assessorati) il sindaco di Roma ha di fatto consentito il progetto "Dany" che l'intraprendente e spregiudicato amico Stefano Maccagnani aveva escogitato quale ennesimo e questa volta davvero micidiale attacco alla cultura del nostro paese. Questo progetto pubblicitario è consistito nell'utilizzare il prestigioso monumento della comunità romana, italiana e mondiale, l'Ara Pacis, a scopo totalmente ed esclusivamente personale. Infatti, nella sua veste di rampante imprenditore di Belumbury, azienda italianissima (nonostante il nome dal sound anglosassone) che produce vetturette "ecologiche", quali la Dany appunto, egli è riuscito a far piazzare due delle sue vetturette all'interno della nuova teca meieriana, proprio davanti al monumento scultoreo che, forse più di ogni altro, rappresenta l'arte romana nel mondo, fatto di bassorilievi marmorei di sublime fattura, capace di attirare flussi turistici ingentissimi, e perciò anche di attivare virtuosi processi economici.
Dopo quanto già era accaduto alla "teca" di Richard Meier (il famoso architetto americano invitato firmatario del progetto romano, nonchè di numerosissimi altri musei nel mondo tra cui il Paul Getty Museum di Los Angeles) non appena Alemanno divenne sindaco di Roma (che trattavasi di una vera e propria promessa di demolizione), dopo quanto appreso dai giornali circa l'avvenuta crescita di parentopoli, attorno alla sua stessa persona, ecco ora questo ennesimo passo falso, capace di denunciarne i gravi limiti di esercizio della sua pubblica funzione, ma anche di una incapacità, tutta italiana, di escogitare i veri problemi che ne attanagliano in questo momento la capacità di crescita.
Continuando di questo passo, credendo di far bene all'economia, ci avviamo a smantellarne i suoi principali pilastri, che sono l'arte di cui è pregna e il turismo che ad essa strettamente si lega
Roma, dicembre 2010
Enrico Mercatali
Veduta dell'interno della nuova teca meieriana, voluta dalla giunta veltroniana, uno dei rari esempi di buona architettura moderna capitolina (foto di Enrico Mercatali)
Dopo quanto già era accaduto alla "teca" di Richard Meier (il famoso architetto americano invitato firmatario del progetto romano, nonchè di numerosissimi altri musei nel mondo tra cui il Paul Getty Museum di Los Angeles) non appena Alemanno divenne sindaco di Roma (che trattavasi di una vera e propria promessa di demolizione), dopo quanto appreso dai giornali circa l'avvenuta crescita di parentopoli, attorno alla sua stessa persona, ecco ora questo ennesimo passo falso, capace di denunciarne i gravi limiti di esercizio della sua pubblica funzione, ma anche di una incapacità, tutta italiana, di escogitare i veri problemi che ne attanagliano in questo momento la capacità di crescita.
Continuando di questo passo, credendo di far bene all'economia, ci avviamo a smantellarne i suoi principali pilastri, che sono l'arte di cui è pregna e il turismo che ad essa strettamente si lega
Roma, dicembre 2010
Enrico Mercatali
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