IL RINNOVATO INTERESSE DI TACCUINI INTERNAZIONALI PER LA BASSA NOVARESE E VERCELLESE CI HA RIPORTATO A
CASALBELTRAME
(Novara)
E ALLE ISTITUZIONI CHE IN ESSO SONO NATE PER TENER VIVA LA TRADIZIONE DELLA TERRA, DELLA SUA CULTURA E DEI SUOI PRODOTTI, OGGI RIVISSUTA ANCHE ABBINANDO ARTE E GASTRONOMIA AD UNO DEI PIU' RICCHI MUSEI ETNOGRAFICI DEL TERRITORIO.
PROPONIAMO QUESTO ARTICOLO DI
ELIANA FRONTINI
Casalbeltrame, Cascinale dei Nobili. Sullo sfondo fanno da quinta le cosiddette "Chiese Matrioska",
laboratori d'arti e mestieri.
laboratori d'arti e mestieri.
CASALBELTRAME, UN MIRACOLO DI RECUPERO ARCHITETTONICO
Casalbeltrame è un piccolo paese, a una quindicina di chilometri da Novara.
Emerge dalle risaie con un pugno di case strette intorno alla chiesa, come tutti i paesi della nostra provincia. Perchè allora proporne una visita? Perchè parlarne? Perchè... perchè Casalbeltrame è una sorpresa assoluta. E' un miracolo di recupero architettonico e paesaggistico operato negli anni da associazioni culturali, da una illuminata amministrazione, da privati che hanno creduto nelle nostre tradizioni ed hanno deciso di non farle dimenticare.
Casalbeltrame, Cascinale dei Nobiili, la grande corte, entro la quale numerose opere d'arte colloquiano con le strutture agricole esistenti.
A Casalbeltrame si può trascorrere una giornata tra natura, cultura, enogastronomia... e molto altro.L'11 novembre 2006 è stato inaugurato a casalbeltrame il Museo Etnografico dell'Attrezzo Agricolo, una realtà nuova che punta al recupero culturale del territorio. Il Museo sorge nel centro storico del paese, all'interno del Cascinale dei Nobili, uno slendido esempio di cascina agricola della pianura novarese. Costruito nel 1650 dalla famiglia dei Gautieri, ebbe il suo momento di massimo splendore tra il XVIII e il XIX secolo, ma subì un improvviso declino dopo l'estinzione della casata che lo possedeva. Oggi, grazie ad un ottimo recupero architettonico, offre uno spettacolare scenario artistico di grande valore storico. Il Museo Etnografico occupa l'ex fienile del cascinale ed offre l'esperienza molto avvincente di rivivere l'anno contadino a partire dal giorno di S. Martino, attraverso suoni, immagini di repertorio e video. Si riodono i versi degli animali, l'aratro che solca la desolata terra invernale, il rumore della trabbiatrice, i racconti dei nonni durante le veglie nella stalla...Il cascinale, all'interno delle chiese matrioska, ospita alcuni laboratori artigianali (una calcografia, un laboratorio Art-Gei di decorazione e falegnameria) che riscoprono il confronto diretto dellp'artista con la materia.Casalbeltrame è entrato a far parte della rete internazionale delle Città - Slow, nel 2001.
Casalbeltrame: la grande corte del cascinale dei Nobili, e la cascina oggi divenuta sede del Museo Etnografico, che racconta "Storie di terra e di fatiche"
Essere Città Slow significa operare ed aver operato nel tempo nel proprio territorio tutelando e valorizzando la propria identità locale. Nel caso di Casalbeltrame identità locale significa tradizione agricola, ma anche una storia antica, fatta di spiritiualità e di potere. La zona di Casalbeltrame, fin dall'epoca paleocristiana, divenne avamposto di cristianizzazione, segnando la nascita di confraternite religiose, quelle di San Pietro alla Bozzola, San Pietro in Pullis, Santo Stefano, San Bernardino, San martino e San Novello. Allo scadere del 1100, esattamente nel 1173, arrivarono anche i Templari che trasformarono Sant'Apollinare, a pochi chilometri da Casalbeltrame, in una stazione di viaggio.
Casalbeltrame: nella seconda corte interna al Cascinale dei Nobili, sotto il portico, è parcheggiata una Topolino amaranto decapottabile, che ben testimonia il permanere, ancora nel dopoguerra, di una cultura contadina attiva, ma già pronta ad emanciparsi nell'era della motorizzazione di massa, che costituirà peraltro l'avvio del suo tramonto.
E, in tutto questo, vi fu la ricostruzione dell'Abbazia di San Nazaro Sesia. In questo proliferare di spiritualità le nostre terre acquisivano potere e, considerato che accanto all'Abbazia vi era l'unico guado per attraversare il fiume Sesia, un'arda di eserciti, pellegrini, mercanti provenienti da ovest incontravano i viaggiatori che si muovevano sull'antica strada della Biandrina, che collegava la Valsesia alla Liguria.
Casalbeltrame: dall'anno della fondazione del Museo Etnografico, si alternano mostre d'arte, ad esso collaterali, organizzate dall'Assiciazione Materima
Nel tempo le confraternite religiose acquisirono il compito di fornire vitto alloggio e assistenza alla moltitudine di viaggiatori e questo segnò lo sviluppo del borgo di Casalbeltrame. Le cinque chiese che delimitano la speldida, unica piazza di Casalbeltrame, tre delle quali trasportate dalla campagna e ricostruite in loco (detta chiese matrioska... se desiderate capire il perchè, non vi resta che recarvi a Casalbeltrame!) sono la rievocazione simbolica di quel momento fondante per questo piccolo paese rurale e sono lì per testimoniare questa storia antica.
Casalbeltrame, una veduta del lungo portico posteriore del Cascinale dei Nobili, ospitante il Museo Etnografico, ricco di documenti della scomparsa "età di terra e di fatica". Esso è oggi meta fondamentale per le attività didattiche della scuola primaria e secondaria della Provincia. E' anche meta del turismo nazionale, assieme alle attività espositivo-museali di "Materima" ed enogastronomiche di "Poderia", che gestisce un centro di commercializzazione dei prodotti slow-food ed attività di degustazione e ristorazione.
E' intenzione di TACCUINI INTERNAZIONALI" portare a Casalbeltrame anche il turismo internazionale, nell'ottica di un potenziamento complessivo del territorio novarese, dei suoi prodotti di pianura e di collina, e degli itinerari culturali e artistici che lo contraddistinguono e lo caratterizzano, ancora tutti da orientare entro una logica unitaria di prodotto tipico.
La struttura ha un ristorante al suo interno, e la Poderia, bottega slow-food dove periodicamente vengono organizzate degustazioni di prodotti tipici della zonas e delle città aderenti alla catena slow-food.Dall'altra parte della strada troviamo Villa Gautieri, sede di una gipsoteca, e della galleria d'arte privata Materima, che offrono l'emozione del contatto diretto con opere di grandi artisti come Pomodoro, Messina, Manzù, rinsaldando il valore edificante dell'arte e mostrando l'insolito connubio tra arte e tradizione agricola. A vegliare sulle grandi opere scultoree uno stupendo esemplare di Gimko Biloba maschio, patrimonio nazionale.A Casalbeltrame vi è poi l'oasi palude, che si estende per circa 640 ettari. L'area è destinata a riattivare un antico sito di svernamento e nidificazione dell'avifauna migratoria. Con un programma di lavori l'Ente Parco intende recuperare e ripristinare la palude, creando nel contempo strutture fruibili per le attività didattiche e l'osservazione naturalistica.Ma esiste un denominatore comune che unisce tutte queste strutture? Certo, sì, c'è, ed è decisamente importante: va sotto il nome di artis pagus (villaggio dell'arte), cioè, costruire uno spazio ove si riporti in vita la manualità, le attività legate alla fatica, al lavoro costante di anno in anno, come quello contadino.
Casalbeltrame, la grande scultura che marchia la piazza del cascinale dei Nobili, segno odierno di forti vocazioni e propensioni artistico-culturali del paese e delle sue istituzioni
I cascinali di Caslbeltrame vivevano in un regime di autarchia: ogni cosa che serviva alla sopravvivenza era prodotta in loco. A secoli di distanza questo concetto ritorna con le Città-Slow, che testimoniano come il vivere lentamente sia una delle cose più importanti, insieme alla conservazione della memoria: da quella ambientale dell'oasi, al rispetto della mano d'opera dei piccoli produttori che possono utilizzare anche energie bio. In particolare l'allestimento dell'oasi ha significato un nuovo modo di intendere l'agricoltura, vissuta nel massimo rispetto dell'ambiente. L'idea di fondo è quella di rivalutare il saper fare, che si sposa con tutte le strutture presenti a Casalbeltrame, e con gli appuntamenti periodicamente organizzati. Nella festa del pane, per esempio, si vuole invitare i partecipanti a riscoprire la gioia del fare con le mani, invece di limitarsi a comperare il prodotto finito. Ridare quindi centralità al saper fare in famiglia, e poi a scuola, con la riscoperta dei percorsi di studio che insegnano una professionalità: anche qui un recupero dei valori del passato, quando saper fare significava poter sopravvivere.
Novara, luglio 2010
Testo di Eliana Frontini
( Foto di Enrico Mercatali )
Pubblicato anche su "Nuovo Sestante" , n. 40 - agosto-settembre 2010
Vedi anche l'articolo nell' Archivio di TACCUINI INTERNAZIONALI - Luglio 2010
Mi sono permessa di citarti in un post che ho pubblicato sul museo etnografico di Casalbeltrame:
ReplyDeletehttp://guladelamajun.blogspot.it/2013/03/slow-food-casalbeltrame-museo.html
Ne approfitto per complimentarmi, davvero un blog ricco di amore per arte e cultura.
Grazie
Valentina