Per
A R T I S S I M A
Torino 2014
SHIT
AND
D I E
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Lo "stato dell'arte"
sull'ARTE contemporanea
E' di Alessandro Mendini, altro creativo provocatore disponibile sul mercato, lo schizzo qui sopra riportato, creato per la mostra Shit and Die, non a caso chiamato da Cattelan a promuovere l'evento torinese
"Caga e muori" (*) è il titolo in inglese (forse per renderlo meno esplicito alla percezione dei connazionali) che Marurizio Cattelan ha dato alla grande mostra quest'anno organizzata a Palazzo Cavour per la seconda edizione di One Torino, il progetto espositivo annuale che la Città di Torino ha avviato lo scorso anno, nell'ambito di "Artissima", per dare nuova linfa al ruolo di Torino nell'ambito delle arti contemporanee nel mondo.
Apre perciò nel segno di un nome che è già sinonimo di forte provocazione la manifestazione artistica torinese che, da quest'anno, si veste soprattutto coi panni di prodotti altamente "performanti". E' questa la sigla impressa dal curatore del progetto "One Torino", e della sua straordinaria mostra a Palazzo Cavour, intitolata "Shit and Die", Cattelan appunto, dissacratore e provocatore per eccellenza, coraggiosamente chiamato dalla curatrice dell'intero evento Sara Cosulich Canarutto, ad ispirare ancora e soprattutto forme di spettacolarità d'arte spinte all'eccesso, alle azioni sbalordenti, ad una teatralità fatta appositamente per creare stupore, e, se possibile e meglio, scandalo.
Si sà, l'arte moderna è sempre stata improntata ad azioni ad effetto, costruita per creare choc, inventata al fine di provocare scandalo, e questo è quanto l'artista italiano Maurizio Cattelan, internazionalmente più quotato, ben conosce ed al cui copione normalmente si ispira.
Apre perciò nel segno di un nome che è già sinonimo di forte provocazione la manifestazione artistica torinese che, da quest'anno, si veste soprattutto coi panni di prodotti altamente "performanti". E' questa la sigla impressa dal curatore del progetto "One Torino", e della sua straordinaria mostra a Palazzo Cavour, intitolata "Shit and Die", Cattelan appunto, dissacratore e provocatore per eccellenza, coraggiosamente chiamato dalla curatrice dell'intero evento Sara Cosulich Canarutto, ad ispirare ancora e soprattutto forme di spettacolarità d'arte spinte all'eccesso, alle azioni sbalordenti, ad una teatralità fatta appositamente per creare stupore, e, se possibile e meglio, scandalo.
Si sà, l'arte moderna è sempre stata improntata ad azioni ad effetto, costruita per creare choc, inventata al fine di provocare scandalo, e questo è quanto l'artista italiano Maurizio Cattelan, internazionalmente più quotato, ben conosce ed al cui copione normalmente si ispira.
Qui sopra Maurizio Cattelan è in posa con le due co-curatrici
dell'evento torinese Myriam Ben Salah e Marta Papini
dell'evento torinese Myriam Ben Salah e Marta Papini
Questa volta l'effetto choc si è istituzionalizzato nel momento in cui a curare la mostra più significativa dell'intera manifestazione è stato messo proprio lui, il guastafeste per eccellenza, il giamburrasca che fin qui aveva scelto di compiere gesti isolati, ma che adesso tende a coinvolgere una generazione intera di artisti, provando a renderli capaci a mettere in moto quante più possibili reazioni di sdegno, o di dissenso, da parte del pubblico, che diventino se possibile anche di aperta opposizione, ma sempre e comunque tali da provocare apprensione, disturbo, disgusto, oppure pura e semplice intolleranza.
Una serie di ritratti di personaggi famosi d'ogni ambito è chiamata a provocare con essi i selfie del pubblico: qui sopra il sindaco Fassino: una tipica posa riflessiva del sindaco di Torino che
ha reagito con grande divertimento: «Ringrazio gli autori e spero di
vedere presto la mostra». Poteva forse il sindaco "indignarsi" per essere stato deformato in quel modo? Certo che no. E così anche Alba Parietti, ritratta sul lato B, che si è detta «orgogliosa che Cattelan abbia messo in mostra la mia parte
migliore, che non ho mai usato per fare carriera. A 53 anni è un bella
soddisfazione». Come loro anche i volti rimaneggiati di Marco Travaglio, con un piercing al naso, Sergio Marchionne, Lapo e John Elkann,
Lavinia Borromeo, Piero Angela, Chiambretti e numerosi altri.
Stavolta il guru dell'arte più estrema ha voluto chiamare a sè, per ottemperare all'incarico ricevuto, giovanissimi artisti che vedono il nuovo soprattutto nelle forme totalizzanti dell'espressione, ove la vera modernità si annida nel complesso intreccio tra le avanguardie musicali, di danza, poesia e teatro, all'insegna della più ricca e plastica immaterialità.
Le opere hanno il compito qui prevalentemente di suscitare azioni attorno ad esse, oltre che, come normalmente avviene, dibattito. Se quest'ultimo c'è esso è volto a creare nuova azione tale da far diventare questa motore di autopromozione, ed infine merchandising.
E' dalla consapevolezza che il mercato, non solo artistico, necessita di scosse, e che le scosse siano il motore di nuovo mercato l'arte di oggi si spinge ai suoi estremi tentativi pur di riuscire a creare interesse e coinvolgimento. Ancora vi riesce, questo è certo, a giudicare dai grandi numeri registrati all'inaugurazione, e a quanto già si legge nelle cronache.
Il mondo dell'arte, che sia arte pura, oppure design, architettura, grafica, commiste alla poesia, alla musica, alla danza ed al teatro, è consapevole d'un rapporto, oggi privilegiato, con il mondo della moda da offrire allae grandi masse ed anche al lusso. Anzi esso è divenuto consapevole di essere il motore stesso della moda, ovvero ciò che oggi sa creare, non solo nel nostro paese ma in ogni altro angolo del mondo occidentale, i grandi numeri dell'economia. La moda ricambia oggi l'azione degli artisti contemporanei costruendo una altrettanta consapevolezza nei suoi creatori che le due sfere creative siano ormai così ben saldate tra loro da essere diventate indispensabili l'una all'altra e viceversa. E così la grande kermesse diventa un appuntamento ogni anno sempre più necessario e ineludibile per ogni operatore, ma anche per chi, del pubblico, voglia mantenersi ben informato.
Alcune immagini qui sopra e sotto testimoniano della estrema varietà d'eventi proposti nelle passate edizioni della manifestazione artistica torinese
Resa viva da molte gallerie internazionali,
da 40 paesi del mondo, Artissima, la sempre giovane ed effervescente manifestazione torinese dell'arte contemporanea, compie oggi 20 anni e sfida la crisi
moltiplicando gli espositori, che sono quest'anno 190, tra cui 130 gallerie
provenienti dall’estero e 60 italiane. Tra i nuovi arrivati vi sono il Sud Est asiatico, il Medio Oriente e il Brasile. E' un buon segnale questo interesse proveniente da lontano, capace di far nascere nuove tendenze e mettere in moto nuove vendite. Tra il pubblico c'è stato quest'anno anche il
presidente della Fiat, John Elkann, arrivato "da visitatore, per capire
cosa propongono gli artisti, soprattutto quelli giovani. Questa è una
delle fiere di arte contemporanea più importanti al mondo. Sono molto
curioso", ha detto, "perché Artissima ci permette di capire cosa si muove nel mondo".
Enrico Mercatali
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