Paolo Fresu
a Veruno Jazz 2012 Lago Maggiore
Immagini del concerto al Veruno Jazz 2012, del 2 settembre (foto di Enrico Mercatali)
Un concerto di altissimo livello, è stato quello di ieri sera, tenuto da Devil Quartet, per Veruno Jazz 2012, nella piazza della località del basso Verbano (Lago Maggiore). Grande evento, rispondente alle aspettative dato il nome di uno dei più conosciuti musicisti di Jazz contemporaneo del mondo e data la ormai da tutti riconosciuta e giustificata fama dell'organizzazione musicale verunese al suo ventiseiesimo anno di attività.
La formazione del quartetto, creata da Paolo Fresu nel 2003, ha saputo raggiungere in breve una grande fama internazionale per l'intrinseca qualità di ciascuno dei suoi membri ma soprattutto per la particolare e singolare integrazione di ciascuno di essi nella performance d'assieme, la quale non tradisce mai il suo pubblico, esattamente come è stato ieri sera.
Il bravo e per molti versi anche geniale trombettista e compositore di Berchidda (Sardegna) ha ancora una volta messo in evidenza le sue stupende doti di performer in senso lato, non solo come musicista d'eccezione, e non solo come supremo trombettista filocornista, ma anche come compositore ricco di idee, e coordinatore della band, nella esibizione di pezzi di notevole pregio artistico, da lui stesso composti e dal contrabbassista Paolino dalla Porta. Egli è giunto oggi a collezionare una serie strabiliante di collaborazioni con i più importanti musicisti del mondo: basterà ricordare Enrico Rava, Stefano Bollani, Roberto Gatto, Ludovico Einaudi, Danilo Rea, tra gli italiani, Uri Caine, Richard Galliano, Omar Sosa, Dave Douglas, ecc.
Oltre ai già citati Fresu e della Porta completano la formazione il chitarrista Bebo Ferra e il batterista Stefano Bagnoli. Questi, con il contrabbassista Paolino ella Porta, affiancano la tromba, non sempre ma assai spesso protagonista, con la sua stessa potenza espressiva, con analoga vibrante passione, con adeguata capacità di sintesi nello svolgersi dei brani, e di questi, dei variopinti e teatralissimi effetti, capaci di sedurre, anzi a volte di stregare l'attento pubblico.
E' un free jazz, il loro, costruito su ampie e generose ricchezze armoniche, raramente d'assolo e più spesso d'assieme, specie nei "fortissimi", alla ricerca di sonorità complesse e articolate, acutissime talvolta, altre perfino stridenti ed "urlate" nel contesto di echi volutamente impressivi, non raramente in loop, non disdegnanti l'aiuto degli effetti elettronici messi in atto, a seconda delle circostanze, dallo stesso Fresu, durante l'esibizione, ma anche dai singoli elementi del gruppo. In essi la materia sonora acquisisce spessore, impastandosi in una miscela volutamente densa, anzi addensatasi gradualmente nei "crescendo", quando l'effetto ricercato diventa raggiunto, e durevolmente trattenuta sino a quando il suo dissolversi lascia senza respiro la platea, che subitaneamente applaude, rilasciando frammenti della sua sostanza per assaggi sempre più rarefatti, ma ricchi di piacevole sentore a posteriori. Una musica da ascoltare con orecchie allenate, per poterne gustare al cento per cento le miriadi di sfumature messe in gioco dai quattro, per il vero piacere di chi vi vuol partecipare senza perdere nulla delle sue delizie. Le note emergenti talvolta, dalla miscela complessa di tutti gli strumenti nell'acme del turbine espressivo, riescono allora, nel suo dissolversi, più insolitamente pulite e nitide così da apparire gemme di straordinaria trasparenza, come fossero autentiche perle raccolte da terra. E così ogni effetto "fortissimo", sa distendersi fino al punto da rilasciare le sue più minuscole particelle sonore in libera circolazione per lunghi minuti creando le sue più stupende pagine. Il tutto avviene improvvisando sugli spartiti brevissimi, come nel pezzo "Moto Perpetuo", o "Mimi" due dei più noti composti da Fresu con Farra, il primo, e da Paolino dalla Porta, il secondo, entrambi proposti anche ieri sera.
Non era la prima volta che Fresu veniva a proporre la sua musica sul Lago Maggiore. Era già accaduto proprio a Veruno Jazz nel 2003, ben 9 anni fa. Noi allora non lo avevamo sentito, ma credo che il suo stile fosse molto diverso da quello odierno, e il Devil Quartet ancora non esisteva.
Non esiteremo ad andarlo a riascoltare, non appena se ne presenterà ancora l'occasione, tanto siamo rimasti incantati dalla sua per noi nuova vita, con Devil Quartet, per un ascolto dal vivo. Particolarmente esaltanti i duetti, fortemente tra loro dialoganti, ed pariteticamente incalzanti, tra Paolo Fresu e Bebo Ferra. Qualcosa da lasciare a bocca aperta. La critica odierna è concorde nel dire che Paolo Fresu puà tranquillamente essere paragonato a Miles Davis e Chet Baker. Detto tutto.
Enrico Mercatali
Veruno - Lago Maggiore, 3 settembre 2012
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