ai Magazzini del Sale - Venezia
Dalla trasformazione della materia
al risveglio dell'uomo
Dalla trasformazione della materia
al risveglio dell'uomo
di Enrico Mercatali
(fotografie di Enrico Mercatali)
Sopra al titolo: interno della mostra, in una sala dei Magazzini del Sale, alla Giudecca.
Sotto al titolo: panorama della Giudecca e di San Giorgio Maggiore davanti alla sede della mostra
"Una centrale nucleare sarà il mio Pantheon". Così ha recentemente dichiarato Anselm Krier durante l'intervista rilasciata in occasione della mostra veneziana alla Suddeutsche Zeitung. L'artista tedesco che sta facendo parlare di sè in tutto il mondo, scuotendo alla radice il mondo stesso dell'arte con la sua opera, ricca di suggestioni ma anche di provocazioni, si è infatti dichiarato pronto ad acquistare l'impianto nucleare di Mulheim-Karlich, presso Coblenza, per farne il proprio mausoleo.
Kernkraftwerk-Mülhelim-Kärlich, la centrale nucleare recentemente chiusa da Angela Merkel, che Ansel Kiefer ha dichiarato alla Suddeutsche Zeitung di voler acquistare
Ansel Kiefer, Das Salz der Erde (Il sale della terra), 2011, installazione in process
(foto di Enrico Mercatali)
Già in passato era accaduto che l'artista tedesco acquistasse qualcosa di strano, e che da ciò si montasse la sua provocatoria azione in una campagna di stampa che facesse risuonare il suo nome come fosse quello di un profeta, o di un guru di tutti i tedeschi. Questo avvenne quando acquistò il tetto del Duomo di Colonia per farne una libreria, colma di quei suoi libri giganteschi nelle cui pagine di bronzo "fosse seppellito il futuro". La centrale nucleare di Mulheim-Karlich, la cui costruzione fu terminata nel 1986, è stata dichiarata pericolosa già alla fine degli anni '90, e definitivamente fu chiusa da Angela Merkel nel corso della revisione di tutto il programma nucleare tedesco recentemente approvato dal Parlamento. "Sarebbe sbalorditivo - sostiene Kiefer - mettersi al centro della torre di raffreddamento, per guardare in alto verso il cielo; mi accontenterei anche sola di quella".
Anselm Kiefer
sopra: "Arche" (Arca), in primo piano e "Das Salz der Erde" (Il sale della terra) in secondo piano sullo sfondo, 2011, installazione in process
(foto di Enrico Mercatali)
sotto: "Arche" (Arca), 2011 (emulsione, gommalacca, terracotta, sale, cartone, barca in piombo, 380 x 560 x 55 cm)
(foto di Enrico Mercatali)
Fa certamente parte, questa provocazione, di tutto quell'armamentario iconografico a cui l'artista di Donaueschingen spesso ricorre per rievocare la storia recente del passato tedesco, opportunamente tenuto in piedi per invertire la tendenza alla rimozione che il popolo della sua nazione ha riguardo al nazismo. Tutta la terrifica messa in scena della sua imponente opera è fatta per evocare il cinismo con il quale viene trattata la storia dai contemporanei, così come avviene per la sua stessa esistenza come uomo, prima e più che come artista, costruita sulle continue provocazioni fatte per scuotere le coscienze e per far discutere. Tra queste anche quella che lo vede "includersi tra quelli che hanno partecipato al Terzo Reich". "Semplicemente perchè - ha spiegato - oggi non posso sapere che cosa avrei fatto allora, in quanto tra gli uomini tutto è possibile".
Anselm Kiefer, Arche (Arca), 2011, particolari di destra e di sinistra (emulsione, gommalacca, terracotta, sale, cartone, barca in piombo, 380 x 560 x 55 cm)
(foto di Enrico Mercatali)
"Il piombo agisce su di me più di qualsiasi altro metallo - sostiene Anselm Kiefer - Se si indaga su questa sensazione, si apprende che il piombo è sempre stato un materiale per le idee. Nell'alchimia questo materiale era collocato al livello più basso del processo di trasmutazione dell'oro. Da un lato il piombo era opaco, pesante e collegato a Saturno - l'uomo torvo - dall'altro esso contiene argento e denotava quindi un livello diverso, più spirituale. (...) Voglio aggiungere qualcosa su questo processo di maturazione. L'ideologia alchemica era questa: l'accelerazione del tempo, come nel ciclo piombo-arcgento-oro, che necessita solo di tempo per trasformare ilo piombo in oro. L'alchimista accelerava questo processo con mezzi magici. Si parlava di magia. Come artista, io non faccio nulla di diverso. Mi limito ad accelerare la trasformazione che è già insita nelle cose. Questa è la magia per come la intendo io." (frase pronunciata da Anselm Kiefer, che introduce il voluminoso catalogo della mostra, firmato dall' stesso curatore Germano Celant).
Ansel Kiefer, sopra e sotto: due suggestivi dettagli dell'istallazione in process "Das Salz der Erde" (Il sale della terra), 2011, ottimamente inserito nella sala in laterizio dei Magazini del Sale, alla Giudecca
(foto di Enrico Mercatali)
Il titolo Salt of the Earth (Il sale della Terra) fa riferimento all’interesse di Anselm Kiefer per il processo alchemico che rappresenta l’aspirazione dell’essere umano ad una perfezione quasi aurea dell’esistenza. Secondo la filosofia che sottende tutta l'opera dell'artista, per risvegliarsi dal passato e per trovare una nuova dimensione spirituale, ogni persona deve percorrere molti stadi di mutazione. L'arte, secondo la visione di Kiefer non è che uno strumento atto a facilitarne il trapasso ed utile alla rinascita che ciascuno deve intraprendere. Per questi motivi l'artista tedesco ricorre frequentemente nei suoi dipinti, nelle sue sculture e nelle sue installazioni a materiali come il piombo e a procedimenti simbolici come l’elettrolisi. Anche l’oro e lo stesso sale egli utilizza, che nella tradizione antica venivano utilizzati per una trasformazione metaforica del sé.
Anselm Kiefer, "Athanor", 2011, installazione in process (foto di Enrico Mercatali)
La mostra, che è allestita non a caso entro una delle lunghe sale dei Magazzini del Sale alla Giudecca, che sono state storicamente luogo di deposito e conservazione di questo prezioso elemento, usato anche come alimento, consiste in un a successione di elementi: questi sono una vetrina, "Athanor," una installazione "Das Salz der Erde" (Il sale della Terra), dove fotografie di paesaggi vengono esposte su pannelli di piombo sospesi, e un dipinto-scultura, "Arche" (Arca), tutte opere del 2011. Gli elementi della installazione, in seguito a un processo di elettrolisi, presentano una patina di color verde, simbolo della speranza e dell’anticipazione dell’unione degli opposti. Kiefer offre la sua personale riflessione visiva sugli insegnamenti esoterici dell’alchimia e della Cabala, in cui si manifesta la propensione ad un risveglio e ad una maggiore consapevolezza dell’individuo quanto della sua cultura.
Enrico Mercatali
Venezia, novembre 2011
(fotografie di Enrico Mercatali)
(dedicato a Elena B.)
(fotografie di Enrico Mercatali)
(dedicato a Elena B.)
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