Un nuovo luogo di preghiera a Berlino
riunirà non credenti a cristiani,
musulmani ed ebrei
Sopra e sotto al titolo i renderings dell'edificio di culto interreligioso a Berlino, proposto da Kuehn-Malvezzi Architekten, dimostrano quanto gli autori, e la giuria del concorso che ne ha selezionato il nome, abbiano privilegiato l'essenza piuttosto che l'evidenza, la sintesi al posto della collazione, la sobrietà di linguaggio invece della sua precisa significanza, nello sviluppo di un tema così difficile
L'architetto milanese Simona Malvezzi e gli architetti tedeschi Wilfried e Johannes Kuehn hanno vinto il concorso per la realizzazione a Berlino, presso Alexander Platz, di un edificio multifunzionale che assomma in sè l'essere Chiesa, Moschea e Sinagoga, nonchè luogo di meditazione collettiva anche per i non credenti. Il gruppo di giovani progettisti (distintosi anche quest'anno a Venezia tra gli invitati a Common Ground per una istallazione davanti all'ingresso del Padiglione Italia) non si è preoccupato di inventare una nuova tipologia architettonica bensìdi ambientare in una comune cornice le tre diverse fedi monoteiste entro un unico contesto che fosse capace non tanto di far immedesimare ciascuno nella propria specifica fede, ma di unire ciascuna di esse all'idea ecumenica di una unitaria speranza di fede, collettiva e partecipata.
La cattedrale del XVII secolo di San Pietro a Berlino, che sorgeva nel luogo ove ora sorgerà il nuovo tempio multireligioso, è stata distrutta durante la seconda guerra mondiale e demolita definitivamente da Ulbricht nel 1964.
Sopra: Pianta e plastici del progetto Kuehn-Malvezzi, vincitore della gara berlinese per la realizzazione di un edificio di culto che fosse assieme chiesa, moschea, sinagoga e luogo di meditazione collettiva anche per atei ed agnostici. Berlino è la città mondiale con il maggior numero di cittadini non credenti. Essa è inoltre una città multiculturale, forse più d'ogni altra, in cui convivono 11.000 ebrei, musulmani che oggi utilizzano più di 80 moschee e cristiani. Questi ultimi sono per la maggior parte protestanti (21,5% della popolazione) e cattolici (9%)
Sopra: disegni di progetto della nuova struttura: un prospetto ed una sezione, che dimostrano la volontà di far crescere in altezza le proporzioni dell'edificio (fino a 44 metri), onde attribuirgli la necessaria importanza, sia nel confronto con l'edificato circostante, sia per determinare all'interno il voluto effetto ascensionale, caro a tutte le fedi monoteiste a cui esso è dedicato
Il nuovo tempio è nato dall'esigenza di
recuperare il sito archeologico d'una chiesa preesistente del periodo rinascimentale,
distrutta durante la guerra, le cui fondamenta sono state occultate da
una gettata di cemento voluta dal regime di Ulbricht, e riportate alla luce dopo la caduta del Muro. In esso sono stati previsti luoghi di raduno anche per coloro che,
non credendo in quanto atei od agnostici, neppure disdegnassero l'idea di partecipare ad una preghiera laica comune,
intitolata alla fratellanza e alla pace, ovvero a quella maggioranza di cittadini che, pur non praticando alcun culto specifico, sentano l'esigenza di raccogliersi in un luogo idoneo alla meditazione e alla preghiera laica.
Gli autori del progetto (qui nella foto), in fase di realizzazione a Berlino, hanno ottenuto su richiesta di partecipare al concorso ad inviti per la progettazione del tempio, del quale sono stati i vincitori. Al concorso invece sono stati invitati ed hanno partecipato, tra gli altri, anche Mario Botta e Francesco Venezia. Il progetto vincente convince proprio per la sua misura, e per non aderire ad alcuna specifica corrente architettonica in voga. Nonostante ciò esso appare potente nella sua forma, così come nel messaggio che lancia.
Enrico Mercatali
Lesa, dicembre 2012
Lesa, dicembre 2012
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