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01 December 2010

MUSEO NOVECENTO - dal 6/10/2011


Si inaugura a Milano il
Museo del Novecento
Piazza Duomo
Apertura al pubblico il 6 dicembre 2010


Umberto Boccioni
Forme uniche di continuità dello spazi0, 1913, simbolo stesso del nuovo Museo del Novecento.
Questa scultura riassume in sè tutti i caratteri marinettiani della nuova arte futurista.
Una analoga versione è esposta al Mo.Ma di New Your

Si inaugura il 6 dicembre 2010 a Milano il Museo del Novecento, per il quale da anni lavorano diverse equipe di specialisti ed architetti.


Italo Rota, Museo del Novecento, Arengario Milano
Schizzo sintetico-concettuale che ne rappresenta le volontà progettuali

E' da oltre cinquant'anni che si parla a Milano d'un nuovo museo del '900, per collocarvi le collezioni già appartenenti al Museo d'arte Moderna, che, provvisoriamente, soggiornava nella Villa Reale di via Palestro, nonchè le collezioni private passate al Comune a seguito di importanti lasciti privati. Con esso anche da sempre si parla d'un museo d'arte contemporanea, che, in una città come Milano, non doveva mancare. Mentre di quest'ultimo poco ancora si sà, se non che la collocazione dovrebbe essere nell'area ex Fiera Campionaria di Milano City, il Museo del Novecento è finalmente decollato e siamo alle soglie della sua apertura ufficiale. Il programma dell'iniziativa, fin dal suo nascere, è stato quello di diffondere la conoscenza dell’arte del Novecento in modo da offrire al pubblico una molteplicità di punti di vista e possibilità di apprendere capacità critica. Inoltre esso è nato per la necessità di conservare, studiare e promuovere l'ampio patrimonio pubblico esistente in Milano attinente la cultura artistica del XX secolo, attraverso attività ricerca ed attività didattiche. Una pluralità di modi d'approccio è stata scelta quale modo per favorire interculturaleità e coinvolgimento d'un pubblico con ampio spettro di interessi, che spazia dagli addetti ai lavori, ai bambini, al turista frettoloso di passaggio.

Amedeo Modigliani, Ritratto di Paul Guillaum, 1916

Il museo, presso il Palazzo dell'Arengario, i cui lavori di restauro sono finiti proprio in questi giorni, mostrerà al pubblico più di quattrocento opere selezionate tra le quasi quattromila dedicate all'arte italiana del XX secolo, proprietà delle Civiche Raccolte d'Arte milanesi. Una parte del patrimonio appartiene a Casa Museo Boschi Di Stefano, che ha ospitato un nucleo della donazione dei collezionisti Antonio Boschi e Marieda Di Stefano.

Due icone milanesi a confronto:
Arengario (oggi sede del Museo Novecento - 1936 Piero Portaluppi,
Enrico Griffini, Piergiulio Magistretti, Giovanni Muzio)
e Torre Velasca (1956, B.B.P.R.)

L'ordinamento della collezione destinata al museo è stata oggetto di studio da parte del comitato scientifico, composto da Massimo Accarisi, direttore Centrale Cultura, Claudio Salsi, direttore Settore Musei, Marina Pugliese, direttore del Progetto, Lucia Matino, ex-direttore delle Civiche Raccolte d'Arte, Piergiovanni Castagnoli, ex-direttore della Galleria d'Arte Moderna di Torino, Flavio Fergonzi e Antonello Negri, docenti di storia dell'arte contemporanea rispettivamente presso l'Università degli Studi di Udine e l'Università degli Studi di Milano e da Vicente Todolì, direttore del museo Tate Modern di Londra.

Umberto Boccioni, Rissa in Galleria, 1910 (già collezione Jesi)

Il modello di allestimento e di sequenza cronologica delle opere scelte per il Museo del Novecento dalle grandi collezioni civiche parte dai suoi punti di forza: Futurismo, Novecento, Spazialismo, Arte Povera, e personalità artistiche di spicco come Boccioni, Carrà, Soffici, de Chirico, Sironi, Martini, Morandi, Fontana, Manzoni, Kounellis e molti altri.

Il Museo del Novecento si propone inoltre come vetrina per gli artisti oggi attivi nel territorio nazionale, in un rapporto di continuità con il futuro museo di arte contemporanea, che avrà invece, quando vi sarà, un respiro internazionale.
Sarà riservata un'attenzione particolare all'attività di ricerca per la tutela e la conservazione del patrimonio d'arte del secolo XX e di quella attuale, con uno specifico interesse per le nuove pratiche artistiche.

Milano, l'Arengario visto dalla piazzetta Reale, visione notturna.
"Sarà l'arte, e non il palazzo, a comunicare già all'esterno ciò che vi si vedrà all'interno": così spiega Italo Rota,
illustrando il suo progetto. Infatti, attraverso le grandi vetrate, già da Piazza del Duomo si vedranno i neon di Fontana
e "Il Quarto Stato" di Pelizza da Volpedo

La collezione della Galleria d'Arte Moderna di Milano ebbe origine dalle cospicue donazioni di cittadini benemeriti che destinarono ai Musei Civici le proprie raccolte artistiche. Nel 1903 la Galleria d'Arte Moderna fu istituita quale luogo destinato ad accogliere le ormai ricche raccolte d'arte contemporanea. La prima sede di questa collezione fu la Sala della Balla al Castello Sforzesco e solo nel 1921 la raccolta fu trasferita presso la Villa Reale di via Palestro, ceduta al Comune dalla casa regnante l'anno precedente. Nel 1954 fu inaugurato il Padiglione d'Arte Contemporanea, progettato da Ignazio Gardella. La struttura, pur pregevole e all'avanguardia, si dimostrò ben presto più adatta ad ospitare mostre temporanee che non il museo d'arte contemporanea fino ad allora tanto ambito. Solo con il progetto del futuro CIMAC (Civico Museo d'Arte Contemporanea) voluto dalla direttrice Mercedes Garberi, si inziò a pensare ad una sede specifica per le collezioni.
Il CIMAC fu infatti aperto in una sede provvisoria al secondo piano di Palazzo Reale nel 1984. Nel 1998 venne chiuso a causa dei lavori per il restauro del palazzo.

Manifesto di una mostra su Marinetti e il Futurismo tenutasi al Palazzo delle Stelline nel 2009

Il museo vuole proporsi come istituto culturale d'eccellenza per la ricerca, la comprensione e l'approfondimento dei fenomeni artistici, delle forme e dei linguaggi del secolo appena concluso. A tale riguardo l'Archivio del Novecento sarà preposto alla conservazione e consultazione di fondi archivistici e di grafica prodotti nel corso del secolo, della documentazione relativa alle collezioni del museo e alle relazioni delle Civiche Raccolte d'Arte con altre istituzioni cittadine nel corso del Novecento.

Interno del palazzo dell'Arengario, completamente svuotato durante i lavori per il nuovo Museo del Novecento.
Dice l'Architetto Italo Rota che questo museo è stato reso possibile proprio dal fatto che nel 1936 si sono interrotti
i lavori di costruzione interni al palazzo, e che questi non sono mai più stati ripresi, lasciandone così vuoto l'involucro.

L'archivio, collocato nei locali del secondo piano di Palazzo Reale che si affacciano su via Rastrelli e con un ingresso indipendente rispetto al museo, avrà a disposizione due zone: un'ampia sala di consultazione ed esposizione di materiale grafico e due ambienti destinati a deposito.
Saranno consultabili alcuni materiali relativi alle collezioni del Novecento copiati dall'Archivio dei Musei artistico e archeologico municipali di Milano e altri fondi, tra cui:
Archivio Bisi Fabbri, Fondo Marinetti, PiazzoniLettere di Marinetti, Collezione Cangiullo.

Carlo Carrà, "Il cavaliere rosso", 1913, già appartenuto alla Collezione Jucker

La trasformazione del Palazzo dell'Arengario in Museo del Novecento, a cura di Italo Rota e Fabio Fornasari, si pone quale obiettivo fondamentale l'organizzazione all'interno del contenitore storico di un sistema museale semplice e lineare, che permetta di ottimizzare l'utilizzo degli spazi a disposizione e di restituire un'immagine forte e attraente all'edificio e alla nuova istituzione, così da trasformarlo in uno dei luoghi privilegiati della cultura a Milano. Nello spazio verticale della torre, è stato inserito un sistema di risalita verticale con una rampa a spirale che dal livello della metropolitana raggiunge la terrazza panoramica affacciata su piazza Duomo. Lo scalone, la terrazza e lo splendido balcone coperto faranno parte di un percorso che offre su Piazza Duomo una visione particolare ai milanesi e ai turisti. L'edificio dell'Arengario è stato collegato direttamente al secondo piano di Palazzo Reale tramite una passerella sospesa. Questo "pontile", discreto e minimale non è semplicemente un ponte tra due edifici, ma anche un modo di scoprire l'affascinante stratificazione storica dei palazzi dell'area compresa tra via Rastrelli e piazza Diaz.

L'intervento per la realizzazione del Museo del Novecento ha comportato la demolizione dei volumi interni dell'Arengario, e la conservazione delle facciate esistenti che sono state restaurate.
Gli scavi, eseguiti per poter ricostruire i nuovi volumi previsti nell'area del cortile interno, hanno portato alla luce numerosi manufatti di epoca medievale e romana. La Soprintendenza per i Beni Archeologici ha provveduto al rilievo dei reperti storici, alcuni dei quali saranno restaurati e riproposti all'interno del museo.

Rendering di progetto di Palazzo Arengario divenuto Museo Novecento: Le luci e le immagini che dal suo interno emergono sulla piazza già informano circa lo "spirito del tempo" che in esso si fa teatro: tutta la "Milanesità del Futurismo" già in esso si esprime.

Nello spazio vuoto all'interno dell'edificio sono state costruite le strutture orizzontali e verticali che definiscono il percorso museale. I collegamenti verticali sono stati realizzati con impianti elevatori, scale mobili e una rampa di forma elicoidale, contornata da una vetrata curvilinea, che caratterizza la parte di edificio prospiciente piazza Duomo.
Una particolarità dell'intervento è il ripristino del collegamento interrato già esistente, che permetterà di raggiungere il museo direttamente dalla metropolitana.

Il manifesto della mostra tenutasi a Palazzo Reale tra febbraio e giugno 2009:
"Futurismo 1909-2009" in occasione del centenario. In esso si illustra di Umberto Boccioni, "Elasticita", del 1912



Gli orari di apertura al pubblico del Museo sono i seguenti:


LUNEDI 14.30 - 19.30, MARTEDI,MERCOLEDI,VENERDI,DOMENICA 9.30 - 19.30GIOVEDI - SABATO 9.30 - 22.30Dal 7 dicembre 2010 al 28.2.2011 l’ingresso è gratuito.Nei giorni 7 e 8 dicembre 2010 il Museo resterà aperto dalle 9.30 alle 19.30.Durante le festività natalizie il Museo si atterrà ai seguenti orari di apertura:24 DICEMBRE 9.30 - 14.00, 25 DICEMBRE 14.30 - 22.30, 26 DICEMBRE 9.30 - 19.3031 DICEMBRE 9.30 - 14.00, 1 GENNAIO 14.30 - 22.30, 6 GENNAIO 9.30 - 22.30

Milano, 1 dicembre 2010
Enrico Mercatali






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