Alessandro Antonelli, cupola di San Gaudenzio a Novara. In primo piano Casa Bossi Desanti
(foto di Enrico Mercatali)
ALESSANDRO ANTONELLI
LA CUPOLA NOVARESE DI SAN GAUDENZIO
"Essa costituisce un unicum nella storia dell'architettura mondiale e rappresenta una delle strutture murarie più ardite mai concepite"
ALESSANDRO ANTONELLI
LA CUPOLA NOVARESE DI SAN GAUDENZIO
"Essa costituisce un unicum nella storia dell'architettura mondiale e rappresenta una delle strutture murarie più ardite mai concepite"
di Elena Rame
Alessandro Antonelli - Quarto progetto per la cupola di San Gaudenzio, 1855 Novara,
Archivio di Stato
Archivio di Stato
L'idea di fornire un coronamento monumentale alla basilica di San Gaudenzio era nell'aria da tempo immemorabile, ma sarà solo dopo il 1825 che si creeranno le condizioni ideali per poter finalmente mettere mano al progetto. In quell'anno con un "brevetto" il Re Carlo Felice di Savoia concede alla Fabbrica lapidea, organo che ancora oggi cura la Basilica, il diritto di usufruire del ricavato di alcune imposte; nell'arco di qualche anno si riescono così a reperire i fondi per poter dare inizio ai lavori. Nel 1840 i fabbricieri prendono contatti con l'Antonelli e gli affidano la costruzione della cupola e il rifacimento della facciata della basilica: questo secondo punto non verrà mai completato e verrà realizzata solo la porta in noce con rosoni e teste in ferro fuso ancora oggi in uso.
La costruzione della basilica avvenne tra il 1577 e il 1656 su disegno di Pellegrino Tibaldi. Il campanile, progettato da Benedetto Alfieri, fu eretto fra il 1753 e il 1786. La cupola, che è il simbolo di Novara e che raggiunge i 121 metri di altezza, fu aggiunta tra il 1844 e il 1888 da Alessandro Antonelli. Nella basilica lo Scurolo custodisce l’urna con i resti di san Gaudenzio, primo vescovo della città. Le cappelle ospitano importanti opere pittoriche di Gaudenzio Ferrari (1475-1546), di Tanzio da Varallo, del Moncalvo, del Morazzone, del Fiammenghino (XVI-XVII secolo).
La prima versione della cupola è molto diversa dalla "cupola-torre" di 121 metri che oggi svetta sulla città, frutto di diversi progetti e di numerose piccole, grandi modifiche apportate dall'architetto durante gli oltre quarant'anni di cantiere.
L'estero della struttura è scandito da una "geometria di vuoti e di pieni" e da due colonnati che contribuiscono a dare la sensazione di ancora maggiore slancio; si riesce inoltre ad in tuire la successione di cerchi che la compone e che gradualmente sale verso il cielo.
La cupola è sostenuta da quattro coppie di archi in muratura che, disposti a quadrato, vanno ad innestarsi sui pilastroni d'angolo del presbiterio tardo cinquecentesco.
La cupola antonelliana novarese vista dall'alto, dominante la città
In anni in cui altrove sta prendendo piede l'"architettura del ferro", l'Antonelli sceglie di utilizzare ben 2046 metri cubi di mattoni di provenienza esclusivamente locale, e dà un saggio dell'abilità delle maestranze novaresi.
L'impresa costituisce un unicum nella storia dell'architettura mondiale e rappresenta una delle strutture murarie più ardite mai concepite. I documenti del cantiere narrano di come l'architettoimponesse nei suoi capitolati che ogni materiale fosse di primissima qualità, così da evitare che la stabilità della sua "invenzione" venisse compromessa.
Novara, San Gaudenzio: visione della cupola antonelliana dal basso
I lavori verranno completati entro 1887, anno in cui il vescovo potrà celebrarne la conclusione durante la festività patronale. Le operazioni di consolidamento di volte e sottofindazioni proseguiranno comunque fino all'anno successivo.
Anche la Cupola, come il Duomo, è in parte incompiuta: non verrà mai realizzato l'affresco su più livelli raffigurante il Trionfo di San Gaudenzio, così come non verranno mai collocate le statue a completamento del "guscio". Entrambe le proposte saranno abbandonate a causa della carenza cronica di fondi e dei rapporti, spesso burrascosi, tra l'architetto e gli amministratori.
Nella saletta attigua all'ingresso nella basilica, sede della Fabbrica Lapidea, sono esposti due splendidi modelli lignei originali utilizzati dall'Antonelli all'interno del cantiere.
Elena Rame
siamo sicuri dei contenuti espressi?
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