THE MAGAZINE OF THOUGHTS, DREAMS, IMAGES THAT PASS THROUGH EVERY ART OF DOING, SEEING, DISCOVERING

26 May 2012

Marlene Dumas: l'umanesimo esistenzialista, alle Stelline di Milano, dell'artista afro-olandese - di Enrico Mercatali








L'umanesimo esistenzialista

di Marlene Dumas





in mostra nell'ex Collegio delle Stelline di Milano




Due immagini di Marlene Dumas: In alto un fotogramma del video istallato nella mostra milanese (foto di Enrico Mercatali). Sotto: l'artista in una immagine di repertorio



Abbiamo molto apprezzato la mostra che è stata dedicata alla grande artista sudafricana, naturalizzata olandese, Marlene Dumas, nelle sale del milanese Palazzo delle Stelline. Essendosi visto poco di lei nella metropoli lombarda, negli ultimi anni, eravamo rimasti esclusi dall'esperienza  straordinaria di un contatto diretto con la sua pittura, capace d'un coinvolgimento empatico davvero fuori dal comune, ed avevamo perciò una modesta conoscenza complessiva della sua opera omnia, sterminata in produzione ed elevatissima in qualità.




Marlene Dumas, ritratti. Delle migliaia da lei realizzati, di personaggi d'ogni genere e paese, d'ogni età e condizione, solo alcuni, qui, presi a caso, per mostrarne l'intensità espressiva ed il forte coinvolgimento dell'artista nel reciproco rapporto coi soggetti, da lei conosciuti e frequentati, oppure semplicemente riprodotti da riviste o giornali, come era anche sua abitudine fare



Essendo questa mostra assai bella, ma piuttosto limitata in dimensione e sguardo sui periodi più importanti della storia artistica dell'autrice, saremmo davvero lieti se, a breve, vi fosse organizzata a Milano, in una sede più ampia, una sua mostra generalista, ampia e completa della sua multiforme e complessa figura. E' stato, della mostra di cui parliamo, allestita alle Stelline, il bellissimo video che l'accompagna, assai lungo e ben fatto, ad averci mostrato molto bene l'artista nelle sue diverse sfaccettature di donna e di persona, ad avercene dato esempi di coerente impegno nella vita, i cui contatti continui con persone d'ogni ceto ed estrazione culturale ne hanno arricchito la sensibilità, ad averci dato le immagini più vere della bella signora mentre sovrintende il suo lavoro, mentro lo studia, mentre lo osserva e lo modifica di continuo, mentre lo discute con studenti e professori, con artisti e curatori, a contatto con le alte istituzioni, o con gli ambienti più modesti che la stessa strada   propone ai suoi interessi.





Ciò che nella mostra è esposto sono opere l'ultimo periodo dell'artista, nel quale assai più frequenti che nei precedenti sono i momenti di meditazione sul tema della religiosità o sul significato profondo che alcune figure di intellettuali hanno avuto nella vita personale dell'autrice. La stessa permanenza milanese dell'artista, ed i contatti avuti con persone e cose frequentate, ha messo in moto in lei istanze emotive e bisogni espressivi nuovi e diversi, che hanno lasciato una traccia in dipinti ad essi dedicati. Lo stesso cortile delle Stelline vi è stato riprodotto in versione sia diurna che notturna. La Pietà Rondanini. Il volto di Pier Paolo Pasolini e della madre dello scrittore.
La sede della mostra, un ex collegio di fanciulle in età adolescenziale hanno ricordato all'artista il suo travagliato periodo di collegio, che una profonda traccia ha lasciato nella sua mente, e che ha contribuito ad una vasta produzione tematica ad essa dedicata, profondamente sentita e da lei marcatamente interiorizzata e sofferta.




Marlene Dumas, ritratto di Pier Paolo Pasolini



Difatti, se nella sua più ampia e conosciuta produzione hanno fatto breccia nel pubblico e nella critica specialmente gli aspetti più diretti e vitali delle sue frequentazioni umane, i volti e i corpi della vasta umanità da lei vissuta e frequentata, sia appartemente alle lontane rimembranze sudafricane, sia appartenenti all'adolescenza vissuta nel collegio, sia di tutti coloro che hanno fatto parte della sua vita di sentimento e di lavoro, nell'ultima, più intima e certamente più complessa visione del mondo, in questa mostra rappresentata, diventano importanti per lei le figure di Pier Paolo Pasolini e della madre, la figura del Cristo crocefisso, e la stessa michelangiolesca Pietà Rondanini del castello Sforzesco, che hanno lasciato in lei, indelebilmente, un profondo segno di umanissimo senso del divino.





Nella sterminata produzione di disegni, eseguiti a volte con rapide macchie di colore acrilico su superfici abbondantemente inumidite per ottenervi sfumature inattese o calcolate, e a volte con linee dal segno sicuro e denso di maestria,  si legge con forza l'intenso e vitale rapporto dell'autrice con l'intera umanità, il suo approccio carnale ai corpi delle persone, oltre che ai volti dallo sguardo espressivo d'un desiderio oppure d'una sofferenza indicibile. Non infrequenti sono i soggetti pornografici ad esprimere la forte attrattiva che hanno avuto sull'artista quei corpi e le loro pulsioni, nel momento stesso del loro riprodursi sulla carta, spesso anche perseguiti a scopo di provocazione d'un mondo artistico ritenuto da lei ipocrita ed incapace di essere realmente libero e sincero. Essi, lungi dall'essere per lei il segno d'un disagio, costituiscono, al contrario, il senso d'un forte attaccamento a tutto ciò che di genuinamente vitale  esprimono i corpi d'entrambi i sessi, e il segno più efficace di un piacere di vivere che sta alla fonte stessa dell'esistenza e delle sue profonde implicazioni filosofiche e perfino religiose.


Davvero straordinario è il riscontro che l'opera di Marlene Dumas ha avuto nella critica mondiale:, allorchè vent'anni fa ella si è affacciata ai circuiti dell'arte, e vasta e sorprendente l'eco che hanno avuto nel mondo artistico i suoi più elevati podii di consacrazione, raggiunti con le personali per lei organizzate al Museum of Contemporary Art di Los Angeles nel 2007 e  alla Tate Gallery di Londra, nel settembre 2008. Ha inoltre partecipato alla LII edizione dell’ Esposizione Internazionale d'arte di venezia, nel Padiglione africano, ed in seguito alla personale che le ha tributato, quale alto titolo onorifico, il Museo d'Arte Moderna di New York. 






Un trionfo personale che sottolinea una costanza d'intenti ed una volontà d'ottenere il desiderato traguardo, ottenuto con la sua indubbia capacità, non solo di muovere il proprio pennello in perfetta sintonia con la mente, di agire le tecniche più semplici contemporaneamente alle più sofisticate, ma soprattutto di compiere un lavoro incassante di amalgama personale col sociale, col suo pubblico, fatto spesso di povere persone umiliate dalle pessime condizioni sociali, specie quelle di colore frequentate nel suo paese d'origine, presso il quale ella spesso ritorna per ritrovarvi il proprio humus esistenziale. Con la gente Marlene parla a lungo e si intrattiene insegnando loro cose della vita che sono frutto della sua esperienza, e mentre parla disegna ed attraverso i disegni esprime nuovi contatti ed interessi, in un continuo fatto di scambio e al contempo, anche per lei, d'apprendimento, e condivisione. Un gioco di andata e di ritorno che muovono in lei i sentimenti più veri, che sono quelli che le consentono di vivere nel modo che lei desidera, che è anche quello che l'hanno fatta diventare una delle artiste più significative dei nostri tempi.





Ancora oggi tornano alla memoria dell'artista il periodo vissuto nel collegio. Sono numerosi i ritratti e le situazioni che rappresentano, di quel periodo, le angosce e i traumi adolescenziali tra quelle pareti e con quelle compagne collezionati. E' stata anche la conoscenza del lavoro di Diane Arbus, fatta in quelle circostanze, ad avere un grande impatto sulla giovane artista in formazione. Esso ha dato a Marlene l'idea di quanto fosse imponente e impattante, a volte, e certamente nel campo della comunicazione artistica, il "peso dell'immagine", e la grande complessità rappresentata dalle forme umane, dalle forme degli stessi corpi, o dallo stesso sguardo, capace di fare di un volto un'icona istantanea, o di estrema fuggevole felicità o di immane prolungata sofferenza.





Milano, 23 maggio 2012
Enrico Mercatali
(dedicato a Elena B.)






14 May 2012

Libro e crescita, crescita personale ma anche crescita economica



Libro e crescita
Crescita personale, ma anche crescita economica


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XXV Salone Internazionale del Libro
Torino Lingotto Fiere 10-14 Maggio 2012

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E' proprio il libro, oggetto fin qui poco usato dagli italiani, 
che ora avvia l'auspicata crescita 


- testo e foto di Enrico Mercatali - 



Sopra al titolo: un ordinato scaffale della collana tascabile "Gli Struzzi" di Einaudi, regolarmente presente al Salone da 25 anni, sempre uguale a se stessa ma con gli aggiornamenti, icona della più seducente continuità di quanto conserva il suo valore nel tempo.
Sotto al titolo: i giovanissimi affollano i luoghi della multimedialità, ma, terminata l'adolescenza, l'interesse torna prepotentemente per la carta stampata.


Dal primo salone del libro del 1988, inauguratosi a Torino Espsizioni, all'edizione odierna (10-14 maggio 2012), chiusasi oggi, che ha festeggiato il quarto di secolo presso il Lingotto, molta strada è stata fatta e quasi tutto è cambiato nel panorama culturale, sia italiano che mondiale.





La stessa città di Torino, che ha ospitato la manifestazione, ha cambiato pelle, ed il luogo fisico stesso in cui il mondo dell'editoria ed il suo pubblico sono stati chiamati ad incontrarsi, il Lingotto a Mirafiori, simbolo della città, dimostra tale modificazione profonda: allora il Lingotto, ex fabbrica dell'auto FIAT, da capannone dismesso e totalmente svuotato delle sue originarie funzioni, in attesa d'essere reinventato, si è trasformato in centro della vitalità pubblica cittadina, in cui convergono e si assommano le manifestazioni della cultura e del sociale, del turismo e del commercio, ove arte, cinema, creatività, spettacolo, enogastronomia, congressualità d'ogni angolo del mondo si miscelano, per interpretare la metropoli dell'oggi proiettata nel futuro.




L'affollato atrio di ingresso al Salone del Libro, nella sua veste già ristrutturata da Renzo Piano ancora precedentemente alla prima sua edizione, rappresenta il crocevia d'ogni genere di "consumatore del libro", frotte di studenti  ancora accompagnati da maestri e professori, giovani liceali e universitari, intellettuali, casalinghe, redattori, uomini politici,  pubblici funzionari e dirigenti d'azienda, professori universitari e scrittori, direttori editoriali e radattori, giornalisti, in un amalgama totale che mette tutti sullo stesso piano, nell'ottica d'un mercato il quale, sotto ogni aspetto, ha necessità d'espandersi.



All'insegna d'un settore della cultura che passa attraverso la carta stampata, queste sale del Lingotto si sono fatte veicolo d'uno dei maggiori appuntamenti europei dell'editoria, sia per numero di visitatori, oggi, che per numero di espositori e per ampiezza di argomenti nei dibattiti frequentatissimi che in ogni momento della giornata vi si susseguono.




Il pubblico è attratto sia dai libri, e dalle pubblicazioni spesso anche d'alto pregio, presentate in mostra, che dalle numerosissime personalità presenti che frequentemente si incontrano tra gli stands,, o negli stands per i dibattiti che a ciclo continuo si susseguono, scrittori di fama mondiale, cultori delle diverse discipline invitati a presentare i relativi best sellers, personalità politiche e dello spettacolo, attori, musicisti, filosofi, giornalisti. Una grande kermesse considarata da tutti assai importante, sia per la crescita di noi stessi, nell'informazione e nella formazione, sia per la crescita generale della quale tutti ci si sente parte attiva e partecipativa. Vi si avverte, girando per gli stands, una sorta di superiore reciprocità d'intenti e d'interessi, un difuso senso di solidarietà entro una sfera che in qualche modo ci è propria e tutti ci accomuna.




Fiumane di scolaresche ne percorrono le strade interne per essere introdotte dai relativi insegnanti alle infinite vie del sapere, che si fa concreto presso gli editori specializzati per le varie età, e più in generale per un approccio anche soltanto atmosferico al piacere della lettura, che, a quelle età, è forse l'elemento più importante ai fini educativi. Nonostante la scarsità di sedute, nessuno che abbia la faccia affranta dalla stanchezza, che pure assale chi ha superato le due ore di gran girovagare da un titolo all'altro, da un autore all'altro. Tutti sorridono e gioiscono per un interesse che mai e poi mai viene a mancare da un editore all'altro, da una proposta all'altra d'un prodotto che solo in tal modo diventa la cartina di tornasole della nostra libertà, del nostro essere cittadini di democrazia, del nostro saper provare cosa sia il piacere del futuro.




Collezioni d'arte di grande completezza e profondità critica, di notevole bellezza editoriale, sia per la scelta delle immagini che per qualità di stampa e di resa cromatica, oggi vendute al prezzo di €. 4,90 per volume. Ecco, quello che ha caratterizzato quest'ultima edizione del Salone del Libro, è proprio l'aver puntato tutto, da parte della maggior parte degli editori, su una politica dei prezzi che fosse capace di favorire la tendenza, sempre più sentita da parte delle giovani generazioni, ad accorstare la cultura, in qualunque ramo essa si esprima, favorita proprio dal suo essere altamente accessibile. E' stato sottolineato come, proprio da quest'anno, tale fenomeno si sia reso più evidente. E non a caso è proprio da quest'anno che si sono visti fortemente crescere tutti i numeri della manifestazione. Un bilancio positivo che segna più 5 per cento di presenze di visitatori, e un incremento tra il 10 e il 20 per centro di vendite presso i grandi editori.



Giorgio Bocca vende alla grande anche la sua opera postuma "Grazie NO - 7 idee che non dobbiamo più accettare", per Feltrinelli,  suo nuovo editore





Grande interesse ha suscitato quest'anno, per Skira, un Andrea Camilleri un po' anomalo, quasi specialistico, quale "Dentro il labirinto", semiveritiero "progetto di romanzo" incentrato sulla biografia d'un grande "misterioso" personaggio del XX secolo, Edoardo Persico, co-redattore di Casabella tra la fine degli anni '20 e l'inizio dei '30. Numerosi, anche per questo raffinato editore d'arte, i volumetti tascabili a basso costo, scelta quest'ultima alla quale ormai nessuno abdica più, per amore del "mercato in espansione". E' diventato assai preferibile oggi vendere a 50 persone diverse piuttosto che ad una sola, pur fatturando il medesimo importo. Questo amplia gli utenti, sensibilizza i più giovani, fidelizzando il futuro.





Quest'anno l'argomento principe è stato quello dell'e-book: molti editori hanno puntato sul grande effetto determinato dalla svolta epocale che doveva vedere superata la carta stampata dall' e-book, "la più grande rivoluzione dall'epoca di Guttemberg". Non solo ciò non è accaduto, ma si è verificato invece il contrario: solo i giovanissimi sono stati attratti dalle "macchine per leggere i libri", dai tablets e dai supporti informatici d'ogni genere che il nuovo mercato aveva predisposto. La più parte dei giovani ha ancora voluto tra le mani un libro, "da scoprire, da guardare, da sfogliare, da annusare" piuttosto che uno schermo. Gli stand più snobbati sono stati proprio quelli dei kindle e degli e-reader. E' stato detto che ciò è accaduto perchè i supporti elettronici fanno già parte dell'habitat naturale dei giovani. Essi ora erano viceversa più attratti dal "vero oggetto esotico, che è diventato il libro", oggetto da toccare con mano.




"Scrivo dieci pagine perchè non ho tempo di scrivere meno", diceva Mark Twain. E' una massima di preveggenza, certamente, che allude a una necessità di sintesi, la quale però è lunga e laboriosa, che ciascino può fare dentro di sè solo se dedica tempo a perlustrare tutto l'orizzonte visivo. Inoltre le stesse vie al digitale, che sembrerebbero utili scorciatoie, non sempre sono davvero tali. Anzi, a tutt'oggi questo Salone ha dimostrato il contrario, mostrando le preferenze di un pubblico vasto e differenziato per quei libri che riempiono loro gli scaffali e la casa, ma che sono tanto piacevoli da vedere e mostrare, da leggere e passare di mano in mano, da ritrovare dopo anni, magari per una seconda e più approfondita lettura, da lasciare a figli e nipoti, della cui presenza esserne circondati mentre vediamo la tele, mentre mangiamo, mentre riposiamo, mentre studiamo. Una presenza "massiccia" ma bella, voluminosa ma ricca, talvolta ingombrante ma generosa.




Impilate l'una a fianco dell'altra, da Garzanti,  filosofie diverse, ma tutte ugualmente attrattive per il lettore giovane, che è quello che farà fare maggiorei numeri all'editoria, tutte ugualmente necessarie all'accrescimento di chi ha capito che il sapere, non solo appaga, ma anche paga


L'allegra festa al Lingotto di Torino è anche quest'anno terminata. Vi si sono registrati dibattiti importanti quali quello dedicato alla memoria di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino (oltre 1200 persone che lo hanno accolto con un lunghissimo applauso), quello sull'analfabetismo (nel quale il linguista Tullio De Mauro ha mostrato quanto di più leggono oggi i giovani rispetto ai loro padri e ai loro nonni), quello sull'ultimo libro postumo di Giuseppe D'Avanzo "Il guscio vuoto" (con Ezio Mauro e Gustavo Zagrebelsky). E' stato posto ai voti dall'ADD (giovani editori torinesi)  quale Presidente della Repubblica della Cultura Italiana preferire, tra molti famosi personaggi della cultura italiana proposti. Sono stati votati, in ordine di preferenza: Corrado Augias, Umberto Eco, Roberto Benigni, Roberto Saviano, Philippe Daverio, Massimo Gramellini, Margherita Hack e Andrea Camilleri.




Per finire la giornata, usciti dal Salone el Libro, cosa fare di meglio se non andare li a fianco, a Eataly, a provare, questa volta, la cucina vegetariana di qualità: Insalata tiepida di risi e verdure, con farinata agli asparagi con finocchi stufati all'uvetta e pinoli. Poi Pinguino all'arancio nel settore pasticceria.
Meglio di così, come si poteva passare la giornata!


Enrico Mercatali
Torino, 13 maggio 2012




11 May 2012

From Switzerland to Venice and Trieste by water, passing trough Milano - di Enrico Mercatali

From Switzerland to Venice and Trieste by water, 
passing trough Milano





 
Lake Maggiore, Waterways and the Navigli
will allow to get from the swiss Alps to the Serenissima solely by boat 

by  Enrico Mercatali



The waterway Locarno-Milan-Venice has finally been approved by the European Community and given financial  support, which makes its realization even more imminent.

At the same time, plans for reopening the historical water courses and locks in the center of Milan are getting started.
An integrated system of waterways that will change many things in the socio-economic, touristic and cultural italian panorama.







"MILAN – Do you think it’s impossible to get to Venice by boat leaving from Locarno, in the italian part of Switzerland? The “water motorways” will be brought back to life by the fourth “Discent by boat for the recovery of the waterway Locarno-Milan-Venice-Trieste”, orgenized by the Associazione Amici dei Navigli di Milano and the Associazione Motonautica Venezia.
The trip will go through Lake Maggiore, the river Ticino, the Industrial Canal, the Navigli, the river Po and the Venetian lagoon, trying to make us relive the ancient fluvial link of Northern Italy, which will be relaunched in the future as a “really modern” way to go from the Alps to the Venetian lagoon by water.
On board of six LPG boats, the crew will stop in the main river ports for cultural and gastronomic meetings”.  





The news has therefore been given by the quotidian “La Stampa” on Friday the 12th August 2011. Which is then the project behind it, which are the true prospects for a structure able to give birth to a new kind of tourism, and maybe  to new modalities of trade links for poor and heavy goods?
 
The green light given by the European Community, obtained last month, is already a step forward in the realization of this dream.
I remember that since I attended prof. Lucio Stellario d'Angiolini’s classes at the faculty of Architecture at the Politecnico in Milan, between 1965 and 1970, the town planning farsightedness of that “educational gym” had already suggested this work, despite some little differences with the current project.

Today, thanks to the efforts made by all those who have believed in this project, the work seems to be about to become real.
A few weeks ago the Vice-president of the province of Novara, Luca Bona, has announced that the authorities in charge of the funding have acknowledged the first phase of the project. “We are approaching the final phase, our goal is closer”, he said.

As far as the province of Novara is involved, the project aims at carrying out an  interchange harbour in the Municipality of Arona, which will probably cost about 500,000 euros. According to the plan, once founding is obtained, the work gets an immediate start, in order to be completed within two years and to be used in sight of the Expò.





The project deals with the building of a wharf with two different moorings, one for high-speed means on the lake waters, the other for means of transport on the Waterway itself.
Thanks to this work, Arona would become the inevitable interchange harbour for the two different methods of transport, gaining a particular status that could help the town attract a flow of international visitors even greater than the current one, obtained thanks to the other initiatives in Piedmont which at various levels and conditions have been launched.






The Naval League of Arona, as an association experienced in lake navigation, has already contributed to the drafting of the project. “A close collaboration, a positive synergy was born between us (the League members and the Waterway planners, n.d.r.)”, says Bona. “When the project was being examined, we have firmly advised against the work being made at the ex-harbour Velati, positioned towards the low promenade of the Lungolago Marconi. Wind and wave-motion were incompatible with that. Works would have cost too much there”, says Giuseppe Liberati, vice-president of the Naval League. “The solution we have eventually adopted is surely optimal: tourists who want to use the interchange harbour are only 150 metres from the railway station, so that they can move more easily”, says Luca Padovani, president of the Naval League.






The Waterway was in former times an important economic drive, while nowadays it is often interrupted by blockages and differences of level. In these points boats will be lifted up by cranes and carried by lorries. On 17 and 18 April they will make a stop in Milan, where 70 lucky people will be allowed to take a trip on the Navigli. In Milan a meeting will also take place between the “ballottine” – historical Venetian boats – and the modern boats, used for the descent. Milan as an old harbour: “In view of the Expo, we would like to quicken the plans and the works in order to give back to Milan the role of main internal harbour in the Mediterranean Sea ”.







This is the dream of Empio Malara, president of the Association Amici dei Navigli.
The boats, after getting through to the Navigli, the river Po and the venetian lagoon, and after reaching the harbour of Trieste, will arrive in Venice on the 26th of April. The journey is a great project aiming at the rediscovery of a way of moving (and carrying goods) with a low environmental impact. A total of 820 kilometers of water, culture and nature.






The route between Locarno, Milan and Venice, is a complex work. The region Lombardy is still focusing on the overcoming of the dams of “Panperduto” (http://www.360cities.net/image/dighe-del-panperduto#317.50,10.50,60.0), and Piedmont on the lock for the overcoming of the dam of “Porto della Torre” (http://www.progettodighe.it/gallery/thumbnails.php?album=478).







The route from Locarno to Venice, going past Milan, is 540 kilometers long. The goal of the project and of the States and Regions involved is challenging:
by 2015, date of the Expò in Milan, Switzerland will be connected to the Adriatic Sea passing by the area of Novara and Milan itself. The project involves 2 nations, 4 regions, 12 provinces and 171 municipalities.

In the meantime, the project of the reopening of the Milanese Navigli has been introduced in two different institutional circumstances (we talked about the project in another article of Taccuini internazionali
http://taccuinodicasabella.blogspot.it/2012/03/la-milano-del-futuro-riavra-i-navigli-e.html). It deals with the intergration with the whole navigation system of Pianura Padana right by the Darsena of Porta Ticinese. It will be an excellent occasion for national and international tourism for arriving or leaving from the regional capital of Lombardy and getting to the furthest places, from Switzerland to the North-West and from the Adriatic Sea to the East; also, the ones who come from the lakes and the sea will have a chance to visit the city centre of Milan.

The project opens a suggestive future towards the showdown of Italy and its fragile economy, in the balance of its most important industry, which has become nowadays the touristic one.






 We update the article with the following news:
An article by Chiara Fabrizi has recently appeared on the quotidian “La Stampa”. We publish here the title, a bit ambitious: “The highway on the water from the river Ticino to the Adriatic Sea- the Waterway of Locarno- Venice will be recovered for the tourists":







We also cross-refer to the article of Taccuini Internazionali: http://taccuinodicasabella.blogspot.it/2012/03/la-milano-del-futuro-riavra-i-navigli-e.html, given the analogy of topic.

Lesa, August 24th 2011
Re-entitled and updated on April 20th 2012


Enrico Mercatali
(translated from italian by Penelope Mirotti)