i Canaletto architetti
Abbiamo confrontato dal vivo, nella mostra milanese alle Gallerie d'Italia, tenutasi dal 25 novembre 2016 al 5 marzo 2017 intitolata Bellotto e canaletto - lo stupore e la luce", i quadri che i due grandi pittori settecenteschi hanno eseguito con il medesimo soggetto, così da sapervi vedere le differenze, ma anche e soprattutto le analogie, le caratteristiche comuni, le straordinarie qualità di entrambi.
Antonio Canal, detto il Canaletto, e Bernardo Bellotto, suo nipote, detti, in questo scritto, "i Canaletto", in quanto capaci appunto di grandi analogie, d'analoghe tematiche, di comuni modi pittorici, ma anche in quanto il secondo non infrequentemente autodefinitosi "Canaletto", un po' per omaggiare il supremo pittore veneziano, un po' per simularne onori e fama, già oltremodo diffusi in tutta l'Europa che alla sua epoca contava e che anch'egli andava ripercorrendo, un po' per garantirgli altrettanta fortuna, forse con l'imprimatur del grande zio.
"I Canaletto architetti", ci siamo spinti a dire, nel titolo di questo scritto, che vuole anticipare l'idea che ci siamo fatti nel corso della mostra, per come è stata curata e per l'emergere, in tutte le sue sfaccettature, dell'estrema attualità d'un metodo di lavoro che ancora poco ha da invidiare ai laboratori odierni di architettura, ai metodi empirici del loro operare, all'esplicita condizione materiale cui è ancora e sempre soggetta la pratica del confronto e della giustapposizione, del modello e della sua analisi visiva.
Enrico Mercatali
in occasione della mostra milanese
"Bellotto e Canaletto - lo stupore e la luce"
presso le Gallerie d'Itlia
25 novembre 2016 – 5 marzo 2017
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