Una recente realizzazione di spazio domestico a Higashi-Hiroshima in Giappone. L'architetto (Suppose Design Office) ha concepito la casa per una giovane coppia con figli, come un volume frammentato in cellule separate nelle quali le funzioni principali della famiglia vengono rese autonome, ed esaltate nelle loro caratteristiche fondamentali, mediante uno spazio intermedio detto "Doma", in terra battuta, in bilico tra pubblico e privato, tra interno ed esterno. Realizzazione bizzarra, frutto della collaborazione tra la fantasia del progettista e le esigenze espresse dal committente. Le immagini di copertina di ogni articolo della rubrica verranno selezionate da Taccuini, tra le proposte di architettura e arredo contemporaneo, quelle che più sperimentano soluzioni innovative rispetto agli archetipi della tradizione, proponendo novità interessanti.
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Psicologia e Feng-shui
per Capire gli Spazi che Viviamo
e saperne meglio valutare gli influssi
che hanno sui nostri comportamenti, il nostro umore, i nostri pensieri, la nostra salute
che hanno sui nostri comportamenti, il nostro umore, i nostri pensieri, la nostra salute
Taccuini
Internazionali avvia una rubrica dedicata agli ambienti che viviamo,
all'architettura dei micro-spazi ambientali nei quali passiamo parte del nostro
tempo (interni od esterni, privati o pubblici, abitativi o non abitativi, di
lavoro o di svago, commerciali o di cultura). Di tali luoghi, e delle loro caratteristiche, la nostra idea
è di proporne al pubblico una analisi, la più possibile oggettiva e non di
tendenza, che ne sappia illustrare le qualità o i punti di debolezza,
relativamente all'effetto che hanno su chi li frequenta, anche solo
saltuariamente o occasionalmente, o su chi li vive, a lungo o anche solo di
sfuggita, o perché li abita o perché in essi lavora, o più semplicemente vi
transita.
Nasce proprio dal convincimento che ci siamo
fatti che, più che mai oggi, tutto ciò che di fisico si costruisce e si
realizza in termini d'ambiente, su tutto ciò che determina attorno a noi degli
spazi (delle architetture o dei luoghi) si impronti di forti spinte soggettive
e sia spesso determinato da facili adesioni a ciò che è di moda. Ed è proprio
questo che ci ha suggerito di proporre un diverso approccio di conoscenza ai
nostri lettori, su tali temi. Questa sembra divenuta una necessità, per
orientarsi e capire, per distinguere e per farci una ragione di ciò che ci
avviluppa e ci contiene, e che certamente ci condiziona. Esigenza tanto più
rafforzata da una propensione, che si riaffaccia di questi tempi anche nel
dibattito filosofico, ad affrontare con realismo gli aspetti che più riguardano
le componenti concrete della nostra vita e ad essere più attenti a quanto possa
derivarci di positivo da una maggiore consapevolezza, esattamente come avviene
circa ciò che mangiamo, o quanto ingeriamo quando ci curiamo, di quanto incida
su di noi tutto quanto fisicamente costituisce e determina l'aspetto
dell'ambiente che viviamo.
Un
approccio di tal tipo alle tematiche dell'architettura, attinenti ai piccoli o
ai meno piccoli spazi che viviamo, pensiamo sia un modo per interessare un
maggior numero di persone alla materia che, a volte, oppure spesso, anche se
non sempre, vede affrontati tali temi dagli individui in prima persona, ovvero
senza il contributo di specialisti o professionisti, mentre per analoghe
problematiche, attinenti però l'ambito urbano o territoriale, la questione si
fa decisamente un discorso "da iniziati", o comunque materia che
richiede necessariamente il contributo di persone che abbiano competenze assai
specialistiche. Non che questo impedisca anche a chi specialista non è di
interessarsi della conformazione fisica o dell'aspetto dell'ambiente nel quale
vive, se trattasi di quartiere, città o territorio, adottando ogni possibile
veicolo di cui possa disporre per comunicare o per imporsi all'attenzione di
chi, dei relativi cambiamenti nel tempo, se ne rende in qualche responsabile.
E' d'altro canto ovvio che l'ambiente nel quale viviamo e col quale abbiamo
maggiore contatto debba essere maggiormente da noi controllato, ed è perciò utile
che se ne sappia conoscere le leggi che ne governano la struttura e l'aspetto
affinché risultino il più possibile a noi congeniali, non solo sotto il profilo
della salute fisica, ma anche affinché possano contribuire alla nostra salute
mentale, a ben disporre la nostra mente, fornendoci fattori di gradimento od
evitandoci stress e senso di oppressione.
Siamo
peraltro convinti che pochissima attenzione anche in passato si sia data a tali
problemi, se non ovviamente dai maestri
che la storia dell'architettura, non solo moderna, annovera in libri e
manuali, i quali attraverso il loro genio, e con una sapienza empiricamente
acquisita nel tempo, hanno
dimostrato di ben dominare le
leggi che da millenni regolano ciò che è bello, armonico, appropriato, ed hanno
saputo imprimere ai loro spazi quelle qualità che le hanno rese perfette non
solo da un punto di vista estetico, ma anche da un punto di vista umano più
vasto, fisiologico e psicologico. Oggi ciò che è sotto i nostri occhi solo
raramente nasce da tal genere di consapevolezza, e tuttora domina quasi
incontrastato, specie quando trattasi di costruire un nuovo grande edificio, il
marchio d'una soggettività fine a se stessa, se non addirittura l'egoica sigla
dell'autore, al quale poco ha importato, quando ha progettato, ciò che stava
attorno, e tanto meno lo spirito profondo e autentico del luogo. Ma solo
attraverso un'attenta analisi di esso, e con una conoscenza approfondita dei
processi che stanno alla base della sua conformazione, soggetta a leggi e principi
generali, che si può contribuire a dare identità e benessere a tutti coloro che
lo abitano.
La
storia stessa, attraverso cui esso ha acquisito la sua forma, ne sa dare ampie
spiegazioni, oltre a numerosi altri fattori che rientrano nella prassi critica abitualmente
utilizzata in occidente. Una maggiore e più ampia comprensione ci viene inoltre
data dall'approccio conoscitivo, filosofico e tecnico, che proviene dall'Oriente.
Tornando
al tema che ci siamo proposti di affrontare proponiamo questo articolo nel
quale, con la collaborazione di Vanessa Passoni studiosa di Filosofia
Orientale, analizziamo alcuni ambienti casualmente scelti. I due distinti
paradigmi della visione occidentale ed orientale, l'approccio a quanto li
caratterizza secondo i distinti modi di osservare gli ambienti, i volumi, le
aperture, gli schemi spaziali che ne determinano e ne influenzano l'habitat, i
materiali ed i colori e tutto quanto contribuisca a influenzare lo spazio abitativo.
Saremmo
lieti se i lettori interloquissero su questi argomenti e proponessero a loro
volta degli ambienti da analizzare. Pensiamo che l'utilizzo di esempi pratici
renda stimolante la comprensione verso una vera e utile conoscenza del reale.
Enrico
Mercatali
Feng-Shui
- L'Ambiente nella Scuola di Pensiero Yin-Yang
E’
capitato a tutti di entrare in stanze bellissime che però provocano un senso di
disagio fisico. Il Feng-Shui è la disciplina orientale che studia questi disagi
e vi pone rimedio fin dalle fondamenta scegliendo il terreno adatto per
edificare case, templi, edifici
pubblici e Imperiali. A ogni tipologia d’abitazione un apporto corretto di
Energia Qi, a ogni rango un preciso habitat naturale confacente.
Nell’usare
i criteri del Feng-Shui per analizzare una costruzione occidentale è inoltre
necessario tenere conto che le condizioni climatiche orientali sono diverse e
che anche il nostro modo di concepire l’edilizia è differente. Alcuni materiali accessibili in
occidente non lo sono così facilmente in oriente e viceversa. Ad habitat di un
tipo materiali più pratici ma meno stabili per permettere un’eventuale
spostamento, ad altri scelte più solide fatte per durare nel tempo. Ma il
Feng-Shui risponde comunque a regole di base universali, regole che osservano
il moto delle stagioni, della luce e dell’oscurità, delle forme che compongono
una stanza e dell’effetto che questa avrà sulla vitalità del Qi Universale e
Personale.
Il
Qi Universale è l’energia che viene spontaneamente creata nell’Universo e di
cui ogni uomo è sia generato che generatore, un’energia che scorre in tutto il
pianeta e che non possiamo evitare in nessun modo. Essa entra nelle nostre
case, passa per le strade, gira fra i monti e i grandi mari, e raccoglie,
portandola poi con sé, l’informazione di tutto ciò che incontra. Alcuni luoghi
hanno conformazioni che ne controllano il flusso, vuoi per architettura e/o
stato geografico, ma in altri luoghi scorre più velocemente e con più energia
di movimento. A partire dal clima fino allo stato psico-fisico del singolo
essere umano, tutto converge nel Qi e tutto ne deriva.
Il
Qi Personale è invece quello prodotto dalla collaborazione del corpo con la
mente. Maggiore è l'armonia che riusciamo a raggiungere durante questo lavoro
introspettivo, migliore è l'energia che produciamo e maggiore è l'efficienza
sia mentale che fisica di cui possiamo disporre.
L'idea
nasce dalla contrapposizione delle due forze chiamate Yin e Yang. Due
differenti poli che manifestano qualità uguali e speculari e che per loro
natura sono inscindibili. Solo la presenza di Yin permette l’esistenza di Yang
e viceversa, perché a consentire la loro reciproca manifestazione è proprio
l’energia creata dal loro perenne cercarsi e ripudiarsi. Come due calamite che
contemporaneamente si attraggono e si respingono. E' grazie a questo movimento
incessante che segue la manifestazione più o meno preponderante di una delle
due polarità.
Una
casa con caratteristiche strutturali troppo Yang, e un Qi molto forte che
circola, prosciuga per sovraeccitazione le energie del Qi Personale dei suoi abitanti
contribuendo a creare uno stato di tensione psicologica mentre, una casa
contraddistinta da caratteristiche troppo Yin e un Qi debole, contribuisce al
sorgere di patologie fisiche legate a stati di depressione per l'eccessivo
ristagno. La differenza fra i vari stati dell’interazione di Yin e Yang
permette di consigliarne alcuni per talune attività piuttosto che per altre.
Una camera da letto deve avere di base caratteristiche Yin, che permettano il
giusto controllo e apporto di Yang in entrata, per poter essere davvero un
luogo in cui si rigenera completamente il corpo e la mente. A insufficienze
strutturali può quindi essere necessario ricorrere alla valutazione
dell'ambiente in modo che le forme e i colori dell'arredo siano in grado di
riequilibrare i rapporti fra Qi Universale e Qi Personale.
I
migliori maestri orientali di Feng-Shui entrano nelle case analizzando su sé
stessi l’effetto che percepiscono dal Qi presente. Se è troppo forte, se è
stagnante, se è mite. L’osservazione e la percezione fisica dei diversi luoghi
li porterà a trovare soluzioni per convogliarlo nel modo migliore.
Una
forma rotonda, piuttosto che triangolare, aumenterà l’attività di Yin piuttosto
che di Yang. Il saper scegliere forme e misure, la gestione di luci e ombre,
crea una notevole differenza di confort laddove gli spazi sono gestiti con
questi criteri. In queste veloci analisi cercheremo di cogliere il senso di movimento e gli effetti che il Qi provoca all’interno degli ambienti qui proposti.
Vanessa
Passoni
La rubrica, che avrà il titolo sintetico "Capire gli spazi che viviamo", continuerà su questo magazine con articoli che esporranno fotograficamente ambienti di diverso tipo, cui seguiranno le nostre osservazioni analitiche relative alla configurazione dei relativi spazi, ai materiali di cui sono composti, ai riferimenti iconici che vi campeggiano o che vi sono sottintesi, all'energia che tutti questi ed altri fattori sprigionano assecondando più o meno i nostri bisogni, oppure ad essi contrapponendosi così determinando stati depressivi o patologie vere e proprie.
Facciamo seguire alcune immagini relative ad altrettanti ambienti che proporremo all'attenzione dei nostri lettori nei prossimi articoli:
Tra le immagini qui sopra selezionate per le analisi di Taccuini inserite nel prossimo articolo vi sono rappresentati ambienti anonimi, presi dalle pagine di riviste specializzate di settore (interni, design, arredamento, ville e giardini) ed ambienti iper-pubblicati firmati dai più grandi maestri dell'architettura, che sono entrati a far parte della storia. Noi qui non ne indichiamo gli autori, lasciando alle vostre conoscenze e capacità il saperli distinguere. Nelle osservazioni che vi proporremo, e nella particolare lettura che Enrico Mercatali e Vanessa Passoni faranno, nelle prossime pagine su questo magazine, potranno a volte risultare perfino più positivi, ai fini che ci siamo proposti in questa rubrica, ambienti anonimi e casualmente selezionati dalle riviste specializzate, che non quelli che sono stati ammessi, dalla grande critica internazionale, ad entrate a far parte della storia dell'architettura.
Enrico Mercatali e Vanessa Passoni
MIlano, 27 giugno 2012