La nuova rubrica di Taccuini Internazionali
per capire gli spazi domestici in cui abitiamo
di Enrico Mercatali e Vanessa Passoni
per capire gli spazi domestici in cui abitiamo
di Enrico Mercatali e Vanessa Passoni
N. 3
Con un duplice approccio Oriente-Occidente
capiremo meglio gli spazi domestici
nei quali trascorriamo molto del nostro tempo
nei quali trascorriamo molto del nostro tempo
Con questo terzo articolo Taccuini Internazionali, dopo alcuni preamboli metodologici e storici per i quali rimandiamo agli articoli precedenti, avvia la propria indagine sulla qualità degli spazi domestici, alcuni dei quali propostici dagli stessi nostri lettori.
Pur essendo nostra intenzione procedere, nel futuro coi nuovi articoli, analizzando una sola casa per volta, addentrandoci nei suoi diversi locali, e nello spirito stesso della casa così come essa presenta se stessa nel suo assieme, descrivendola prima nelle sue caratteristiche architettoniche ed arredative, e poi entrando nei merito dei suoi pregi e dei suoi difetti da un punto di vista psicologico e di salute per chi vi abita, preferiamo sfogliare qua e là, questa volta ancora, diversi ambienti, appartenenti a case diverse l'una dall'altra, tipologicamente e funzionalmente: una cucina, un bagno, un soggiorno, una sala da pranzo, ecc.
Nei precedenti articoli abbiamo introdotto l'argomento mostrando quanto importante possa essere per l'uomo vivere in uno spazio a lui adatto sotto il profilo della sua salute, mentale e fisica, il che, secondo il pensiero occidentale, significa non contrarre stress vivendo un certo ambiente, dovuto ai caratteri sbagliati della sua impostazione progettuale, oppure alle cattive condizioni della sua esposizione esterna, rispetto all'ambiente che lo circonda, e quindi tracciando in parallelo una analisi di quanto anche il pensiero orientale Yin-Yang sostiene e pratica al riguardo.
Abbiamo poi argomentato anche di case realizzate "dai Maestri" dell'architettura, portandoli ad esempio di quanto non sia tanto la pura estetica, o la pura moda di un dato momento storico, che dir si voglia, a determinare tali buoni effetti sulle pure sterteometrie abitative e sulle loro suppelletili, quanto altri fattori meno ponderati dai progettisti, e talvolta anche dai loro stessi committenti proprietari, i quali solo raramente hanno saputo comprendere, prima che la costruzione fosse avviata, l'attitudine del luogo su cui essa dovrà sorgere, a diventare per loro il luogo ideale dove mettere radici.
Siamo partiti proprio dalle maggiori firme dell'architettura moderna, e dalle loro case più note, per esporvi tali teorie, le quali solo in parte hanno dato ragione alla "chiara fama" di quelle architetture, così cospicuamente pubblicate da quando i loro autori le hanno poste all'attenzione della critica e del pubblico internazionale, poichè anche molti difetti in esse sono stati riscontrati, e non solo da noi ora, ma anche dai rispettivi proprietari, durante e dopo la loro costruzione.
Siamo partiti proprio dalle maggiori firme dell'architettura moderna, e dalle loro case più note, per esporvi tali teorie, le quali solo in parte hanno dato ragione alla "chiara fama" di quelle architetture, così cospicuamente pubblicate da quando i loro autori le hanno poste all'attenzione della critica e del pubblico internazionale, poichè anche molti difetti in esse sono stati riscontrati, e non solo da noi ora, ma anche dai rispettivi proprietari, durante e dopo la loro costruzione.
Oggi prende qui le mosse perciò una disamina meno ancorata all'obbligo di dover dare spazio a tutto quanto attornia le opere descritte, sia in termini di cronache o di storia, dovuto all'eccellenza autorappresentativa da loro raggiunta nell'arte costruttiva, mettendoci ciò in grado di mostrarvi più semplicemente piccoli ambienti presi a caso nella rete, sulle riviste specializzate o di costume, o dai lettori stessi inviati:
1
Cucina a loft New-York
Questo
ambiente tutto bianco, con la vetrata a tutta luce che la caratterizza e
definisce, s’è ispirato ad una “machine a habiter” di razionalistica matrice.
Anche la sua notevole profondità, e la doppia altezza del soggiorno, sembrerebbero
trarre spunto dagli alloggi delle corbusiane Unitè d’Habitation. L’ampia
vetrata, che parrebbe affacciata su una loggia con del verde, a sua volta
prospettante su una corte di adeguate proporzioni, atte a non togliere intimità
e privaci all’interno dell’alloggio, non basta però a rendere giustizia ad una
distribuzione tanto errata delle funzioni: la cucina sarebbe stata perfetta
nell’angolo (che in foto non si vede) al piano basso, accanto al soggiorno,
lontano dalla vetrata, e, al posto della cucina, invece, avrebbe trovato
adeguatissima collocazione una camera da letto (magari parzialmente
trasformabile “a giorno”, con studiolo, dalla cui quota alta sarebbe stato
bello spaziare con lo sguardo sull’intero volume del locale. In tal modo, dalle
zone meno private della case avremmo potuto meglio salvaguardare l’intimità più
propria degli altri spazi. Va detto poi che una così lunga rampa di scale non
dovrebbe mai dividere spazi tra loro fortemente interconnessi, quali devono
essere la cucina ed il soggiorno di una abitazione. E che tristezza, infine,
quei due posticini per mangiare, senza guardarsi in faccia, ma per guardare
lontano, anzi nel vuoto, con lo sguardo.
Le
geometrie pulite e l’ampissima vetrata permettono un accesso molto forte di
energia Qi alla zona living di questo loft, di cui i veri attori sono la luce e
lo spazio. La cucina elevata dispone rasenti al muro gli elementi dell’acqua e
del fuoco che in questo modo non disturbano la zona sottostante ma, invece di
porre l’attenzione sulla sfera conviviale, è stato scelto di rispettare lo
stile americano maggiormente in voga privilegiando l’idea di un voluminoso
bancone di servizio centrale. La cucina diventa così troppo rettangolare, la
pesante influenza Yin finisce per tramutarsi in un troppo freddo Yang,
riducendo l’area pranzo a una postazione isolata e contemplativa piuttosto che
collaborativa e di condivisione.
2
Cucina a Stoccolma
Questo
scorcio di appartamento nordico evidenzia e sottolinea l’assetto distributivo
tradizionale della casa, che vede separati i locali destinati alla preparazione
e al consumo dei cibi, da quelli di soggiorno. La lunga visuale, in fondo alla
quale c’è un’ampia vetrata, rafforza l’idea d’una ampia disponibilità di
spazio, e d’una piacevole libertà di movimento tra gli ambienti. L’uso quasi
ossessivo del bianco (perfino il ligneo pavimento) e la scelta dominante del
mobilio Ikea (compreso il bel tavolo in faggio naturale in primo piano (che è
forse il migliore tra i mobili che la grande catena distributrice svedese abbia prodotto), non pregiudica
il senso di confort che complessivamente si ha immaginandoci in questo
ambiente. Più che per ragioni funzionali (odori di cibo o vapori che potrebbero
spandersi dalla cucina per la casa), per ragioni più psicologiche sembrerebbe necessaria una porta
(meglio scorrevole) tra l’ambiente in primo piano ed i restanti ambienti.
Quando la famiglia si raccoglie attorno al tavolo al momento dei pasti dà
sicuramente fastidio la vista del lungo cannocchiale fino alla finestra di fondo
Nelle
case di questo tipo l’energia Qi, sfruttando sia il lungo corridoio che le
ampie finestre ubicate in ogni stanza, entra in modo molto forte e imperioso. I
locali devono quindi avere una forte personalità per poterla accogliere. La
cucina è realizzata in modo razionale, gli elementi dell’acqua e del fuoco sono
posizionati in una locazione che, non interferendo con le altre aree della
stanza, permette una buona organizzazione creativa dell’ambiente e la
condivisione del luogo. La scelta dei colori freddi, elemento Yin, si dissolve
nella zona d’aggregazione che diventa fortemente calda e accogliente giocando
sulla qualità Yang della luce e del legno. A causa dell’afflusso molto forte
del Qi, che avviene sia dalla porta che dalla finestra, si consiglia di
assegnare ai bambini piccoli le sedie posizionate a fianco del muro. La scelta
di questo tipo di pavimentazione comporta molta manutenzione. La luce ne è
sicuramente privilegiata ma obbliga gli abitanti a regole ferree per mantenerlo
pulito ed efficiente.
3
Sala da pranzo a Mandeville
La
fotografia (basculata) di questo splendido ambiente-pranzo, d’alta caratura, è
certamente frutto di una mano esperta (per via del taglio diagonale di luce che
ne dinamizza l’atmosfera e del lampadario mosso, altrettanto utile in tal
senso), così come assai professionale certamente quella del suo progettista.
Ogni elemento vi è perfettamente calibrato e armonicamente rapportato agli
altri. L’ampia parete interamente vetrata, risvoltata ad angolo, così ben
integrata al resto della sala per via delle partiture in legno, rende
protagonista, nelle ore del pranzo, il paesaggio totalmente naturale, il quale,
come non bastasse, viene riproposto nel gigantesco quadro appeso al centro
dell’unica parete. A salvaguardare la necessaria privacy delle ore serali,
allora della cena, ci pensano i grandi tendaggi. L’assieme dell’arredo non
sembra essere particolarmente pesante, nonostante il massiccio ingombro delle
sedie, rese comode dalle possenti imbottiture in pelle, ma anche forse proprio
dall’essere tanto stabili. Grande lusso ma altrettanto grande sobrietà,
destinati entrambi a promuovere gli ottimi affari di famiglia.
Questa
è certamente una sala da pranzo, ma questa è una casa costruita per uomini che
gestiscono grande potere e ogni cosa in questa stanza è calibrata per ottenere
rispetto e autorità verso chi la abita. L’energia Qi è controllata dagli
elementi di legno che strutturano la vetrata, vetrata che in realtà è parete
vera e propria dell’abitazione e che solo negli angoli di vetro smorza la
potente impronta Yang della costruzione. Nella foto di questa stanza, più
avvezza ai grandi affari che non alla degustazione di manicaretti, è
interessante la visione del fotografo che scatta a lampadario in “movimento”.
Questa scelta contribuisce a smorzare il pragmatismo dell’arredamento
apparentemente comodo ma molto massiccio e il soffitto in legno, ancora
fortemente Yang, che di certo non favorisce l’illuminazione artificiale durante
le ore notturne.
4
Sala da pranzo – loft a Milano
Tutto
ciò che compone questo ambiente, nonostante lo sforzo fatto dal fotografo di
dare equilibrio alla composizione, non sembra affatto nascere da soverchie
capacità professionali. Trattasi di una sala da pranzo, ma chi direbbe che
questa sia la vera funzione del locale e del suo arredo, se non fosse che vi
campeggia un tavolo, con attorno delle sedute, peraltro prive di una qualsiasi
personalità (tre sedie in tubolare metallico, una sedia in legno e piccola
imbottitura, una lunga panca monacale)? Potrebbe trattarsi d’una sala d’aspetto
d’una società farmaceutica, oppure d’un luogo di incontro e conversazione in
una clinica pretenziosa, oppure ancora un punto di colloquio d’una agenzia di
pubblicità. Certo è che il disagio, di chi vi debba soggiornare per un certo
lasso di tempo, deve essere sommo: uno scantinato ai cui tubi di scarico e
dell’acqua corrisponde, a soffitto, un piccolo “Murano” (per esorcizzarne il
negativo effetto?), e unica concessione al decoro, pur ben impostato nel
pavimento a quadri bianchi e neri, la misera ciotolina di frutta al centro del
tavolo: per chi?, per che cosa? Resti il mistero! (che forse è proprio nelle
intenzioni di chi ha progettato).
In
questa sala da pranzo, situata in un semi interrato, la scelta di mantenere la
vecchia struttura a laboratorio e il pavimento a scacchiera dalla forte
personalità, crea un’atmosfera molto ricca e sfarzosa nonostante la minimalità
della stanza. Il mantenere le condutture della casa a vista, comporta la
presenza di parecchi elementi (acqua, gas, aria etc.) da riequilibrare con un
intervento strutturale. L’effetto pienezza è infatti maggiormente provocato
dalla gabbia di tubi posta sul soffitto rafforzata dall’elemento fuoco, per
forma e impiego, del lampadario. Le pareti in vetro sono un altro elemento Yin,
consolidato dal metallo che le compone, che rafforza l’atmosfera stagnante
della stanza. In questi ambienti l’energia Qi riesce a muoversi con difficoltà
nonostante le ampie finestre, visibili nel riflesso sulla porta, da cui può entrare.
Questa caratteristica rende il locale più confacente all’immagazzinamento di
merce che non alla sua abitazione.
5
Soggiorno – loft a Stoccolma
L’ampio
ambiente è a prima vista attraente: ogni elemento desta interesse, dalle
comodissime sedute ad angolo, così come pure ad angolo il caminetto acceso, la
biblioteca, l’antico ritratto nella cornice dorata, l’area-pranzo di comodo
acceso e non incombente. Tutto sembra perfetto. Perfino l’emergere di un
soppalco sulla destra che lascia intendere nuove delizie di spazio-tempo. Ma
c’è una cosa che non va: non un solo sbocco visivo sull’esterno, che non sia il
cielo, oppure la sommità di altri palazzi circostanti, che ti fanno sentire
basso e schiacciato. In tal modo, pur nell’immensità del locale, e nelle sue
numerose “distrazioni”, il tetto incomberebbe come una cappa pesante su chi lo
abita, se non fosse per quell’uscita sulla sinistra, con gradino, che, con ogni
probabilità, prelude a un terrazzo.
Questo
soggiorno ha tutto quello che si può desiderare. Ampio spazio per gestire la
zona living, pareti per addossare mobili, pavimenti in legno e camino angolare,
finestre ampie da cui convogliare tutta la luce e il Qi possibile, all’unica
condizione che in questa stanza non sia necessario dormire, lavorare, studiare
o concentrarsi per un qualunque motivo. La forma triangolare del soffitto,
legata all’elemento fuoco, è ciò che caratterizza i templi e le chiese di ogni
culto. Maggiormente è appuntita la volta della costruzione, migliore è
l’apporto con cui questa forma convoglia l’energia Qi presente verso l’alto,
motivo per cui sono considerati luoghi adatti alla preghiera. La scelta di
occupare ogni angolo libero di questa stanza in modo molto sfarzoso e
massiccio, è probabilmente provocato dalla sensazione di etereità che si può
subire sostando in questo ambiente.
Enrico Mercatali - Vanessa Passoni
Milano, luglio 2012
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