THE MAGAZINE OF THOUGHTS, DREAMS, IMAGES THAT PASS THROUGH EVERY ART OF DOING, SEEING, DISCOVERING

23 May 2013

Lora Lamm al MAX Museo di Chiasso (di E. Mercatali)




La grafica felice di
LORA LAMM



al Max Museo di Chiasso 


La mostra intende collocare l'importante artista svizzera
ove merita, ovvero nella grande grafica internazionale




Pubblicano i giornali di questa settimana alcune opere di Lora Lamm, grafica svizzera trapiantata a Milano negli anni '50, che qui ha realizzato le sue migliori opere fino agli inizi dei '60. Abbiamo letto pagine con articoli di rara allegria, e di sincero apprezzamento per le immagini di questa "signora dell'acquarello", così fresche e ridenti che, accanto al suo nome, vengono oggi riproponendosi ancora come nuove dopo essere state quasi dimenticate.




Il primo dei giornali che ne hanno parlato è stato il Sole 24 Ore, che, per la firma di Italo Lupi, che è stato della Lamm giovane collega presso l'ufficio pubblicità all'ultimo piano de  La Rinascente, davanti alle guglie del Duomo, assieme a tanti altri eccelsi nomi della grafica svizzera e italiana di allora. E' Lupi infatti che ricorda i magnifici anni ("magici" per quella visione trasfigurata che è tipica della giovane età), e che ne racconta, assieme ai valori, gli aneddoti, gli eventi salienti, il clima d'ottimismo e fiducia nel futuro, che del lavoro di quegli anni fondava i migliori presupposti. 





Si trattava degli anni nei quali la grande industria italiana faceva il costume dei suoi cittadini d'allora, quelli nei quali si avviava la motorizzazione di massa, e gli italiani incominciavano a muoversi a frotte verso le vacanze marine, e le Gomme Pirelli ne addolcivano il percorso, quelli nei quali il denaro cominciava a circolare nelle tasche di chi si accorgeva del piacere di consumare bibite nuove, e Cynar inventava l'ora degli aperitivi, quelli nei quali la voglia di vestirsi in modo più personalizzato cominciava a stuzzicare le vanità di coloro che alla Rinascente avrebbero trovato tutto ciò che cercavano, di adatto a quelle "occasioni" che fino ad allora non venivano neppure pensate.




Ma era anche l'età ove l'industria si occupava perfino di sociologia, ed immaginava la realizzazione di un "socialismo dal volto umano". Adriano Olivetti non costruiva soltanto macchine calcolatrici e da scrivere, ma anche scuole ed intere città fatte a misura d'uomo.
E' sulle pagine dei giornali che abbiamo letto questa settimana che tali  idilliaci ricordi si disvelano attraverso i simpatici volti e i divertenti abbigliamenti che Lora Lamm illustrava a quel tempo nei suoi manifesti, e che disegnava con una capacità descrittiva che oggi ci affascina, e ci fa perfino sognare. 



Un annuncio pubblicitario con affiancate le grafiche di Lora Lamm, di Bob Noorda e di Riccardo Manzi, rispettivamenter realizzate nel 1959,  1957 e  1960, per Pirelli pneumatici



 Un altro annuncio pubblicitario con affiancate le grafiche di Erberto Carboni, Reymond Sevignac e Lora Lamm, per Pirelliprodotti vari e per la casa


E' proprio la capacità d'evocare una vita più bella e serena di quella d'oggi che ci incanta in quelle locandine, in quei manifesti. Ricordano, quelle pagine di giornale, che constateremo poi nella mostra, quei magnifici anni nei quali la grafica italiana e quella svizzera hanno saputo tessere assieme grandi novità, ed addirittura inventarsi il senso stesso del veicolo pubblicitario, il suo significato sociale, che appunto allora andava prendendo forma nelle sue dimensioni appunto "di massa", il suo ruolo, il significato che assumeva nel tempo in cui il nuovo benessere economico derivava anche da quanto sfornava l'industria, mentre il boom economico indirizzava le scelte di apprezzamento di tutti i cittadini italiani ai suoi nuovi prodotti. Quei manifesti, quelle pubblicità si facevano arte, acquisendo un ruolo di grande importanza nella descrizione del costume, e della società che lo esprimeva.




Ma è stata anche la "conversazione" che Lora Lamm stessa ha offerto al pubblico di Museo Novecento martedì scorso, assieme a Italo Lupi, Tiziana Cardini, Massimo Pitis, Nicoletta Ossanna Cavadini, coordinata da Marco Sammicheli, a farci tornare allo spirito di allora, così diverso da quello di oggi, ricreando il piacere di immaginare tanta positività , e un entusiasmo che diveniva esso stesso la linfa di quella creatività tanto esplosiva e dirompente. Di quell'atmosfera sono stati i principali artefici, assieme a Lora Lamm, Bob Noorda, Massimo Vignelli, Tovaglia, Erberto Carboni, Franco Grignani, Bruno Munari, Albe Steiner, oltre naturalmente agli amici più votati all'industrial design e all'allestimento architettonico, quali i Gardella, gli Albini e gli Zanuso, ed ovviamente anche i fratelli Castiglioni. Tutti nomi che hanno reso famosa Milano nel mondo, quella Milano che stenta oggi a ritrovarsi in quel ruolo, nonostante vi si siano aggiunte le grandi griffe della moda. E' necessario ritrovare quello spirito che anche Lora Lamm ha contribuito allora a creare. E la mostra sarà certo capace almeno di farci riprovare.




La mostra, intitolata "Lora Lamm. Grafica a Milano 1953-1963", curata dalla stessa Lora Lamm e da Nicoletta Ossanna Cavadini, si terrà al Max di Chiasso da sabato 25 maggio a domenica 21 luglio 2013. In essa verranno esposti più di cento tra manifesti, locandine, volantini, carta intestata e  bozzetti, in collaborazione con il Museum fur Gestaltung di Zurigo, l'archivio Boggeri e la Fondazione Pirelli. Il catalogo è di Silvana.




Qui sopra: la locandiona della mostra dedicata a Lora Lamm dal MoMa nel 2012



Enrico Mercatali
Milano, 22 maggio 2013

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