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25 February 2013

Lago Maggiore-Vergante-Ossola-Novarese. "DARE SENSO AL TERRITORIO", una "visione" di Planet Life Economy Foundation, per Taccuini Internazionali, di Emanuele Plata (prefazione e postfazione di Enrico Mercatali)





Lago Maggiore-Vergante-Ossola-Novarese

DARE   SENSO  AL  TERRITORIO


una visione, di Emanuele Plata
(prefazione e postfazione di Enrico Mercatali)
 


TACCUINI INTERNAZIONALI riceve, e volentieri pubblica questo articolo di Emanuele Plata, vicepresidente di PLEF ("Planet Life Economy Foundation", libera organizzazione onlus ora membro del Consiglio Nazionale della Green Economy, organo consultivo dei Ministeri dell’Ambiente e dello Sviluppo Economico), della cui attività già il nostro magazine vi aveva parlato nell' articolo dal titolo "Planomia - reality, dreams and ambitions of sustainability" (realtà, sogni, ambizioni della sostenibilità)del 13 marzo 2011, al quale qui vi rinviamo:


Abbiamo voluto proporvi gli argomenti qui trattati,  inviatici da Plef per la penna del suo Vicepresidente, i cui contenuti non solo condividiamo ma desideriamo contribuire quanto più possibile a divulgare, intervallandovi alcune foto dei nostri territori dell'Ossola e del Vergante, del Lago Maggiore e del Novarese, che peraltro nell'articolo sono citati, così da indurre i nostri lettori a mentalmente tradurre i concetti richiamati in astratto in concrete possibilità, per loro come persone o per le loro attività, che in essi vi vedono o vi possono immaginare, guardando al futuro.
  
Crediamo che si potrà ritornare su tali argomenti, e sulle loro possibili declinazioni relative al territorio dei laghi e della pianura, delle valli e dei monti, che costituiscono l'ambiente nel quale viviamo, potendone fare riferimento nelle occasioni di incontro e dibattito, istituzionali e non, che si porranno in futuro, nelle quali se ne discuteranno i problemi, o se ne tracceranno i percorsi progettuali per gli anni a venire. 

Dei concetti che nel corso di questa lettura emergeranno dovremo inevitabilmente tenere conto se vorremo che le nostre economie, perfezionatesi e consolidatesi nei secoli, possano evolvere nel giusto modo che attenga al miglioramento delle qualità di vita delle nostre popolazioni.  Crediamo che le note qui richiamate possano e debbano essere considerate fattori basilari di conoscenza e di metodo da diffondere e finalizzare sia all'intrapresa economica che alla gestione amministrativa delle nostre future azioni, e di quelle dei nostri figli. 

E' con l'auspicio di poter vedere aumentati in futuro i rapporti tra PLEF e il nostro territorio, e perciò anche col nostro magazine, che vi proponiamo una sintesi dei concetti e dei criteri di approccio  proposti, adottabili per un sostenibile sviluppo a venire delle sue attività, delle sue funzioni, della sua immagine, della sua offerta globale.



Qui sopra: nel territorio della Sesia, tra vigne e castelli del Gattinara
Sopra al titolo: il territorio dell'Alto milanese, tra Lombardia e Piemonte: 
una veduta del Lago Maggiore dal Vergante in direzione del Varesotto 
(in primo piano a sinistra il paese di Comnago, frazione di Lesa)

 
Planet Life Economy Foundation è una onlus nata da uomini d'impresa che, alla fine degli anni ‘90, avvertivano un progressivo peggioramento nel contesto imprenditoriale in cui operavano da una trentina d'anni e che si esprimeva in modo eclatante nelle imprese con la dimenticanza delle ragioni del mercato e l'insorgenza delle ragioni della finanza. La percezione di allora fu che una tendenza di questo tipo nel sistema economico si ribaltava in modo devastante sull'ambiente e sul sociale e che, se si voleva interrompere questa spirale negativa, bisognava agire all'interno delle imprese e quindi nell'economia. 
 

Il percorso iniziato ufficialmente nel 2003, con la costituzione della Fondazione da parte di Paolo Ricotti e sette amici, ha portato a maturare un concetto e degli strumenti originali per interpretare e affrontare il tema di un nuovo modello di economia sostenibile, che definiamo Consciousness Capitalism, in grado di proporre un nuovo paradigma e un Nuovo Mondo. 



Il territorio della "Bassa novarese": risaie, tra Novara e Vercelli


Entrando nello specifico, il contributo che siamo stati in grado di dare è frutto della nostra attitudine di sintesi e quindi si avvale di tante pietre miliari scientificamente elaborate dall'Accademia e dalla Ricerca che, selezionate e trasferite nella pratica d'impresa, diventano efficaci nell'ambiente senza che noi si sia ambientalisti e nel sociale senza che noi si sia esperti del terzo settore.

Il primo punto di questo ragionamento è stato che la SOSTENIBILITA' ambientale, sociale ed economica, così come definita ed accettata nei termini della Commissione Brundtland, è un vincolo pervasivo di qualsiasi situazione ed attività nel tempo e nello spazio (Il rapporto Brundtland, conosciuto anche come Our Common Future, è un documento rilasciato nel 1987 dalla Commissione mondiale sull'ambiente e lo sviluppo (WCED) in cui, per la prima volta, viene introdotto il concetto di sviluppo sostenibile: « lo sviluppo sostenibile è uno sviluppo che soddisfa i bisogni del presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri bisogni »).




Val d'Ossola: le principali cave storiche ossolane dismesse hanno subìto oggi un importante processo di riutilizzazione: in alcune di esse, da alcuni anni, vi si tengono spettacoli teatrali, concerti, balletti, registrando un grande interesse di critica e di pubblico. Il turismo se ne giova incrementando i suoi numeri.


Il secondo punto è che questo vincolo, per essere rispettato, non può andare in conflitto con l'aspirazione di profitto che qualsiasi soggetto privato e pubblico si deve porre quando fa impresa e non può andare in conflitto neanche con il desiderio di appagamento e soddisfazione che qualsiasi pubblico si propone nella propria vita e quindi che occorre una sostenibilità COMPATIBILE.  
Il terzo punto è che questa compatibilità si può perseguire rivalutando in ogni transazione il fattore IMMATERIALE e riducendo il fattore materiale con benefici di minor tasso entropico, maggior coesione sociale e maggior valore.  
Il quarto punto è che il maggior valore di riferimento è il VALORE AGGIUNTO che, una volta posto come obiettivo d'impresa (profit o non profit), modifica il metodo di gestione.  
Il quinto punto è che il metodo d'impresa dovrà basarsi su tre direttrici congiunte: le risorse umane, le risorse immateriali e il POSIZIONAMENTO STRATEGICO SOSTENIBILE.  
Il sesto punto è che l'attuazione di queste direttrici dovrà mettere in pratica processi BIOIMITATIVI e PARTECIPATIVI



Val d'Ossola, tra Montorfano e Domodossola. 
Il fondovalle è percorso dal Toce, dalla superstrada Gravellona-Passo del Sempione 
e dalla ferrovia Milano-Sempione-Parigi


Tutto ciò che nesso ha col SENSO del TERRITORIO? All'inizio non ne avevamo idea ma, completata la concettualizzazione, è emerso, chiaro come il sole, che tutti i punti portavano proprio al territorio.

La SOSTENIBILITA': nella commissione Brundtland, l'unico Italiano era il compianto professor Tiezzi, che affermava “noi siamo in un sistema chiuso fatto di relazioni”; dentro questo sistema chiuso, che è la terra, ci sono le relazioni che retinano un perimetro: il territorio
 
La COMPATIBILITA' del profitto e della soddisfazione della vita dove si misura a prova di individuo? Nel territorio
L'IMMATERIALITA': da dove viene fuori? Da un sedimento di energie prodotto nei secoli che trova negli uomini, nella natura e nei simboli del paesaggio e nella conoscenza la sua miniera: il territorio



 Sacro Monte di Varallo
facente parte del Patrimonio dell'Umanità (Unesco) 
costituito dai 7 Sacri Monti piemontesi
  

Il VALORE AGGIUNTO, come differenza tra ricavi e costi del venduto, ha un senso contabile individuale ma ha  anche un senso collettivo, non se astratto per aggregati nazionali ed internazionali, ma se collegato ad una comunità: il territorio
Il POSIZIONAMENTO STRATEGICO SOSTENIBILE, come sintesi distintiva di una proposta competitiva nell'arena globale, ha la sua unicità, non come denominazione di pura tracciabilità, ma come insieme di eccellenze nel territorio
I PROCESSI BIOIMITATIVI e PARTECIPATIVI, che si ispirano all'evoluzione dal piccolo al grande, che ridanno il senso del tempo, che riconoscono le energie nelle proprie forze e che fanno partecipare alla costruzione delle decisioni delle imprese e delle amministrazioni tutti i  relativi portatori d'interesse, si ritrovano nel territorio



Montagne, neve e piste da sci della val d'Ossola


Per questo la nostra Fondazione, quando ha voluto esercitarsi mettendo in pratica i propri principi e concetti, ha iniziato a fare delle scuole estive col titolo Valorizzazione del territorio e delle sue imprese grazie alla sostenibilità come leva competitiva. Non abbiamo cercato territori amministrativi, ma spontaneamente si sono presentati territori “popolari”, come la Maremma, il Monferrato, la Lomellina, tutti contesti a cui attribuire una notorietà popolare, che è sintesi di particolarità geologiche, climatiche, storiche, antropologiche, insomma di quella sedimentazione che nei secoli li ha resi ben identificabili.

E proprio dall'identità viene la prima sorpresa, e cioè che in un sistema di relazione senza frontiere è molto più importante e fruttuoso avere forti identità diverse che dialogano, piuttosto che l’omologazione di tutte le realtà ad un unico sistema.
E' una bella scoperta, per chi si è riempito la bocca di “globalizzazione”, rendersi conto che  i sistemi ideati per le soluzioni globalizzate, ovvero concentrazioni e centralismi, sono insostenibili!
E' in verità una brutta scoperta per le imprese che hanno adottato, con acquisizioni e delocalizzazioni, strategie massive di efficienza, rendersi conto di essere a rischio di irreversibilità e non poter più essere sostenibili.
Al contrario è una bella scoperta per le piccole e medie imprese, rendersi conto che sono le più adatte ad affrontare il cambiamento che il vincolo della sostenibilità impone. 



Il golfo Borromeo, con le sue isole Bella, Madre e dei Pescatori, e la funivia del Mottarone



Ecco allora che l'Italia, con i suoi territori e le sue piccole e medie imprese, ha una straordinaria potenzialità, che non consiste solo in quella abitualmente nota - ma disattesa - del turismo, ma anche in tutte le manifestazioni imprenditoriali, se colte con i VALORI della sostenibilità.

Dalle esperienze dei tre territori con cui PLEF è impegnata, ma anche con altri avvii di analisi come l'Ossola e il Verbano, il Lodigiano, il Montefeltro, l'Altopiano di Asiago, la valle del Belice, ci si rende conto che esistono strutture ed infrastrutture potenzialmente già attive nella valorizzazione locale, ma occorre non tanto e non solo fare sistema, cioè evitare di perdere tempo e soldi facendosi concorrenza anziché sinergia, ma sopratutto fare luce sulla prospettiva di condividere la visione e di  esprimere il posizionamento strategico di TERRITORIO e, per capirlo e farlo, siamo certi per esperienza che basta essere aiutati. 



 Il Lago Maggiore visto dalla sponda lombarda in direzione del golfo Borromeo e dell'arco alpino, nel quale domina il massiccio del Rosa


Noi di PLEF siamo pronti per questo, affascinati da quanto si può imparare incrociando le conoscenze e, consapevoli del senso d'urgenza, siamo qui per unire a noi della fondazione energie locali che attivino le loro realtà e si mettano al lavoro in modo cooperativo funzionale ad ottenere un cambio di direzione: sarà con la green economy, sarà con la blue economy, sarà con gli start up di impresa, sarà con l'innovazione e le smart opportunities, ce ne è quanto si vuole, ma l'importante è la VISIONE e coltivarla con cura e costanza. 
I nostri amici dell'Osservatorio del Paesaggio dicono che la cura del paesaggio esprime la cura di se stessi e viceversa; modelli incuranti, o peggio d'incuria, fanno gettare anche dal più civile dei passanti il sasso dentro la finestra dal vetro già rotto; se così fosse, curiamoci in primo luogo di noi stessi e anche per far questo ci sono metodi e approcci di successo: mai isolare, mai accantonare, mai mettere nel dimenticatoio, restare sempre nel presente e pensare al futuro ricordandoci del passato. 


Vergante - Lago Maggiore - Ossola - Novarese, grande area milanese  vocata al turismo, alla piccola e media industria, alla cultura dell'arte della moda del cibo, al design domestico e di tendenza, territorio di alte qualità ambientali, oggi realtà in evoluzione e caratterizzazione, cardine dell'Europa mediterranea, cerniera tra sviluppo ed emergenti sviluppi, cerca oggi strade nuove per dare avvio a nuovi processi di crescita e a più virtuosi modi di interpretazione del nuovo: ci sono idee ma ancora troppo poca volontà d'applicarle, ci sono risorse ma scarsamente utilizzate ed ancora non ben gestite, c'è voglia di fare ma scarsa capacità di mettersi in rete condividendone con altri i problemi, ci sono progetti ma troppo poco confrontati e discussi,  c'è tanta bellezza nel suo ambiente ma ancora troppo poca consapevolezza di essa, e volontà di sostenerla per varla valere come merita. Dilatazione delle opportunità offerte alle idee dei singoli attori, lotta ai lacciuoli della burocrazia quando inutile e dannosa, più disponibilità alla cooperazione, maggiore fiducia nel confronto di idee e nell'apertura a processi nuovi e diversi da quelli solo apparentemente più comodi, spirito di adattamento ed attitudine al confronto, possono essere gli ingredienti degli atteggiamenti da assumere in futuro, più di quanto non si siano fino ad oggi adottati. 
Nel nostro territorio dovranno essere considerati obbiettivi primari  la tutela del patrimonio paesaggistico, il potenziamento dell'offerta turistica, il miglioramento delle relazioni tra cultura e industria, la valorizzazione e l'espansione delle risorse agro-alimentari e l'affinamento dell'offerta dei prodotti di eccellenza nei settori del design, del food, dell'artigianato, il miglioramento della ricettività basata sull'incremento della qualità dell'accoglienza, di viabilità e trasporti, della produzione culturale, affidando ognuno dei settori sensibili a progetti capaci di coraggio e vedute d'onda lunga.

Conoscere, amare ed aiutare il proprio territorio vuol dire fare ciascuno la propria parte in esso, in ogni atto della propria giornata, come fattore integrante di un meccanismo più generale che possa farlo crescere, anzichè fermarsi o indietraggiare. Tutti, ma proprio tutti, potranno assumere in ciò il proprio attivo ruolo.


Emanuele Plata
Milano, 21 febbraio 2013
(prefazione e postfazione di Enrico Mercatali)

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