THE MAGAZINE OF THOUGHTS, DREAMS, IMAGES THAT PASS THROUGH EVERY ART OF DOING, SEEING, DISCOVERING

28 August 2012

Le torri della modernità






Eiffel, Tatlin, Kapoor

precursori d'una estetica monumentale
che irradia lo spirito del moderno




Un'unico filo unisce la turrita esperienza dei pionieri del Moderno che, in pieno '800, attraverso l'uso di tecnologie d'avanguardia, hanno conosciuto inediti risvolti estetici, agli ingegnosi modelli costruttivi di dimensioni gigantesche che l'arte contemporanea mette oggi al servizio dei sogni collettivi. Da Eiffel a Kapoor, attraverso Tatlin, si rinnova la storia che, da quando esiste l'uomo, mette in campo puri simboli per dire quanto l'uomo sia vivo ed eternamente attivo, nelle positività del suo istinto divulgativo di conoscenza.
Qui sotto la Torre di Tatlin in un fotomontaggio che la rappresenta nell'ambiente moscovita per il quale fu progettata in un render d'epoca capace di farcene immaginare l'originario intento monumentale.






Questo articolo ci è stato suggerito proprio dai detrattori della modernità, dal dilagante negativismo populista, anzi, potremmo perfino dire dai "negazionisti" della positività fortemente documentata del benessere che il moderno, in tutte le sue forme scientifiche, tecniche, artistiche,  ha introdotto  nella società da un secolo e mezzo a questa parte. Ad essi abbiamo già dedicato un altro articolo sui grattacieli, come tipologia architettonica che non riteniamo morta, come alcuni vorrebbero, ma al contrario assai viva e ricca di futuro, destinata ad abitationi, uffici, centri commerciali, alberghi, centri espositivi, ristoranti e via dicendo, ovvero alle funzioni della vita moderna che tutti i giorni accomuna gli interessi ed i bisogni di ampi strati di popolazione delle grandi aree metropolitane del mondo.
Questo di oggi, invece, vuole essere un richiamo più immateriale, più psicologico, più iconico, ai bisogni umani della modernità metropolitana, che, per certi versi, corre in parallelo alla rinascita del bisogno di realismo, ed al riemergere del pensiero forte, contro alle lusinghe della soggettività e dei suoi deboli strati di pensiero interpretativo dai mille rivoli quasi sempre pregni di sostanziale negatività.


Qui sopra,  una carrellata di torri dell'età antica, dalla piramide di Ur alle piramidi di Giza, dal Minareto di Samarra el Faro di Alessandria, alla Torre di Babele (in foto, riproduzioni  e dipinti fantasiosi). L'eterna volontà dell'uomo di innalzarsi al cielo è qui ben espressa fino dall'antichità. Nelle forme moderne tale anelito non può dirsi cambiato. Esso è tuttora ben presente nelle realizzazioni più recenti che si documentano dal mondo intero.


Non sono tempi questi di grandi festeggiamenti, ce ne rendiamo perfettamente conto, dato che ogni giorno le cronache parlano fin troppo di indici negativi, di conti alle stelle che più neppure gli stati riescono a fronteggiare se non con l'aiuto di altri, di magri, magrissimi bilanci familiari e societari, di disoccupazione galoppante, di strette creditizie perfino per le banche, da parte degli istituti centrali e sovranazionali. Sembra perciò del tutto fuori luogo l'inno colletivo che le attuali torri vogliono intonare verso un futuro che non possiede alcuna capacità di dare segni incoraggianti nella direzione di un suo prossimo divenire. Anzi, potrebbe sembrare sbagliato urlare un gioia che non c'è, diffondendone i bagliori quando qiesti non si vedono, e neppure si odono da lontano.
Noi crediamo invece nel contrario. Crediamo che proprio nel momento più basso, occorra giardare in alto, crediamo che la fiducia di tutti nel domani migliore sia ciò che seva ora per dare la migliore spinta alle forze che pur ci sono nel mondo, all'economia, alla scienza, alle arti, e tutto ciò che occorre a smuovere le coscienze di ciascuno per un compito che è di tutti. Crediamo in quelle torri simboliche che servano a rafforzare ogni fede laica nella capacità dell'uomo di trovare i modi per uscire dalla crisi che ne attanaglia i passi, crediamo in tutto ciò che ridia senso al pensiero collettivo, indirizzandolo ed ispirandolo, sulla strada della demolizione di tutto ciò che funzione in negativo contro di lui, al nichilismo della ragione, al negativismo dello spirito innovativo, al negazionismo dell'utopia e del volare alto, al sedentarismo ideologico, nonchè troppo spesso anche morale.



La Tour Eiffel, costruita tra il 1887 e il 1889 per l'Esposizione Universale parigina (1889) che doveva celebrare il centenario della rivoluzione francese, è qui mostrata in varie immagini. La prima riproduce la torre mentre è in costruzione. le successive mostrano la mole in ferro secondo vedute che ne evidenziano l'estrema varietà morfologica e la ricchezza tipologica che proprio affascinò gli artisti a lei contemporanei. In particolare l'ultima immagine destava all'epoca particolare stupore per il gigantismo degli apparati elettromeccanici che ne movimentavano gli elevatori. Fu un vero shock per i visitatori. I più conservatori vollero la sua demolizione fondamentalmente perchè infastiditi dalla presenza di un così gigantesco elemento di rottura nel pieno centro della loro città tutta in pietra. Fu proprio il nuovo materale, così lasciato a nudo, ad esercitare le maggiori perplessità su chi non era pronto a rinnovare l'immagine della Ville Lumiere,  proiettandola in un futuro ancora tutto da scoprire, quello che l'avrebbe poi divulgato come "belle epoque". La torre, alta 324 metri, è rimasta la struttura più alta del mondo per oltre 40 anni. Divenne simbolo di Parigi, nella sua unicità formale, oltre che di arditezza, eleganza, slancio. Solo Tatlin volle uguagliarla, alla ricerca di una nuova simbologia che fosse capace di altrettanta forza espressiva, per rappresentare l'esperimento sociale più ardito, della rivoluzione intrapresa nel suo Paese nel 1917.


Le grandi torri del moderno, ancorchè vuote di contenuti direttamente funzionali, che abbiamo qui simboleggiato nelle tre torri d'acciaio che hanno attraversato i due secoli appena trascorsi, quella di Gustav Eiffel per l'Esposizione Internazionale di Parigi del  , la torre mai costruita, ma divenuta la più forte icona turrita del XX secolo, che Vladimir Tatlin volle dedicare alla III Internazionale nel  , e la più recente torre che Anish Kapor ha realizzato per le Olimpiadi 2012 di Londra, sono testimoni d'una tendenza che ha attraversato per intero la storia dell'uomo, quella di rappresentare il suo eterno desiderio di volare alto, costruendo simboli capaci di cementare linguaggi comuni, di segnare la strada degli intendimenti positivi di valenza collettiva, di creare icone sostanzianti i  più autentici ideali di conoscenza e di sapienza collettiva nella spinta verso un progresso, portatore di civiltà e benessere.


La Torre di Tatlin, come ormai nota definizione in ogni testo storico e tecnico, in un disegno originale eseguito dall'autore, nella foto di un modello in grande scala e in una foto d'epoca, come e esposta al pubblico nel corso della maniestazione moscovita per la III Internazionale. Sotto il pittore e scultore Vladimir Tatlin in una foto, mentre lavora nel suo studio alla elaborazione della famosa icona del moderno, nonchè della rivoluzione d'ottobre del 1917. Lo stesso anno con Rodcenko fonda il movimento costruttivista, ispirato all'idea di contribuire alla costruzione di una nuova società nella quale gli uomini non dovessero sopraffarsi l'un l'altro. La torre è il cardine del nuovo movimento, al quale aderirono artisti ed architetti come A. Vesnin e K. Mel'nikov. Essa avrebbe dovuto essere alta oltre 400 metri (ossia più della Torre Eiffel), e la sua forma conica molto dinamica, generata da una doppia spirale in ascesa (forse ispirata alla Torre di Babele), contenente al centro una torre conica formata da diverse forme geometriche. La complessità della sua concezione vuole rappresentare la complessità del progetto sociale che lo stato sta per intraprendere, per il quale tutto il popolo russo è chiamato a  contribuire.





L'acciaio è stato il materiale che più ha ispirato le realizzazioni artistiche dell'Ottocento e del  Novecento in grande scala, e che, più di altri materiali, si è prestato ad essere utilizzato senza il bisogno di essere necessariamente ricoperto, o mimetizzato. La purezza delle sue linee di forza ha coinvolto e sviluppato tecniche di assemblaggio e costruttive che si prestavano perfettamente, ieri come oggi, e diversdamente da altri materiali precedenti e successivi, ad essere lasciate libere di esprimersi nella loro integra essenza. Secondo Sigfrid Giedion è stata proprio tale trasparente essenzialità, nella Torre Eiffel, ad ispirare il Cubismo, nella evidente e nuova quadridimensionalità sensoraile dell'esperienza da essa suscitata in chi la percorre internamente (vedi S. Giedion: Spazio, Tempo e Architettura"). Naturalmente numerosissimi sono anche invece gli esempi di analoche strutture metalliche interamente ricoperte. Gustav Eiffel ne realizzò una a New York, interna alla famosa Statua della Libertà, condizionata dalla forma stessa della figura che sorregge.



Sembrava che tale tipologia costruttiva dovesse essere confinata alle esperienze a cavallo dei secoli XIX e XX. Se non che oggi, invece, ce ne ritroviamo una nuova, dalle forme annodate e bizzarre, proprio nella città ove maggiormente forse si sono espressi esperimenti turriti d'altro tipo, nei grattacieli di Rogers, di Foster, di Piano, e che mai avremmo pensato potesse ancora mostrare i suo volto una torre in profili d'acciaio, alla maniera ottocentesca, riveduta e corretta secondo i parametri formali e tecnologici della contemporaneità. Oggi ancora Kapoor e Arup così l'anno voluta, anche per dire che quei paradigmi costruttivi non avevano esaurito le loro potenzialità, capaci come sono ancora oggi di evolvere in forme innovative e più che mai espressive.  E' questa una strana esperienza per Kapoor, che lo chiama in causa non già per una forma "pura", come generalmente è stato nella sua arte pubblica, ma con un gioco più complesso di forme e di funzioni.Come è accaduto per la Tour Eiffel anche questa torre resterà certamente a ricordare l'evento per il quale fu reralizzata. Diverrà anch'essa richiamo per i turisti di passaggio a Londra e ben presto verrà congelata a sua volta dentro al ruolo di icona.
Poichè crediamo che l'evoluzione tecnica e artistica non conosce punti di arresto, e che in futuro vi saranno altre torri a documentare il salto dell'uomo verso il futuro, stiamo già cercando di immaginarcene l'aspetto. Questa invece è l'operazione più difficile che si possa immaginare di fare, e bisogna intanto aspettare che i nuovi tempi maturino.



Immagini rendering e fotografie della torre realizzata da Anish Kapoor e Studio Arup a Londra, ed inaugurata per l'apertura delle Olimpiadi 2012. La torre rappresenta una sintesi scultoreo-architettonica dell'idea di torre moderna, priva di reali funzioni che non siano puramente rappresentative e segnaletiche, secondo una simbologia urbana già sperimentata negli ambiti delle esposizioni universali o nelle manifestazioni olimpioniche internazionali. La torre, comunque, così come le strutture storiche che l'hanno preceduta, possiede impianti di risalita e piattaforme di osservazione dotate di bar-ristorante. E' interessante notare come, per tali tipi di strutture, come oggi anche in passato, non sono stati architetti, bensì importanti ingegneri strutturali e o artisti-scultori. Dopo la torre dell'ingegnere e costruttore Eiffel, la totte di Tatlin, pittore e scultore russo, e quindi oggi Kapoor e Arup, rispettivamente scultore-installatore e Studio di Ingegneria strutturale. Una eccezione fu rappresentata dalla torre "Littoria", oggi Branca, a Milano, nel parco Sempione presso la Triennale, progettata da Gio Ponti, artista e architetto milanese, operativo tra gli anni '30 e '60, qui sotto riprodotta in fotografia.


Enrico Mercatali
Lesa, 28 agosto 2012

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