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03 August 2012

Grattacielo Pierre Cardin: ecco come distruggere definitivamente Venezia


Come distruggere definitivamente Venezia




Un ennesimo sciagurato progetto per Venezia:
il più alto grattacielo d'Italia...



... e uno dei più brutti e volgari d'Europa


La notizia di questo progetto ci è giunta mentre stavamo pubblicando un articolo per Taccuini incentrato sul "grattacielo", quale struttura architettonica che è oggi al centro di polemiche e dibattiti anche aspri, quale tipologia oggi in discussione, che annovera detrattori convinti ad altrettanti assertori della sua inintaccata attualità.
Questo articolo sulla Torre Pierre Cardin progettata per Venezia, ci vede schierati, per la fattispecie,  dalla parte dei più convinti detrattori, anche quando così non è per altri grattacieli progettati per altri contesti, così venendosi a delineare la nostra posizione sull'argomento, che non ammette pregiudiziali o troppo accese radicalità, ma che al contrario ammette la diversità dei casi, suggerendo di scandagliare di volta in volta termini e contesti, situazioni e fattispecie, circostanze e luoghi in cui la tipologia del grattacielo possa o meno essere ammessa, o addirittura essere produttrice di nuovi e suggestivi significati. L'argomento, nella sua componente anche popolare, deve certo appassionare chiunque, ma è, e rimane necessariamente in ultima analisi, tema per esperti, che impone ampi ed esaustivi dibattiti ad ogni livello, prima di determinare irreversibili "stati di fatto".





Tanto per non smentire i tempi che viviamo, in cui tutto si può fare e dire senza più alcun autocontrollo, ancora una volta, a distanza di un paio d'anni, la rigorosa tutela dell'ambiente veneziano viene attentata, come è accaduto con il progetto di OMA, Rem Koolhaas, per Benetton, al Fondaco dei Tedeschi sul Canal Grande, per fortuna arenatosi nelle maglie della burocrazia. Circa il committente, trattasi ancora d'un grande nome nel campo del Lusso e della Moda, questa volta francese: Pierre Cardin, il quale pare voglia a tutti i costi lasciare la propria firma sull'ambiente più delicato ed esclusivo d'Europa, quale è la laguna di Venezia. Proprio ove, di fronte alla città Serenissima, l'acqua lambisce il territorio di Marghera, dovrebbe sorgere il suo "gioiello", materializzato nel più alto grattacielo d'Italia, visibilissimo da ogni parte di Venezia. Si tratta di "un palazo scultura alto 60 piani abitabili con spazi atelier, un'università dedicata alla moda e 34mila mq riservati ad una struttura alberghiera. Uffici, negozi, un centro congressi, un cinema multisala e ristoranti troveranno spazio in questa torre ideata dallo stilista novantaduenne", incombente come neppure la sua grande griffe lo sia mai stata sui marchi della concorrenza, e specialmente impressionante da vedere dal rione di San Marco, là, sullo sfondo della Giudecca, e devastante come forse mai è accaduto d'essere ad un grattacielo, nei riguardi del sito ove affonda radici. Ma questa volta trattasi nientemento che di Venezia. Detto questo è detto tutto (per noi), Invece sembra aver già ottenuto il lasciapassare di Comune di Venezia, Regione Veneto, Porto, Veneto Strade, Ferrovie e Enac. Sembra incredibile!!




Noi ci chiediamo invece come solo abbia potuto pensare, oltre che ad ordinare e finanziare, il griffato luminare, ad una simile oltraggiosa volgarità già in progetto esecutivo, poichè di tanto trattasi nella fattispecie contestuale, senza neppure voler qui entrare nel merito delle cosiddette "qualità" architettoniche, che peraltro neppure sapremmo scorgere. 
Il solo volere lì emergere, con tanta supponenza e prepotenza a tali altezze, così marchiando lo skyline veneziano con la sua stravagante silouette, durante il giorno, e con le sue luminose folli fantasmagorie durante la notte, fa pensare a un gesto scriteriato e strafottente, privo di stile, appunto, il che suona strano in chi dello stile avrebbe fatto la sua fortuna.



Ecco come apparirebbe la nuova struttura vista da Giudecca, mentre è in transito una grande nave da crociera. Uno spettacolo che da solo è sufficientemente eloquente, e che non merita commenti. Lo stravolgimento dell'ambiente veneziano, unico al mondo quanto ad arte, storia, cultura, è palese. 
Qui sotto un'altra immagine che quotidianamente può essere osservata in Giudecca, della quale si parla da anni, ormai, ed in particolare dopo l'incidente avvenuto  quest'anno all'Isola del Giglio, senza aver dato, almeno fino ad ora, alcun risultato concreto: ovvero circa l'allontanamento definitivo dei giganti del mare da questa rotta, che resta tuttora in essere ad esclusivo vantaggio degli armatori e a totale detrimento della qualità di vita in città, e quindi della stessa industria turistica che ha qui caratteri, anch'essi, di totale unicità, e che meritano di essere salvaguardati.




E' da tempo che ci hanno rotto le scatole, questi "stilisti", (facciamo pure di ogni erba un fascio, non avendo qui lo spazio per operare dei distinguo che pure andrebbero fatti) che a ben guardare, culturalmente,  sono solo dei mestieranti che hanno saputo trasformare in bel denaro quell'arte che una volta si diceva sartoriale, divenendo esperti di mercati più che di cultura, di affari più che di arte, di pubblicità più che di filosofici concetti. Ci ha stancato questo loro voler "griffare" tutto, compreso ciò che non è loro se non nella medesima misura che è di tutti noi.
Questo grattacielo altro non è infatti che un'operazione pubblicitaria, alla faccia di Venezia e di ciò che essa significa nel mondo, alla faccia dei veneziani stessi ma anche alla faccia di chi vorrebbe vivere Venezia da turista, desideroso di veder salvaguardati i suoi unici e irripetibili valori. Una operazione da sventare costi quello che costi! Se analoghe volumetrie, infatti, Pierre Cardin avesse tenute all'altezza media di Venezie e Mestre, invece che proporre il grattacielo, addio pubblicità, per lui, anche se gli affari avrebbero potuto essere corposi e l'indotto per Venezia, pure. Ma l'ego di figurare e giganteggiare è stato troppo forte, al punto da rischiare infine di veder andare alla malora tutto l'affaire. Cosa che, caro Cardin, puntualmente accadrà, prima di tutto perchè la tua griffe, in questo caso, più brutta non potrebbe essere!





Forse a Dubai questo oggetto avrebbe potuto ben figurare: 
un mostro tra i mostri, che bel divertimento!




Enrico Mercatali per Taccuini Internazionali di Architettura
Lesa, 3 Agosto 2012

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