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10 March 2012

Io, appassionato pescatore del Lago Maggiore



 Io
appassionato pescatore del Lago Maggiore

di  Enrico Binda
 


Sopra al titolo: Lago Maggiore, una veduta di Belgirate, "Bella Signora del Lago"
Qui sopra: Enrico Binda, esperto navigatore in acque lacustri ed appassionato pescatore belgiratese, mostra, a noi di Taccuini Internazionali, il luccio di 3 chili appena pescato


Vi spiego cosa ci faccio alle 7 di mattina  su questa lancia di legno di larice alla temperatura di tre gradi sotto zero?  Sono vestito come un esquimese, ma il freddo mi ha già congelato le mani oramai violacee. In barca con me c’è Annibale, un vecchio pescatore, stiamo andando a pesca di pesci Persici! Siamo partiti dal nostro incantevole paese, Belgirate, dopo aver “sgelato” il fuoribordo Honda 8 cv gettandogli secchi di acqua calda sul piede e sull’elica e  abbiamo deciso di  pescare al largo della costa tra Solcio e Meina. Decisione unanime anche perché, nei giorni precedenti, la pesca verso Stresa aveva dato scarsi risultati. Nel trasferimento cerchiamo di parlare, ma le parole escono a fatica, il mento e le labbra sono gelati. Intanto le luci dell’ alba si fanno più intense, fra un po’ vedremo sorgere il “pan di povar” è così che chiamiamo il sole nel dialetto lagese. Questo è sempre un momento magico, in questa stagione l’alba sul lago regala spettacoli incantevoli , nel mio intimo ringrazio l’ Infinito che gratuitamente ogni mattina riesce a emozionarmi. Annibale ferma il motore, siamo sul posto: nei pressi di villa Correnti , ora di proprietà dell’ex premier Berlusconi. Peschiamo con la canna e, se non abboccano, proveremo con la tirlindana. Il secchio contenente” il vivo” sta cercando di formare il ghiaccio in superficie, lo rompo e  cerco di impedire che si riformi, altrimenti i nostri pesciolini- esca morirebbero.


Il “pan di povar” è così che chiamiamo il sole che sorge, nel dialetto del lago. 


Attacchiamo due pesciolini (piccoli Gardon, che sostituiscono le più valide, ma ormai introvabile Arborelle) alle nostre canne e lasciamo andare a fondo, a circa 30 metri sotto la barca. Annibale ritto in piedi, inforca i remi e tiene la barca ferma remando contro la corrente del lago e va in cerca della ”tana”.
E si perché in questa fredda stagione i pesci persici stanno raggruppati sui fondali, in branchi. Il cimino della sua canna segnala, vedo il mio socio che lascia i remi e, con  movimenti che caratterizzano il suo personalissimo modo di afferrare la presa, recupera col mulinello dicendo “Al gh’è e al sembra bel” Doppietta! E sì, sono due. Ma anche il cimino della mia canna, ha un leggero tremolio che segnala un’abboccata. Recupero ed ho attaccato un bel Persico, un “Berton” E’ così che chiamiamo i Persici dal mezzo chilo in su. L’inizio è buono. Poi peschiamo alternativamente altri cinque o sei pesci, ma da Arona avanza l’ "Inverna": soffia in modo sostenuto e il governo della barca è compromesso, infatti la barca scarroccia e  non riusciamo più a rimanere sopra la” tana “. Ci spostiamo a motore verso Meina, l’Inverna qui  sembra meno tesa.



Proviamo con la tirlindana, pesca a strascico, dirigendo la barca nella direzione del vento. Attacchiamo i Gardoncini-esca e stendiamo il filo di rame. Nonostante la nostra esperienza, con queste condizioni del lago, abbiamo difficoltà a far viaggiare i pesciolini sul fondo , ma senza che tocchino i fondali perché altrimenti si sporcherebbero e non sarebbero più appetibili ai Persici. Ma io sento l’abboccata e Annibale, che è dietro di me, dice “ Ti gh’ lè?” “Sì, e tira bene!….” “Gh ’lo anca mi!” . E’ una regola più volte accaduta: prima attacca a me, che sono davanti e subito dopo a lui che sta dietro, a poppa... Altre passate ed altre catture, poi una abboccata diversa: una Sandra o Luccioperca. Ma di questo bel pesce, che assieme al Persico e al Lavarello e alla Trota  e al Persico-trota sono i pesci più buoni ed ambiti dai pescatori, avremo modo di parlarne in seguito. Alle 13 abbiamo 18 Persici e una Sandra, accendiamo il motore e rientriamo alla base, oggi è andata decisamente meglio rispetto alle ultime mattinate.



Le prime due trote della giornata



S C H E D E


La Trota Lacustre 


NOME LATINO: Salmo trutta lacustris (Linnaeus 1758)
FAMIGLIA: Salmonidae
ORDINE Salmoniformes
NOME INGLESE: Lake trout
MORFOLOGIA: forma del corpo slanciata, più tozza tuttavia rispetto alla forma di torrente, specialmente nei soggetti adulti; la morfologia è per il resto simile alla forma di torrente; colorazione blu-verde sul dorso, argentea sui fianchi e sul ventre, sono presenti piccolissime macchie scure sui fianchi, talvolta a forma di x.
TAGLIA: 40-50 cm, può tuttavia superare il metro di lunghezza ed i 15 kg di
peso.
DISTRIBUZIONE: grandi laghi prealpini, sono state introdotte anche nei grandi
laghi laziali.
HABITAT: acque pelagiche dei laghi e a profondità variabile in relazione alla
stagione.
ALIMENTAZIONE: zooplancton, altri invertebrati acquatici e pesci.
RIPRODUZIONE: depone nel tardo autunno nei fiumi immissari dove i giovani rimangono per 2-3 anni prima di migrare nelle acque pelagiche del lago. La maturità sessuale è raggiunta in 4-7 anni. Per le altre caratteristiche riproduttive si faccia riferimento alla trota fario.


Il Pesce Persico

NOME LATINO: Perca fluviatilis (Linnaeus 1758)
FAMIGLIA: Percidae
ORDINE: Perciformes
NOME INGLESE: Perch
MORFOLOGIA: corpo di forma ovale, dorso arcuato e peduncolo caudale assai stretto; testa grossa e bocca terminale di grandi dimensioni; doppia pinna dorsale, la prima munita di raggi spinosi; colorazione del dorso verdastra percorsa da alcune fasce di tonalità più scura, bianco il ventre; pinne pettorali giallastre, pinne ventrali, anale e caudale di colore aranciato.
TAGLIA: 25 cm (300 g) a 4 anni; molto raramente arriva a 40-50 cm (1,5 kg).
DISTRIBUZIONE: Italia settentrionale e centrale, ma è stato immesso anche
nelle acque del resto della penisola e delle isole.
HABITAT: ambiente lacustre litorale e fluviale a corrente molto debole; ha abitudini sedentarie e siriunisce spesso in gruppi, soprattutto in età giovanile.
ALIMENTAZIONE: invertebrati durante l’età giovanile, predatore di altri pesci da adulto.
RIPRODUZIONE: depone tra Aprile e la fine di Maggio, in relazione alla temperatura ambientale (predilige 14-15 °C); riproduce in acque basse con fitta vegetazione o con abbondante presenza di radici; le uova hanno un diametro di 2-2,5 mm e sono protette all’interno di lunghi nastri di muco che le femmine distendono tra i rami delle piante acquatiche; la schiusa si ha dopo 2-3 settimane; le larve misurano 5 mm e, riassorbito il sacco vitellino si riuniscono in grandi banchi nelle acque superficiali lungo le rive.


Apertura trota di lago.


Come consuetudine, il 20 dicembre alle ore 12 si apriva la pesca alla trota di lago. Quest’anno era martedì e  già dalle prime luci dell’alba vedevo  le barche attrezzate per questa pesca  che solcavano  le acque del Lago Maggiore. Nessun pescatore resiste fino a mezzogiorno, ma  ”entra in gara “ fin dalle prime ore del mattino. E noto infatti che le catture avvengono numerose all’apertura, poi sono cosa assai rara. Per i vecchi pescatori era   la cattura della “ trota di Natale” : un evento, quasi una cerimonia. Numerose erano le famiglie che,  nel pranzo di Natale , avevano in  tavola una bella trota lacustre al forno , in umido o fritta.
Messa in acqua la mia Canadian mi sono diretto al largo, in direzione Lesa.
Prima operazione è stata la stesura di tutta la lenza della molagna, con i vari cucchiaini che ruotano dalla profondità stabilita dal  piombo di 750 grammi sino alla superficie, con l’ausilio di appositi galleggianti. Seconda operazione fissare la cordicella del  “ cane “al palo di sostegno posto in centro alla barca e agganciare i bracci di lenza con i cucchiaini di acciaio che lavoreranno in superficie. Stesa tutta l’attrezzatura ho viaggiato con il motore al minimo alla ricerca delle trote, con lo sguardo attento e la speranza di vedere la “ regina del lago” che allamata, saltava fuori dall’acqua per procedere al recupero,  fino al guadinamento .  Quest’anno ho avuto 4 catture, due in superficie col sistema  cane e due sulla molagna.
A Natale, sulla mia tavola: trote al cartoccio !


Il taccuino gastronomico



Trota "Al Cartoccio"

Ingredienti per 4 persone:

4 trote
1 ciuffo di prezzemolo
aglio
carota
1 gambo di sedano
2 cucchiai di pangrattato
2 limoni
2 cucchiai di olio d'oliva extra-vergine
sale
pepe

 
Pulite le trote, lavatele e asciugatele. Pulite la carota, un gambo di sedano e un ciuffo di prezzemolo, tritateli e metteteli in una ciotola con due cucchiai di pangrattato, la buccia di un limone grattugiata, sale, pepe, due cucchiai di olio e il succo di un limone; mescolate con cura e amalgamate. Riempite con un po' di composto le trote disponete ognuna su un foglio di carta di alluminio unta d'olio e copritele con fettine di limone; chiudete i cartocci e cuocete in forno a 200 gradi per 20 minuti.
Impiattare con estro, con lo stesso cartoccio, aggiungendo freschezza e colore





  Enrico Binda
- esperto navigatore in acque lacustri ed appassionato pescatore belgiratese -

Belgirate, 9 marzo 2012
per Taccuini Internazionali


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