TACCUINI INTERNAZIONALI VISITA CASA BOSSI
A NOVARA
DI ALESSANDRO ANTONELLI
(testo e foto di Enrico Mercatali)
A NOVARA
DI ALESSANDRO ANTONELLI
(testo e foto di Enrico Mercatali)
Casa Bossi
il particolare di un capitello in granito ossolano del colonnato della corte interna principale
il particolare di un capitello in granito ossolano del colonnato della corte interna principale
Casa Bossi, angolo tra Baluardo Quintino Sella e via Pierlombardo. Lo scorcio, di scenografico effetto, attesta la qualità urbana dell'edificio. Alle spalle la cupola di San Gaudenzio. Entrambe le opere sono di Antonelli
Ho dedicato ancora una giornata a Casa Bossi, capolavoro novarese di Alessandro Antonelli, da anni ormai in totale decadenza, e bisognoso adesso di rinascere.
Il Comitato d'Amore di Casa Bossi, del quale parlava Eliana Frontini dalle colonne di questi Taccuini in un suo articolo del mese di Agosto 2010 (vedi Archivio -Agosto, anche con versione inglese), che aveva già organizzato due giornate in aprile 2010, ha riconvocato il pubblico interessato anche in quest'ultimo week-end di ottobre, per consentire al pubblico di vedere l'edificio, normalmente chiuso e transennato, in accordo anche con l'amministrazione comunale della città, per raccogliere fondi e ridare slancio e passione all'idea di un recupero integrale ad usi pubblici dell'"edificio simbolo" della città, assieme alla cupola della cattedrale, opera dello stesso autore.
Oggi un manifesto apposto su tutti i muri della città così recita:
" Casa Bossi, già Desanti (1859), Baluardo Quintino Sella angolo via Pier Lombardo, Novara.
L'edificio rappresenta uno dei migliori esempi di architettura civile ottocentesca. E' un palazzo signorile, espressamente residenziale, ubicato in posizione privilegiata, nella zona più elevata lungo il margine occidentale della città.
Casa Bossi si presenta con un orientamento inconsueto che, caratterizzandola in modo originale, diventa il tramite di lettura più immediato per coglierne alcune prerogative specifiche di eccezionale qualità e valore. L'indipendenza dal tracciato viario e dalle relative servitù urbane, risulta ulteriormente amplificata dall'autorevole ed incontrastato rivolgersi dell'edificio verso il magnifico paesaggio sottostante.
Se dall'esterno appaiono evidenti il dominio dell'ambiente ed il particolare rapporto con la città e la sua Cupola, con altrettanta determinazione emergono,dall'interno, le scelte progettuali sostanziali di questa astraordinaria opera antonelliana. Estrema avanguardia ed altissima qualità architettonica contradistinguono infatti tutti i diversi organismi del palazzo. In un unico armonico insieme sono concentrate numerosissime ed audaci soluzioni strutturali, spesso accompagnate da originali ed innovative tecniche costruttive specifiche, mentre di notevole interesse risulta essere l'esito complessivo di tali particolari risoluzioni, che si traduce in una serie molto varia di spazi differentemente fruibili ed in una raffinata applicazione dei diversi apparti decorativi utilizzati. L'effetto generale è di grande suggestione e di forte impatto emotivo."
E' un testo, questo, che, per essere quello di un manifesto urbano indirizzato a tutti i cittadini, sembra perfino troppo specialistico, se non per quei toni entusiastici che trasmette, certamente chiari nell'intento di coinvolgere tutti entro una dimensione collettiva dell'istanza che vi emerge, che sembra quasi un appello accorato ad accorrere al capezzale di un malato grave, d'illustre rango.
Poisso testimoniare personalmente, qui riportando l'orientamento del nostro magazine, che esso appare del tutto giustificato sia per l'importanza storica dell'opera, in quanto appartenente al novero di opere già mai abbastanza acclamate del suo autore, quanto anche per l'intrinseco attestarsi, come recita senza equivoci od eccessiva enfasi quel manifesto, d'una serie di evidentissime qualità, all'occhio di un addetto ai lavori, che apparirebbero subito evidenti anche a un profano, qualora, di Casa Bossi, gli si potesse offrire una immagine meno degradata dell'attuale, e magari anche, una destinazione capace di esaltarne tutti i più minuti pregi, in un rinnovato ruolo pubblico, prima di tutto "museale" di sè stesso, ma possibilmente anche, dei valori specifici che tutta l'opera antonelliana sà esprimere, se ancor meglio studiata, e ben divulgata alle generazioni future.
Purtroppo l'edificio, sia pur nella visita che se ne è potuta fare anche all'interno, non è complessivamente visitabile ai piani alti, per l'oggettivo stato di grave degrado, ma, dai pochi elementi che ne sono emersi al piano terreno, esso ha potuto già manifestare appieno quelle qualità che non si fanno attendere, in tale misura e livello, solo da parte di un grande inbterprete d'una società e di un'epoca, quale certamente è stato l'Antonelli nell'ambito dell'ottocento piemontese, ma che travalicano anche tale ambito per raggiungere, e forse talvolta superare, perfino i più eccelsi maestri contemporanei d'oltralpe, ai quali egli si ricollega per dare senso a un'epoca, ma anche a proiettare indicazioni oggettivamente d'avanguardia alle generazioni future.
In questa opera infatti, forse più nelle altre più internazionalmente famose, prime tra tutte le cupole di Novara e Torino, tutte tese alle ardimentose vette d'una ricerca ossessiva d' altezza che effettivamente le rese a lungo le più alte d'Europa e poi d'Italia, possono essere scoperte le più occulte capacità di Antonelli, ed il vero estro creativo, le sue obbiettive capacità d'essere innovativo, anche in una opera forse meno impegnativa di quelle sul piano dell'arditezza strutturale, ma forse più di quelle capace di proporre scenari contenuti ma sbalorditivi in termini di composizione e articolazione degli spazi, di intersecazione degli stessi producendo risultati oltrechè di grande impatto estetico, anche di indubbia modernità sul piano funzionale.
E' nell'intersezione degli spazi più riservati con quelli più pubblici, di quelli abitativi con quelli di servizio, delle volumetrie chiuse con quelle aperte, e di queste con quelle semiaperte sugli spazi interni a corte, che stupisce per originalità e fantasia di soluzioni, così come appare di grande risalto nella lunga manica d'accesso alla corte interna quella pioggia di luce sulla destra, capace di svelare nel buio dell'androne il cavedio risolto anch'esso come fosse un secondo cortile della casa. Le stesse scale che si affiancano, quella padronale da quella di servizio, come per rincorrersi l'un l'altra per risolvere in piena funzionalità le operazioni di supporto alle esigenze operative della famiglia residente e dei loro ospiti. In questa ricerca di soluzioni anche funzionalmente razionali l'Antonelli ha saputo dare sfoggio della sua maestria nell'utilizzo plastico delle strutture, capaci di svelare una leggerezza d'intento da fare invidia ai più moderni, così dando sfoggio d'un impianto scenografico, a volte, più che solamente edilizio, per far sì che la luce abbia capacità d'insinuarsi ovunque nella casa, dal davanti e dal retro, dall'alto come dai fianchi, per inondare ogni più recondito angolo del suo impianto. Una luce filtrata da ringhiere a più piani, da portici ed androni, da ballatoi aperti nel vuoto per diventare oggetto di punti di vista fortemente diagonalizzati: una visione molteplice nei punti di vista che oggi potrebbe far venire alla mente l'enigmistica geometria di Escher.
Rimandiamo, per un approfondimento critico al bel libretto che, durante le ultime visite, veniva offerto al pubblico, intitolato: "Un simbolo di Novara da salvare - Casa Bossi", promosso dal Comitato d'Amore Casa Bossi e dai Lions Club Novara Host per contribuire a promuovere la conoscenza, la conservazione, la valorizzazione ed il recupero di questo importante monumento della Città di Novara. Al suo interno troverete un bell'apparato fotografico anche storico, foto degli interni anche ai piani superiori dell'edificio, rilievi planimetrici, ed un testo ricco di suggestione ed una bibliografia specifica, a firma di Franco Bordino.
Enrico Mercatali
Novara, 30 ottobre 2010
Il Comitato d'Amore di Casa Bossi, del quale parlava Eliana Frontini dalle colonne di questi Taccuini in un suo articolo del mese di Agosto 2010 (vedi Archivio -Agosto, anche con versione inglese), che aveva già organizzato due giornate in aprile 2010, ha riconvocato il pubblico interessato anche in quest'ultimo week-end di ottobre, per consentire al pubblico di vedere l'edificio, normalmente chiuso e transennato, in accordo anche con l'amministrazione comunale della città, per raccogliere fondi e ridare slancio e passione all'idea di un recupero integrale ad usi pubblici dell'"edificio simbolo" della città, assieme alla cupola della cattedrale, opera dello stesso autore.
Oggi un manifesto apposto su tutti i muri della città così recita:
" Casa Bossi, già Desanti (1859), Baluardo Quintino Sella angolo via Pier Lombardo, Novara.
L'edificio rappresenta uno dei migliori esempi di architettura civile ottocentesca. E' un palazzo signorile, espressamente residenziale, ubicato in posizione privilegiata, nella zona più elevata lungo il margine occidentale della città.
Casa Bossi, un angolo tra le facciate della corte interna principale e il portico del piano terra.
E' assai interessante notare che il portico appartenente al lato lungo della corte sia il prolungamento dell'androne di ingresso, col quale forma una "strada" rettilinea interna al palazzo
E' assai interessante notare che il portico appartenente al lato lungo della corte sia il prolungamento dell'androne di ingresso, col quale forma una "strada" rettilinea interna al palazzo
Casa Bossi si presenta con un orientamento inconsueto che, caratterizzandola in modo originale, diventa il tramite di lettura più immediato per coglierne alcune prerogative specifiche di eccezionale qualità e valore. L'indipendenza dal tracciato viario e dalle relative servitù urbane, risulta ulteriormente amplificata dall'autorevole ed incontrastato rivolgersi dell'edificio verso il magnifico paesaggio sottostante.
Casa Bossi, veduta assiale del portico rettilineo che collega la corte principale al portone di ingresso della casa, su via Pierlombardo, divenendo tangente, a metà percorso della seconda piccola corte interna
Se dall'esterno appaiono evidenti il dominio dell'ambiente ed il particolare rapporto con la città e la sua Cupola, con altrettanta determinazione emergono,dall'interno, le scelte progettuali sostanziali di questa astraordinaria opera antonelliana. Estrema avanguardia ed altissima qualità architettonica contradistinguono infatti tutti i diversi organismi del palazzo. In un unico armonico insieme sono concentrate numerosissime ed audaci soluzioni strutturali, spesso accompagnate da originali ed innovative tecniche costruttive specifiche, mentre di notevole interesse risulta essere l'esito complessivo di tali particolari risoluzioni, che si traduce in una serie molto varia di spazi differentemente fruibili ed in una raffinata applicazione dei diversi apparti decorativi utilizzati. L'effetto generale è di grande suggestione e di forte impatto emotivo."
Casa Bossi, il portico che si sviluppa lungo tutto il perimetro della grande corte principale interna determina una sensazione complessiva di grande leggerezza, nonchè di grande efficacia compositiva
E' un testo, questo, che, per essere quello di un manifesto urbano indirizzato a tutti i cittadini, sembra perfino troppo specialistico, se non per quei toni entusiastici che trasmette, certamente chiari nell'intento di coinvolgere tutti entro una dimensione collettiva dell'istanza che vi emerge, che sembra quasi un appello accorato ad accorrere al capezzale di un malato grave, d'illustre rango.
Casa Bossi, sopra e sotto due immagini della piccola corte secondaria, collocata in posizione intermedia e laterale tra l'ingresso e la corte principale. Anche questa, necessaria a diffondere la luce dalla sommità dell'edificio alla parte più interna di esso, è completamente circondata da portici, che conferiscono grande ariosità e leggerezza a tutto l'impianto distributivo del piano terra
Poisso testimoniare personalmente, qui riportando l'orientamento del nostro magazine, che esso appare del tutto giustificato sia per l'importanza storica dell'opera, in quanto appartenente al novero di opere già mai abbastanza acclamate del suo autore, quanto anche per l'intrinseco attestarsi, come recita senza equivoci od eccessiva enfasi quel manifesto, d'una serie di evidentissime qualità, all'occhio di un addetto ai lavori, che apparirebbero subito evidenti anche a un profano, qualora, di Casa Bossi, gli si potesse offrire una immagine meno degradata dell'attuale, e magari anche, una destinazione capace di esaltarne tutti i più minuti pregi, in un rinnovato ruolo pubblico, prima di tutto "museale" di sè stesso, ma possibilmente anche, dei valori specifici che tutta l'opera antonelliana sà esprimere, se ancor meglio studiata, e ben divulgata alle generazioni future.
Casa Bossi, il corpo scala principale, generosamente illuminato dall'alto, tirantato dall'alto con tecniche per allora altamente innovative, costituisce un momento di estremo interesse tecnologico e strutturale. Vi è affiancato, con geniale soluzione distributiva, il corpo scala secondario di servizio, integrato da un sistema di collegamenti tra loro trasversali
Purtroppo l'edificio, sia pur nella visita che se ne è potuta fare anche all'interno, non è complessivamente visitabile ai piani alti, per l'oggettivo stato di grave degrado, ma, dai pochi elementi che ne sono emersi al piano terreno, esso ha potuto già manifestare appieno quelle qualità che non si fanno attendere, in tale misura e livello, solo da parte di un grande inbterprete d'una società e di un'epoca, quale certamente è stato l'Antonelli nell'ambito dell'ottocento piemontese, ma che travalicano anche tale ambito per raggiungere, e forse talvolta superare, perfino i più eccelsi maestri contemporanei d'oltralpe, ai quali egli si ricollega per dare senso a un'epoca, ma anche a proiettare indicazioni oggettivamente d'avanguardia alle generazioni future.
Casa Bossi, il secondo corpo scala principale, presso il secondo ingresso sul lato dei bastioni, è ancor più arioso e scenografico del precedente: lunghi ponti balaustrati diventano leggeri punti di sosta tra un piano e l'altro, ove le visuali diagonali si moltiplicano
In questa opera infatti, forse più nelle altre più internazionalmente famose, prime tra tutte le cupole di Novara e Torino, tutte tese alle ardimentose vette d'una ricerca ossessiva d' altezza che effettivamente le rese a lungo le più alte d'Europa e poi d'Italia, possono essere scoperte le più occulte capacità di Antonelli, ed il vero estro creativo, le sue obbiettive capacità d'essere innovativo, anche in una opera forse meno impegnativa di quelle sul piano dell'arditezza strutturale, ma forse più di quelle capace di proporre scenari contenuti ma sbalorditivi in termini di composizione e articolazione degli spazi, di intersecazione degli stessi producendo risultati oltrechè di grande impatto estetico, anche di indubbia modernità sul piano funzionale.
E' nell'intersezione degli spazi più riservati con quelli più pubblici, di quelli abitativi con quelli di servizio, delle volumetrie chiuse con quelle aperte, e di queste con quelle semiaperte sugli spazi interni a corte, che stupisce per originalità e fantasia di soluzioni, così come appare di grande risalto nella lunga manica d'accesso alla corte interna quella pioggia di luce sulla destra, capace di svelare nel buio dell'androne il cavedio risolto anch'esso come fosse un secondo cortile della casa. Le stesse scale che si affiancano, quella padronale da quella di servizio, come per rincorrersi l'un l'altra per risolvere in piena funzionalità le operazioni di supporto alle esigenze operative della famiglia residente e dei loro ospiti. In questa ricerca di soluzioni anche funzionalmente razionali l'Antonelli ha saputo dare sfoggio della sua maestria nell'utilizzo plastico delle strutture, capaci di svelare una leggerezza d'intento da fare invidia ai più moderni, così dando sfoggio d'un impianto scenografico, a volte, più che solamente edilizio, per far sì che la luce abbia capacità d'insinuarsi ovunque nella casa, dal davanti e dal retro, dall'alto come dai fianchi, per inondare ogni più recondito angolo del suo impianto. Una luce filtrata da ringhiere a più piani, da portici ed androni, da ballatoi aperti nel vuoto per diventare oggetto di punti di vista fortemente diagonalizzati: una visione molteplice nei punti di vista che oggi potrebbe far venire alla mente l'enigmistica geometria di Escher.
Rimandiamo, per un approfondimento critico al bel libretto che, durante le ultime visite, veniva offerto al pubblico, intitolato: "Un simbolo di Novara da salvare - Casa Bossi", promosso dal Comitato d'Amore Casa Bossi e dai Lions Club Novara Host per contribuire a promuovere la conoscenza, la conservazione, la valorizzazione ed il recupero di questo importante monumento della Città di Novara. Al suo interno troverete un bell'apparato fotografico anche storico, foto degli interni anche ai piani superiori dell'edificio, rilievi planimetrici, ed un testo ricco di suggestione ed una bibliografia specifica, a firma di Franco Bordino.
Enrico Mercatali
Novara, 30 ottobre 2010
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