Libro e crescita
Crescita personale, ma anche crescita economica
Crescita personale, ma anche crescita economica
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XXV Salone Internazionale del Libro
Torino Lingotto Fiere 10-14 Maggio 2012
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E' proprio il libro, oggetto fin qui poco usato dagli italiani,
che ora avvia l'auspicata crescita
- testo e foto di Enrico Mercatali -
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E' proprio il libro, oggetto fin qui poco usato dagli italiani,
che ora avvia l'auspicata crescita
- testo e foto di Enrico Mercatali -
Sopra al titolo: un ordinato scaffale della collana tascabile "Gli
Struzzi" di Einaudi, regolarmente presente al Salone da 25 anni, sempre
uguale a se stessa ma con gli aggiornamenti, icona della più seducente
continuità di quanto conserva il suo valore nel tempo.
Sotto al titolo: i giovanissimi affollano i luoghi della
multimedialità, ma, terminata l'adolescenza, l'interesse torna
prepotentemente per la carta stampata.
Dal primo salone del libro del 1988, inauguratosi a Torino Espsizioni, all'edizione odierna (10-14 maggio 2012), chiusasi oggi, che ha festeggiato il quarto di secolo presso il Lingotto, molta strada è stata fatta e quasi tutto è cambiato nel panorama culturale, sia italiano che mondiale.
La stessa città di Torino, che ha ospitato la manifestazione, ha cambiato pelle, ed il luogo fisico stesso in cui il mondo dell'editoria ed il suo pubblico sono stati chiamati ad incontrarsi, il Lingotto a Mirafiori, simbolo della città, dimostra tale modificazione profonda: allora il Lingotto, ex fabbrica dell'auto FIAT, da capannone dismesso e totalmente svuotato delle sue originarie funzioni, in attesa d'essere reinventato, si è trasformato in centro della vitalità pubblica cittadina, in cui convergono e si assommano le manifestazioni della cultura e del sociale, del turismo e del commercio, ove arte, cinema, creatività, spettacolo, enogastronomia, congressualità d'ogni angolo del mondo si miscelano, per interpretare la metropoli dell'oggi proiettata nel futuro.
L'affollato atrio di ingresso al Salone del Libro, nella sua veste già ristrutturata da Renzo Piano ancora precedentemente alla prima sua edizione, rappresenta il crocevia d'ogni genere di "consumatore del libro", frotte di studenti ancora accompagnati da maestri e professori, giovani liceali e universitari, intellettuali, casalinghe, redattori, uomini politici, pubblici funzionari e dirigenti d'azienda, professori universitari e scrittori, direttori editoriali e radattori, giornalisti, in un amalgama totale che mette tutti sullo stesso piano, nell'ottica d'un mercato il quale, sotto ogni aspetto, ha necessità d'espandersi.
All'insegna d'un settore della cultura che passa attraverso la carta stampata, queste sale del Lingotto si sono fatte veicolo d'uno dei maggiori appuntamenti europei dell'editoria, sia per numero di visitatori, oggi, che per numero di espositori e per ampiezza di argomenti nei dibattiti frequentatissimi che in ogni momento della giornata vi si susseguono.
Il pubblico è attratto sia dai libri, e dalle pubblicazioni spesso anche d'alto pregio, presentate in mostra, che dalle numerosissime personalità presenti che frequentemente si incontrano tra gli stands,, o negli stands per i dibattiti che a ciclo continuo si susseguono, scrittori di fama mondiale, cultori delle diverse discipline invitati a presentare i relativi best sellers, personalità politiche e dello spettacolo, attori, musicisti, filosofi, giornalisti. Una grande kermesse considarata da tutti assai importante, sia per la crescita di noi stessi, nell'informazione e nella formazione, sia per la crescita generale della quale tutti ci si sente parte attiva e partecipativa. Vi si avverte, girando per gli stands, una sorta di superiore reciprocità d'intenti e d'interessi, un difuso senso di solidarietà entro una sfera che in qualche modo ci è propria e tutti ci accomuna.
Fiumane di scolaresche ne percorrono le strade interne per essere introdotte dai relativi insegnanti alle infinite vie del sapere, che si fa concreto presso gli editori specializzati per le varie età, e più in generale per un approccio anche soltanto atmosferico al piacere della lettura, che, a quelle età, è forse l'elemento più importante ai fini educativi. Nonostante la scarsità di sedute, nessuno che abbia la faccia affranta dalla stanchezza, che pure assale chi ha superato le due ore di gran girovagare da un titolo all'altro, da un autore all'altro. Tutti sorridono e gioiscono per un interesse che mai e poi mai viene a mancare da un editore all'altro, da una proposta all'altra d'un prodotto che solo in tal modo diventa la cartina di tornasole della nostra libertà, del nostro essere cittadini di democrazia, del nostro saper provare cosa sia il piacere del futuro.
Collezioni d'arte di grande completezza e profondità critica, di notevole bellezza editoriale, sia per la scelta delle immagini che per qualità di stampa e di resa cromatica, oggi vendute al prezzo di €. 4,90 per volume. Ecco, quello che ha caratterizzato quest'ultima edizione del Salone del Libro, è proprio l'aver puntato tutto, da parte della maggior parte degli editori, su una politica dei prezzi che fosse capace di favorire la tendenza, sempre più sentita da parte delle giovani generazioni, ad accorstare la cultura, in qualunque ramo essa si esprima, favorita proprio dal suo essere altamente accessibile. E' stato sottolineato come, proprio da quest'anno, tale fenomeno si sia reso più evidente. E non a caso è proprio da quest'anno che si sono visti fortemente crescere tutti i numeri della manifestazione. Un bilancio positivo che segna più 5 per cento di presenze di visitatori, e un incremento tra il 10 e il 20 per centro di vendite presso i grandi editori.
Giorgio Bocca vende alla grande anche la sua opera postuma "Grazie NO - 7 idee che non dobbiamo più accettare", per Feltrinelli, suo nuovo editore
Grande interesse ha suscitato quest'anno, per Skira, un Andrea Camilleri un po' anomalo, quasi specialistico, quale "Dentro il labirinto", semiveritiero "progetto di romanzo" incentrato sulla biografia d'un grande "misterioso" personaggio del XX secolo, Edoardo Persico, co-redattore di Casabella tra la fine degli anni '20 e l'inizio dei '30. Numerosi, anche per questo raffinato editore d'arte, i volumetti tascabili a basso costo, scelta quest'ultima alla quale ormai nessuno abdica più, per amore del "mercato in espansione". E' diventato assai preferibile oggi vendere a 50 persone diverse piuttosto che ad una sola, pur fatturando il medesimo importo. Questo amplia gli utenti, sensibilizza i più giovani, fidelizzando il futuro.
Quest'anno l'argomento principe è stato quello dell'e-book: molti editori hanno puntato sul grande effetto determinato dalla svolta epocale che doveva vedere superata la carta stampata dall' e-book, "la più grande rivoluzione dall'epoca di Guttemberg". Non solo ciò non è accaduto, ma si è verificato invece il contrario: solo i giovanissimi sono stati attratti dalle "macchine per leggere i libri", dai tablets e dai supporti informatici d'ogni genere che il nuovo mercato aveva predisposto. La più parte dei giovani ha ancora voluto tra le mani un libro, "da scoprire, da guardare, da sfogliare, da annusare" piuttosto che uno schermo. Gli stand più snobbati sono stati proprio quelli dei kindle e degli e-reader. E' stato detto che ciò è accaduto perchè i supporti elettronici fanno già parte dell'habitat naturale dei giovani. Essi ora erano viceversa più attratti dal "vero oggetto esotico, che è diventato il libro", oggetto da toccare con mano.
"Scrivo dieci pagine perchè non ho tempo di scrivere meno", diceva Mark
Twain. E' una massima di preveggenza, certamente, che allude a una
necessità di sintesi, la quale però è lunga e laboriosa, che ciascino
può fare dentro di sè solo se dedica tempo a perlustrare tutto
l'orizzonte visivo. Inoltre le stesse vie al digitale, che sembrerebbero
utili scorciatoie, non sempre sono davvero tali. Anzi, a tutt'oggi
questo Salone ha dimostrato il contrario, mostrando le preferenze di un
pubblico vasto e differenziato per quei libri che riempiono loro gli
scaffali e la casa, ma che sono tanto piacevoli da vedere e mostrare, da
leggere e passare di mano in mano, da ritrovare dopo anni, magari per una seconda e più approfondita lettura, da lasciare a figli e nipoti, della cui presenza esserne circondati mentre
vediamo la tele, mentre mangiamo, mentre riposiamo, mentre studiamo.
Una presenza "massiccia" ma bella, voluminosa ma ricca, talvolta
ingombrante ma generosa.
Impilate l'una a fianco dell'altra, da Garzanti, filosofie diverse, ma tutte ugualmente attrattive per il lettore giovane, che è quello che farà fare maggiorei numeri all'editoria, tutte ugualmente necessarie all'accrescimento di chi ha capito che il sapere, non solo appaga, ma anche paga
L'allegra festa al Lingotto di Torino è anche quest'anno terminata. Vi si sono registrati dibattiti importanti quali quello dedicato alla memoria di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino (oltre 1200 persone che lo hanno accolto con un lunghissimo applauso), quello sull'analfabetismo (nel quale il linguista Tullio De Mauro ha mostrato quanto di più leggono oggi i giovani rispetto ai loro padri e ai loro nonni), quello sull'ultimo libro postumo di Giuseppe D'Avanzo "Il guscio vuoto" (con Ezio Mauro e Gustavo Zagrebelsky). E' stato posto ai voti dall'ADD (giovani editori torinesi) quale Presidente della Repubblica della Cultura Italiana preferire, tra molti famosi personaggi della cultura italiana proposti. Sono stati votati, in ordine di preferenza: Corrado Augias, Umberto Eco, Roberto Benigni, Roberto Saviano, Philippe Daverio, Massimo Gramellini, Margherita Hack e Andrea Camilleri.
Per finire la giornata, usciti dal Salone el Libro, cosa fare di meglio se non andare li a fianco, a Eataly, a provare, questa volta, la cucina vegetariana di qualità: Insalata tiepida di risi e verdure, con farinata agli asparagi con finocchi stufati all'uvetta e pinoli. Poi Pinguino all'arancio nel settore pasticceria.
Meglio di così, come si poteva passare la giornata!
Enrico Mercatali
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