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01 October 2014

Milano - Il Napoleone del Canova è stato restituito alla Citta, dopo i restauri - di Enrico Mercatali






Napoleone Bonaparte
opera del Canova a Brera



è stato restituito ieri ai milanesi 
dopo il lungo restauro




Sopra al titolo: ingresso al cortile d'onore del Palazzo di Brera, già Collegio dei Gesuiti, opera di Francesco Maria Richini iniziata nel 1615, con al centro la statua canoviana di Napoleone. Sotto al titolo: i ponteggi per il restauro della statua, ieri asportati definitivamente per mostrare l'opera nella sua originaria bellezza.



E' questa di Brera, posta al centro dello splendido cortile cinquecentesco del Richini,  una statua-simbolo di milanesità colta e raffinata, commissionata nel 1811 in omaggio a chi fu fondatore della Real Galleria di Brera, ed ivi collocata, al centro della corte di ingresso, nel 1859. Nel tempo essa rappresentò Milano, le sue munifiche istituzioni, prosperate specialmente sotto Maria Teresa d'Austria, il suo amore per il periodo artistico che la fece più internazionalmente più nota, più bella, e più ricca di "magnificenza civile". Ecco perchè, quando la statua mostrò segni di malattia,  al suo capezzale, ove si sono rese necessarie le cure ora terminate con successo, erano accorsi così tanti privati, la più parte raccoltasi attorno all'associazione "Amici di Brera", presieduta da Aldo Bassetti. Ecco perchè da ieri è aumentato il flusso di curiosi, e di amanti dell'arte, da quando appunto, al centro del cuore di Brera,  è tornato a vivere in bellezza uno dei più bei nudi maschili della storia dell'arte neoclassica, opera di quello che fu il più grande innovatore dell'arte scultorea dopo Bernini, Antonio Canova, al cui nome così tanto alla città è legato non solo per quest'opera, ma per tutto il lascito ampio di scoperte e di magnificenze che lo stile neoclassico da lui al meglio rappresentato di cui la città ha più di tante altre beneficiato.




Il ritorno dell'opera è stata giustamente salutata come un benefico ritorno alla normalità, essendo stata assai "sentita" come perdita, da tutta la città, sia pure momentanea, quella che ha visto vuoto, e privo del suo maggior ornamento, lo spazio pubblico più amato di Milano. I motivi di questo amore sono molteplici, primo tra tutti quello di aprire le porte alla Pinacoteca di Brera, insigne momumento dell'arte mondiale, che tanti capolavori annovera nelle sue sale; secondo quello di rappresentare il luogo-simbolo della rinascita della città, avvenuto più volte, qui, nelle diverse epoche, a partire da quella tardo cinquecentesca che vide la presenza di Galileo all'interno della sua innovativa specola, per passare a quella napoleonica, che ha visto Milano per la prima volta annoverarsi tra i più importanti e influenti centri urbani d'Europa (valorizzazione del Castello Sforzesco, progetto del Foro Bonaparte, avvio di una politica urbanistica di grande respiro con l'apertura di importanti collegamenti tra la Ca' Granda e l'arrivo in città della Strada del Sempione, suggellato dal nuovo simbolico punto di arrivo in città dalla direzione di Parigi, l'Arco della Pace), e che vide sorgere, sotto Maria Teresa d'Austria, i suoi luoghi istituzionali più prestigiosi nella Biblioteca Braidense, nell'Accademia di belle Arti, nell'Orto Botanico, per attraversare infine la sua ultima fatica, che lo vide semidistrutto durante la seconda guerra mondiale e quindi rinato nella sua forma attuale.

Attende ora, il monumento che attornia come prezioso perno immortale la grande statua del Canova, una sua ulteriore fase di rinascita, che la vedrà nei prossimi anni di nuovo al centro di un importante ampliamento che già tanti sforzi è costato, sia in termini di appassionata e pervicace volontà intellettuale da parte dei suoi sovrintendenti, a partire dalla seconda metà degli anni '60, che in termini di impegno economico, sempre ai limiti dell'irreale.





L'opera canoviana, rimessa ora in perfetta forma sul suo piedistallo, segnerà simbolicamente l'avvio di questa fase, che dovrà vedere meglio allineata la Pinacoteca agli altri grandi musei del mondo, sia in termini di organizzazione delle sale, sia riguardo ad una più consistente rotazione delle opere poste a magazzino nelle sale aperte al pubblico e nelle mostre specializzate, sia nell'articolazione degli spazi museali, da quelli propriamente espositivi a quelli di servizio al pubblico ed ai tecnici, che potranno disporre dei maggiori spazi derivanti dall'acquisizione di quelli del vicino Palazzo Citterio, e da quelli dell'Accademia, in fase di trasferimento nelle nuove sedi.





Tornando all'evento che apre questo articolo, la ricollocazione definitiva della statua bronzea al centro della corte del Richini, hanno fatto scalpore le notizie che sono su di essa state diramate in questi giorni sui giornali, raccolte nel corso delle ricerche effettuate durante i restauri. Una di questa rigurada l'enorme somma di denaro che l'opera venne a costare quando fu ordinata. Si parla di 40 chili d'oro, che corrisponderebbero alla cifra odierna di un milione e 200 mila euro. Di questi 40 chili d'oro, per la fusione se ne spesero solamente un chilo e mezzo. Questo significa che gli altri 38, 5 chili hanno fatto da lauto onorario per il suo autore, che ne progettò la realizzazione, ne fece un modello in creta e ne curò personalmente la patinatura. Sapevamo che Canova era a capo di un grande e moderno laboratorio, pieno di maestranze specializzate, e pieno anche di commesse internazionali, ma tanto non avevamo immaginato.




L'intero complesso di Brera nella visione aerea




Il restauro si deve al finanziamento prevalente della Bank of America Merrill Lynch. Piero Bassetti ha ieri preso l'impegno di spendere i 100 mila euro raccolti dagli Amici di Brera per eseguire una nuova illuminazione di due sale della Pinacoteca e per avviare il restauro di 6 statue del cortile, quelle più fortemente danneggiate dalla loro lunga vita priva di manutenzione.

 Restiamo in attesa di veder avviare i grandi e ben più complessi lavori per il recupero di Palazzo Citterio e degli spazi oggi dell'Accademia. Brera ha bisogno di dare più vigore la sua attività scientifica, espositiva e turistica, anche, e non solo, per diventare più diretto ed efficace concorrente delle altre analoghe istituzioni pibbliche e private del mondo, ma anche per diventare parte di un processo più ampio di sviluppo del nostro Paese, e motore essa stessa di una ripresa oggi più che mai necessaria della sua economia.

 

Un ritratto dipinto, un monumento: due realtà simboliche di una Milano in grande crescita, non solo economica, ma anche culturale ed istituzionale. Maria Teresa, arciduchessa d'Austria, in un ritratto di Martyn van Meytens, 1759, e  L'Arco della Pace (Luigi Cagnola, realizzazione tra il 1807 e il 1838).

La statua bronzea di Napoleone, in veste di "Marte Pacificatore", realizzata da Canova a partire dal 1811, e posta in mezzo al cortile richiniano di Brera, si colloca al centro di questo arco di tempo, sintetizzandone il percorso nella memoria simbolica dei milanesi di oggi, che vorrebbero si potesse ritornare a guardare in avanti con fiducia e spirito creativo, come fecero i cittadini di allora.


Enrico Mercatali
Milano, 2 Ottobre 2014

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