Le "Cattedrali del Vino"
cantine d'autore
Sopra: La nuova cantina color Rosso Rubino dell'ampliamento di "Cantina Tramin" a Termeno (Bolzano), ove si produce il famoso Gewurztraminer, realizzato da Werner Tscholl tra il 2008 e il 2010, che ha comportato 20 mesi di lavoro per 19.270 metri cubi e un investimento pari a 8 milioni di euro.
Più sotto: Nuove distillerie Nardini a Bassano del Grappa, realizzate su progetto di Massimiloiano Fuksas del 2004. Le due bolle in cristallo contengono i laboratori di analisi e la sala di ricevimento dei visitatori.
Nuove distillerie Nardini a Bassano del Grappa, realizzate su
progetto di Massimiloiano Fuksas del 2004. Le due bolle in cristallo
contengono i laboratori di analisi e la sala di ricevimento dei visitatori.
Dai vecchi cascinali alle nuove icone firmate archistar
di Enrico Mercatali
Dedichiamo
questo articolo al positivo rapporto oggi registrabile tra Vino e
Architettura, ovvero al buon connubio tra le migliori cantine d'Italia e
del Mondo con la moderna architettura che le contiene, la cui immagine
spesso viene assegnata alle firme dello star system internazionale
proprio per dare maggiore visibilità ai pur già ben affermati marchi, e
per diffonderne in modo ancora più incisivo le intrinseche qualità non
solo di prodotto, ma anche di azienda. Faremo alcuni esempi di cantine storiche, italiane o europee ed anche extraeuropee, il cui marchio già troneggia negli elenchi delle eccellenze enologiche mondiali, che hanno recentemente realizzato addizioni moderne ed efficienti delle loro antiche strutture, tutte firmate da architetti eccellenti, molti anche di chiara fama. Vedremo come tali realizzazioni siano nate, non solo dalla necessità di efficientare e adeguare ai severi protocolli di igiene gli edifici già in essere, a volte anche storici, ma anche, ed a volte soprattutto, allo scopo di aggiungere fattori di attrazione e promozione, oltreche di accoglienza, tali da incrementarne i flussi di visitatori.
Sopra e sotto: lo spiritoso e azzeccatissimo
"Acino"- Belvedere, ideato dall'architetto Giuseppe Blengini per
"Degustare il vino degustando il panorama", per le cantine dei Fratelli
Cerretto, nelle Langhe piemontesi, tra le colline di Castiglione
Falletto
Fratelli
Cerretto
nelle Langhe piemontesi di Castiglione
Falletto
Cantine Faustino
Gumiel de Izan - Spagna
Sopra e sotto: Foster + Partners, Bodegas Portia,
Cantina Tramin a Termeno (Bolzano)
Gumiel de Izan - Spagna
Sopra e sotto: Foster + Partners, Bodegas Portia,
Gumiel de Izán / Spagna / 2007 - Committente: Cantine Faustino
Cantina Tramin a Termeno (Bolzano)
Ampliamento della cantina "Traminer" a Termeno (Bolzano), realizzato da Werner Tscholl. Una veduta sui vigneti circostanti dall'interno della sala di rappresentanza.
Sotto: Tre immagini dell'ampliamento della cantina a Termeno (Bolzano), realizzato da Werner Tscholl tra il 2008 e il 2010. Nella prima foto è la sala delle degustazioni ove teche in legno dal disegno simile a quello delle strutture dell'edificio espongono i diversi prodotti della casa, entro un ambiente dal quale si vede tutta la valle dell'Adige, interamente coltivata a vigneti, ed il cui arredo ben ne sà richiamare simbolicamente forme e colori.
Nell'immagine successiva la spettacolare visione nottura dall'esterno dei diversi piani interni alla struttura, con le sale di rappresentanza e di degustazione illuminate in modo assai suggestivo. L'immagine successiva mostra in modo enfatico la ragnatela verde che simula i tralci della vite, racchiudendo in essa, dietro ampie vetrate, gli ambienti degli uffici e dei ricevimenti.
Riportiamo nell'articolo, quali esempi interessanti di famose cantine che hanno dato carta bianca ad altrettanti famosi architetti per l'esecuzione di piccoli o ampi complessi di produzione o stoccaggio del vino, o per semplici addizioni alle loro preesistenza, quali luoghi di commercializzazione o di ricevimento degli ospiti, sale di degustazione e di vendita al dettaglio.
Centro di produzione dello spumante Rotari a Mezzocorona (Trento), posto al centro della Valle dell'Adige, in mezzo ai vigneti da cui prende avvio la Strada del Vino che termina a Bolzano. L'enorme complesso è stato realizzato su progetto di Alberto Cecchetto nei primi anni degli anni '90. Molta parte delle sue forme si ispirano ai vigneti del luogo, e buona parte dei locali interni sono tesi ad enfatizzare il rapporto tra il visitatore ed il vino. Particolarmente interessante il pavimento inclinato del locale delle degustazioni, così realizzato per provocare un'idea di ebbrezza nelle persone presenti.
Sopra due immagini delle cantine Rotari di Mezzocorona: Nella prima emerge il grande tetto in legno lamellare, costruito sullo schema dei tendoni a vigna tipici della zona, ove i tralci della vite si distribuiscono su supporti di uguale linghezza a destra e a sinistra dei supporti centrali.
La seconda immagine mette in risalto il colloquio che il grande edificio ha con la montagna retrostante. La grande dimensione della struttura dipende dall'alto numero dei soci afferente alla società cooperativa. Ciascuno di essi, grande o piccolo che sia, ha accesso quotidianamente con il proprio prodotto ai magazzini di stoccaggio, e alle aree comuni, ivi incluso un grande auditorium di circa 1500 posti, per le assemblee.
Sotto: L'area coperta per il movimento delle merci ha una copertura la cui superficie non ha soluzioni di continuità coi prati circostanti.
L'accesso alle aree frigorifere è assai ampia e protetta da una copertura per la movimentazione dei numerosi mezzi che vi transitano quotidianamente.
E' stata realizzata nel 2012 una nuova cantina, nella Tenuta di Castelbuono a Bevagna, in Umbria presso Assisi, al centro di dolcissimi declivi a vigneto. Qui l'autore non è un architetto, bensì un maestro della scultura italiana e internazionale, Arnaldo Pomodoro. Il suo gigantesco scudo dorato, che evoca la suggestione storica della presenza etrusca, e che racchiude i locali ove vi si affina l'ottimo Sagrantino di Montefalco, è una scultura ed assieme una presenza architettonica a cupola. Non è la prima volta che lo scultore si cimenta con l'intero territorio di un comune, insediandovi una presenza forte e significativa. Già anni fa, con l'ampliamento del cimitero di Urbino, aveva introdotto i suoi caratteristici "segni" al centro di una collina, dimostrando, come anche in questo caso, di possedere una sapienza architettonica, ed una sensibilità da grande paesaggista.
Segnaliamo un esempio straniero con la cantina dei vignati Perz Cruz, realizzati nel 2001 da Josè Cruz Ovalle a Paine, Santiago del Cile, e poi alcuni esempi italiani, tra cui la Cantina Petra di Suvereto di Mario Botta, nell'entroterra di Piombino, costruita tra il 2001 e il 2003.
Sopra: due immagini della nuova cantina "Antinori", nel Chianti, realizzata dallo Studio ARCHEA. Entrambe le immagini mostrano l'intento dei progettisti di evitare forti impatti esterni alla struttura, mascherandone le grandi volumetrie al di sotto delle superfici a verde, amalgamate al territorio circostante. La seconda immagine evidenzia i piani larghi e allungati sotto ai quali si cela la struttura interna della cantina. Il collegamento verticale è assicurato da comode rampe a spirale poste sul perimetro delle piastre.
Sotto: Analogo concetto è applicato già qualche anno prima da Piero Sartogo nelle cantine Badia di Coltibuono, sempre nel Chianti (Comune di Gaiole). Anche qui l'aerea copertura si estende, ampia e leggera, sulle verdi colline, ad esse amalgamandosi, così nascondendo sotto di essa i rilevanti volumi interni
Abbiamo scelto di mostrarvi anche la nuova sede delle distillerie Nardini di Massimiliano Fuksas a Bassano del Grappa, realizzata tra il 2002 e il 2004. E poi la Rocca di Fassinello Winery, realizzata da Renzo Piano tra il 2001 e il 2007 a Gavorrano, presso Grosseto. E poi ancora lo spumantificio Rotari a Mezzocorona (Trento), ove inizia la Strada del Vino dell'Alto Adige, i cui lavori sono iniziati nel 1996 su progetto di Alberto Cecchetto.
Sulla stessa Strada del Vino, tra Trento e Bolzano, segnaliamo anche la moderna addizione al vecchio maso, a Magrè, delle cantine con vinoteca Alois Lageder, costruito su progetto di Abram & Schnabl Architekten nei primi anni '90.Proponiamo inoltre alla vostra attenzione le Nuove Cantine dei Marchesi Antinori a San Casciano Val di Pesa (Firenze), dello Studio Archea (2005-2008) e poi di Gino Valle le cantine Icario in località Fucile, Montepulciano 2007. Ed infine le Cantine Badia a Coltibuono, di Piero Sartogo (1995-97)
Sopra: Di Gino Valle la Cantina Icario (due immagini), nella campagna di Montepulciano (Siena). Pietra, acqua e vetro sono i materiali scelti da Valle per uniformare il progetto secondo stereometrie ortogonali d'impianto poco naturalistico, ma efficace quale inserimento capace di segnare una forte immagine di riconoscibilità e impianto razionale. Questa scelta modernista è in grado di affascinare il visitatore più per la propria intrinseca forza geometrica e materica che per capacità di dissimulazione.
Sotto: Di Gino Valle la Cantina Icario sfoggia, tra l'altro, ampi locali destinati a pinacoteca, con opere moderne appartenenti alla società, che fanno mostra di sè all'nsegna del binomio arte-natura, vino-architettura.
Tutte le realizzazioni che abbiamo citato non sono precedenti ai primi anni degli anni '90, e pertanto tutte appartenenti, su per giù, all'ultimo quindicennio. E' infatti in questo scorcio di anni che si è venuta formando una vera e propria cultura del "vino ben accasato", che, in versione moderna, appartiene alla stessa concezione del più tradizionale accostamento delle cantine alla Villa Palladiana piuttosto che all'Antico Castello, una concezione che vede questo prodotto, nobile e talvolta perfino di lusso, doverosamente ambientato entro una scena che lo accolga e contenga in modo adeguato al suo status, segnalandone simbolicamente "l'alto rango".
Sotto: Tre immagini dell'ampliamento della cantina a Termeno (Bolzano), realizzato da Werner Tscholl tra il 2008 e il 2010. Nella prima foto è la sala delle degustazioni ove teche in legno dal disegno simile a quello delle strutture dell'edificio espongono i diversi prodotti della casa, entro un ambiente dal quale si vede tutta la valle dell'Adige, interamente coltivata a vigneti, ed il cui arredo ben ne sà richiamare simbolicamente forme e colori.
Nell'immagine successiva la spettacolare visione nottura dall'esterno dei diversi piani interni alla struttura, con le sale di rappresentanza e di degustazione illuminate in modo assai suggestivo. L'immagine successiva mostra in modo enfatico la ragnatela verde che simula i tralci della vite, racchiudendo in essa, dietro ampie vetrate, gli ambienti degli uffici e dei ricevimenti.
Riportiamo nell'articolo, quali esempi interessanti di famose cantine che hanno dato carta bianca ad altrettanti famosi architetti per l'esecuzione di piccoli o ampi complessi di produzione o stoccaggio del vino, o per semplici addizioni alle loro preesistenza, quali luoghi di commercializzazione o di ricevimento degli ospiti, sale di degustazione e di vendita al dettaglio.
Rotari - Mezzocorona (Trento)
Centro di produzione dello spumante Rotari a Mezzocorona (Trento), posto al centro della Valle dell'Adige, in mezzo ai vigneti da cui prende avvio la Strada del Vino che termina a Bolzano. L'enorme complesso è stato realizzato su progetto di Alberto Cecchetto nei primi anni degli anni '90. Molta parte delle sue forme si ispirano ai vigneti del luogo, e buona parte dei locali interni sono tesi ad enfatizzare il rapporto tra il visitatore ed il vino. Particolarmente interessante il pavimento inclinato del locale delle degustazioni, così realizzato per provocare un'idea di ebbrezza nelle persone presenti.
Sopra due immagini delle cantine Rotari di Mezzocorona: Nella prima emerge il grande tetto in legno lamellare, costruito sullo schema dei tendoni a vigna tipici della zona, ove i tralci della vite si distribuiscono su supporti di uguale linghezza a destra e a sinistra dei supporti centrali.
La seconda immagine mette in risalto il colloquio che il grande edificio ha con la montagna retrostante. La grande dimensione della struttura dipende dall'alto numero dei soci afferente alla società cooperativa. Ciascuno di essi, grande o piccolo che sia, ha accesso quotidianamente con il proprio prodotto ai magazzini di stoccaggio, e alle aree comuni, ivi incluso un grande auditorium di circa 1500 posti, per le assemblee.
Sotto: L'area coperta per il movimento delle merci ha una copertura la cui superficie non ha soluzioni di continuità coi prati circostanti.
L'accesso alle aree frigorifere è assai ampia e protetta da una copertura per la movimentazione dei numerosi mezzi che vi transitano quotidianamente.
Tenuta di Castelbuono a Bevagna - Umbria
E' stata realizzata nel 2012 una nuova cantina, nella Tenuta di Castelbuono a Bevagna, in Umbria presso Assisi, al centro di dolcissimi declivi a vigneto. Qui l'autore non è un architetto, bensì un maestro della scultura italiana e internazionale, Arnaldo Pomodoro. Il suo gigantesco scudo dorato, che evoca la suggestione storica della presenza etrusca, e che racchiude i locali ove vi si affina l'ottimo Sagrantino di Montefalco, è una scultura ed assieme una presenza architettonica a cupola. Non è la prima volta che lo scultore si cimenta con l'intero territorio di un comune, insediandovi una presenza forte e significativa. Già anni fa, con l'ampliamento del cimitero di Urbino, aveva introdotto i suoi caratteristici "segni" al centro di una collina, dimostrando, come anche in questo caso, di possedere una sapienza architettonica, ed una sensibilità da grande paesaggista.
Segnaliamo un esempio straniero con la cantina dei vignati Perz Cruz, realizzati nel 2001 da Josè Cruz Ovalle a Paine, Santiago del Cile, e poi alcuni esempi italiani, tra cui la Cantina Petra di Suvereto di Mario Botta, nell'entroterra di Piombino, costruita tra il 2001 e il 2003.
Antinori, nel Chianti - Toscana
Sopra: due immagini della nuova cantina "Antinori", nel Chianti, realizzata dallo Studio ARCHEA. Entrambe le immagini mostrano l'intento dei progettisti di evitare forti impatti esterni alla struttura, mascherandone le grandi volumetrie al di sotto delle superfici a verde, amalgamate al territorio circostante. La seconda immagine evidenzia i piani larghi e allungati sotto ai quali si cela la struttura interna della cantina. Il collegamento verticale è assicurato da comode rampe a spirale poste sul perimetro delle piastre.
Sotto: Analogo concetto è applicato già qualche anno prima da Piero Sartogo nelle cantine Badia di Coltibuono, sempre nel Chianti (Comune di Gaiole). Anche qui l'aerea copertura si estende, ampia e leggera, sulle verdi colline, ad esse amalgamandosi, così nascondendo sotto di essa i rilevanti volumi interni
Abbiamo scelto di mostrarvi anche la nuova sede delle distillerie Nardini di Massimiliano Fuksas a Bassano del Grappa, realizzata tra il 2002 e il 2004. E poi la Rocca di Fassinello Winery, realizzata da Renzo Piano tra il 2001 e il 2007 a Gavorrano, presso Grosseto. E poi ancora lo spumantificio Rotari a Mezzocorona (Trento), ove inizia la Strada del Vino dell'Alto Adige, i cui lavori sono iniziati nel 1996 su progetto di Alberto Cecchetto.
Sulla stessa Strada del Vino, tra Trento e Bolzano, segnaliamo anche la moderna addizione al vecchio maso, a Magrè, delle cantine con vinoteca Alois Lageder, costruito su progetto di Abram & Schnabl Architekten nei primi anni '90.Proponiamo inoltre alla vostra attenzione le Nuove Cantine dei Marchesi Antinori a San Casciano Val di Pesa (Firenze), dello Studio Archea (2005-2008) e poi di Gino Valle le cantine Icario in località Fucile, Montepulciano 2007. Ed infine le Cantine Badia a Coltibuono, di Piero Sartogo (1995-97)
Sopra: Di Gino Valle la Cantina Icario (due immagini), nella campagna di Montepulciano (Siena). Pietra, acqua e vetro sono i materiali scelti da Valle per uniformare il progetto secondo stereometrie ortogonali d'impianto poco naturalistico, ma efficace quale inserimento capace di segnare una forte immagine di riconoscibilità e impianto razionale. Questa scelta modernista è in grado di affascinare il visitatore più per la propria intrinseca forza geometrica e materica che per capacità di dissimulazione.
Sotto: Di Gino Valle la Cantina Icario sfoggia, tra l'altro, ampi locali destinati a pinacoteca, con opere moderne appartenenti alla società, che fanno mostra di sè all'nsegna del binomio arte-natura, vino-architettura.
Tutte le realizzazioni che abbiamo citato non sono precedenti ai primi anni degli anni '90, e pertanto tutte appartenenti, su per giù, all'ultimo quindicennio. E' infatti in questo scorcio di anni che si è venuta formando una vera e propria cultura del "vino ben accasato", che, in versione moderna, appartiene alla stessa concezione del più tradizionale accostamento delle cantine alla Villa Palladiana piuttosto che all'Antico Castello, una concezione che vede questo prodotto, nobile e talvolta perfino di lusso, doverosamente ambientato entro una scena che lo accolga e contenga in modo adeguato al suo status, segnalandone simbolicamente "l'alto rango".
Numerosi modi vengono oggi adottati per designare il buon rapporto esistente tra vino e architettura, quasi a dare di entrambi i soggetti un'idea unitaria, logica e ben strutturata se abbinati, come appunto devo essere anche in sè stessi tutti gli edifici d'arte e naturalmente tutti i vini di pregio.
Sopra: due immagini delle distillerie Nardini a Bassano del Grappa. In questo complesso di recentissima realizzazione il suo autore, Massimiliano Fuksas, reduce dall'esperienza milanese di Fiera Milano Rho, ha inteso modernizzare il gusto della grappa Nardini, d'antichissima origine in Bassano del Grappa, stupendo i visitatori con queste "bolle", di avveniristica foggia. In esse, nel vocabolario ormai consueto dell'architetto, il rapporto tra acciaio, vetro e acqua, si specchiano i futuri destini del famoso marchio, che ha scelto per promuoversi questi estremi segni, votati allo stupore e all'anticonvenzionalità.
Nelle due immagini successive ancora un dettaglio ripreso dall'alto, delle bolle (un laboratorio d'analisi e uno spazio di rappresentanza) ed una veduta fatta di destrutturanti trasparenze.
Esiste già una abbondante letteratura in proposito per farne ora una panoramica abbastanza ampia, per cui, volendo dare anche solo un'idea al lettore, nell'ambito di un semplice articolo, di quanto oggi sia in auge tale tipo di connubio nei "santuari" della produzione vinicola del mondo, è necessario fare una certa sintesi, mostrando una selezione di quanto di meglio sia stato ad oggi realizzato nell'esprimere nel modo migliore tale connubio.
Ma, prima di avviarci sulla difficile strada delle selezioni, diciamo perchè siamo tentati da queste argomentazioni, cercando di capire noi stessi e far capire quali passioni ci muovono adesso, e qui, nel rinnovare tali interessi. In primo luogo hanno radici antiche entrambi queste materie, il vino come l'architettura, ed il loro stesso abbinarsi già si perde nella storia dei secoli.
E' però di più recente data la necessità di dare ad esse, messe assieme, una impronta più marcatamente espressiva di valori edonistici, in qualche modo legata al piacere dei sensi, della gola e della vista, in primo luogo, ma poi tutti di seguito, da quelli dell'olfatto a quelli del tatto e dell'udito, che richiamino in noi l'idea di piaceri concreti, come quelli della tavola, e del gusto, ma anche quelli inconsci della trasgressione, dell'ebbrezza, della bellezza, della voluttà...
Sembra che, in questo senso, sia l'architettura del vino che quella del vino ben architettato, abbiano propensioni simili, quasi che l'una attiri l'altro, o che l'uno ben si mescoli nell'altra, correggendosi e migliorandosi assieme, promuovendo le reciproche qualità e le relative eccellenze. Entrambi puntano oggi all'immagine almeno quanto alle loro intrinseche doti di partenza, o quelle che, da quelle, si sono affinate nel farsi, nel prodursi, nel darsi al meglio delle proprie potenzialità.E' da una buona immagine di sè che emerge il desiderio, e che si fa strada l'idea del provare, conoscere, approfondire. E' da quella che parte l'idea del piacere che si prepara in noi già pregustando i seguiti d'un banchetto fatto di promesse di gusto e sapori, di forme e colori tutti ben amalgamati e assortiti.
Ho visitato luoghi meravigliosi ove si accede per gustare il vino, e poi magari acquistarne qualche bottiglia.
Sopra e sotto: di Mario Botta il progetto della Cantina Petra, sulla collina che sovrasta l'ampio vigneto di Suvereto, nell'entroterra di Piombino.
Abbiamo varcato le porte di ville antiche in gloriosi parchi, siamo entrati entro mura di castelli d'arme oggi trasformati in cantine, per fare immagine, come per dire che il buon vino nasce in luoghi freschi e bui, dietro a muri ciclopici.
Rocca di Frassinello Winery di Castellare di Castellina, di Paolo Panerai, in società con la francese Domain Barone di Rothschild Lafite, è uno degli ultimi progetti che Renzo Piano ha dedicato all'architettura del vino, alle sue cantine e alle sue attività di commercializzazione. La localizzazione delle nuove cantine della join venture tra gli italiani e i francesi ha visto nuove e favorevoli opportunità di trasferta dal chiantigiano alla Maremma, nelle zone cioè già votate al vino (Bolgheri e Morellino di Scansano). 125 ettari di vigne su un podere di 500 ettari, 8000 mq l'edificio, con capacità della cantina di 2500 barriques.
Riconosciamo Piano nei tagli ortogonali, nelle leggere coperture, nel dominio del vetro sulla muratura. Qui una torre segnala già molto lontano la presenza del sito. Se ci sembra potente l'organizzazione della sala di maturazione in barrique, non altrettanto capace ci sembra il resto dell'edificio, la sua parte emergente, debole nel risalto col paesaggio, più incline ad interpretare la matita del suo autore che l'idea che di quel vino, che vuole crescere in qualità, vorrebbe avere il suo potenziale fruitore. Una architettura che, tutto sommato, non esprime al meglio la grandezza sicura e ricca che Piano ha mostrato, ad esempio, nella Menil Collection di Huston nel texas, o nel Cultural Center Jean-Marie Tjbaou a Noumea, Nuova Caledonia, oppure ancora nel più recente Paul Klee Museum di Berna. Un'opera, questa di Rocca di Frassinello, tutto sommato deludente, per scarsa evocatività semantica al referente enologico: tanto Piano e poco vino. Personalmente avrei peferito azzerare la torre e disporre sult tetto una vigna, vera o metaforica che fosse, dando risalto alla sola componente orizzontale del progetto-paesaggio.
Antiche insegne ne segnalano la presenza proponendo grafiche appropriate a quell'antico stile.Ma da un paio di decenni si sono imposti nel mondo nuovi abbinamenti semantici all'idea del "bere bene", che non necessariamente devono risalire ad un pur riconosciuto concetto d'esperienza, di tradizione, di conoscenza. Oggi deve dominare invece una concezione del prodotto vino fatto anche di coraggio, di spiccato senso della sperimentazione, di intelligenza creativa e d'investigazione sensoriale.
Renzo Piano, Rocca di Frassinello Winery, la grande sala ove maturano 2500 barrique di vino. L'immagine qui è molto suggestiva. Una perfetta rapprersentazione scenica di quanto ordine e pulizia regnino sovrane, simbolo di sapienza di lavorazione e accuratezza nelle procedure.
Oggi vige e magari spicca la voglia di scoperta, il desiderio d'ottenere abbinamenti più marcati, e, perchè no, anche nuovi, con il cibo, ma anche coi momenti della vita, alla ricerca di qualità maggiori nei momenti da rendere migliori. La nuova architettura può dire tutto ciò, e farsi involucro espressivo di tali intenzioni, portando quel prodotto vino che da lì deriva sino alle più alte vette della sua visibilità, del suo riconoscimento.
Rocca di Frassinello Winery, veduta della nuova struttura vinicola dalla parte più bassa dei vigneti ciorcostanti, da cui vi si giunge. Non ci sembra appropriata al sito la presenza della torre, e neppure la leggera copertura in vetro del corpo che vi emerge al centro: poco a che fare con il vino e le sue tradizioni d'immagine. Il vetro, materiale che Piano padroneggia in ogni altra sua opera, qui risulta poco convincente. Lo è sicuramente di più negli alambicchi di Fuksas per Nardini, ove sembra assumere un significato che qui, invece, sfugge.
Così come avvenuto da qualche tempo all'estero, si è avviata anche in Italia una stagione di ottime prove circa l'avvenuto matrimonio tra il buon prodotto enologico ed il buon prodotto architettonico, ove il meglio che possa essere detto circo il termine "buono" riguarda prima e principalmente la migliore interpretazione che essi danno, ciascuno per quanto gli compete, alla terra alla quale essi appartengono, e alla tradizione che meglio la possa esprimere, e al sito specifico dove essi mettono radici.
Rocca di Fasinello Winery: Sopra, tralci di vite e grandi vetrate... una poetica che non regge il confronto con la terra... col paesaggio. Una architettura che si fa leggera invece di richiamare il peso della terra, e delle sue fatiche, una cantina che si fa trasparente quando dovrebbe invece immergersi nell'ombra dei suoi frutti, e nel mistero delle sue alchimie. Sotto: nel percorso alle cantine vere e proprie, l'atmosfera ed i suoi colori meglio si san calare nella parte, assecondando le tradizioni.
Quando entrambi questi presupposti siano dati, allora possiamo affermare che il binomio ben si fonda, e che il risultato della sua unione può vantarsi come un successo.
I siti che qui mostriamo come tali, italiani ed esteri possono essere stati più o meno capaci di interpretare i caratteri tipici delle loro terre, ma tutti hanno il pregio di aver ottenuto lo scopo preminente, ossia quello di diffondere il prodotto che vi si è generato, promuovendone in modo ottimale i caratteri che lo contraddistinguono, ben differenziandoli da altri.
Sopra e Sotto: Feudi di San Gregorio Aziende Agricole a Sorbo Serpico in Provincia di Avellino: L'ampliamento delle cantine storiche dell'Azienda vinicola realizzata dagli architetti Hikaru Mori e Maurizio Zito.
Scopo ultimo della nostra indagine è quello di divulgarne gli assunti, oltre ai risultati di immagine da essi raggiunto, domandandoci se per i prodotti migliori delle nostre terre piemontesi non possa, non debba essere fatto altrettanto.Auspicando altrettanto coraggio imprenditoriale da parte delle nostre migliori produzioni, vorremmo che, anche qui in Piemonte possano essere avviati processi di comunicazione e promozione quali quelli presi in esame, e che anche i nostri Barolo, Barbaresco, Gattinara, Spanna ed Erbaluce possano in un prossi mo futuro vantarsi di analoghi esempi.
TACCUINI non rinuncerà a svolgere la sua battaglia in favore del Moderno, affinchè, dove non esistano qualità pregresse dei luoghi di produzione e di commercializzazione, quali, Ville, Parchi, Tenute o Castelli, possa una nuova buona architettura esserne segnale e biglietto da visita, e mezzo per nuove e più quotate affermazioni, ove già sussista l'intrinseca qualità dei prodotti e la voglia di migliorarla sempre più per competere con quelli d'altre terre, di altri paesi ed altre culture.
Strada del Vino, Magrè (Trento), all'interno dell'antica corte d'un maso, ecco questa moderna addizione della cantina, dedicata a rappresentanza e vendita, delle prestigiose Alois Lageder. Gli architetti altoatesini Abram e Schnabl hanno concepito una struttura quasi interamente lignea con coperture a shed, con soluzioni di ecocompatibilità .
Enrico Mercatali
Piemonte-Lago Maggiore,
aggiornato il 2 aprile 2014, già aggiornato il 20 febbraio 2012
l'originale del 7 settembre 2010
An english version on the same web-magazine (by Penelope Mirotti), http://taccuinodicasabella.blogspot.com/2011/10/wine-cathedrals-new-art-cellars.html).
Nardini - Bassano del Grappa
Sopra: due immagini delle distillerie Nardini a Bassano del Grappa. In questo complesso di recentissima realizzazione il suo autore, Massimiliano Fuksas, reduce dall'esperienza milanese di Fiera Milano Rho, ha inteso modernizzare il gusto della grappa Nardini, d'antichissima origine in Bassano del Grappa, stupendo i visitatori con queste "bolle", di avveniristica foggia. In esse, nel vocabolario ormai consueto dell'architetto, il rapporto tra acciaio, vetro e acqua, si specchiano i futuri destini del famoso marchio, che ha scelto per promuoversi questi estremi segni, votati allo stupore e all'anticonvenzionalità.
Nelle due immagini successive ancora un dettaglio ripreso dall'alto, delle bolle (un laboratorio d'analisi e uno spazio di rappresentanza) ed una veduta fatta di destrutturanti trasparenze.
Esiste già una abbondante letteratura in proposito per farne ora una panoramica abbastanza ampia, per cui, volendo dare anche solo un'idea al lettore, nell'ambito di un semplice articolo, di quanto oggi sia in auge tale tipo di connubio nei "santuari" della produzione vinicola del mondo, è necessario fare una certa sintesi, mostrando una selezione di quanto di meglio sia stato ad oggi realizzato nell'esprimere nel modo migliore tale connubio.
Ma, prima di avviarci sulla difficile strada delle selezioni, diciamo perchè siamo tentati da queste argomentazioni, cercando di capire noi stessi e far capire quali passioni ci muovono adesso, e qui, nel rinnovare tali interessi. In primo luogo hanno radici antiche entrambi queste materie, il vino come l'architettura, ed il loro stesso abbinarsi già si perde nella storia dei secoli.
E' però di più recente data la necessità di dare ad esse, messe assieme, una impronta più marcatamente espressiva di valori edonistici, in qualche modo legata al piacere dei sensi, della gola e della vista, in primo luogo, ma poi tutti di seguito, da quelli dell'olfatto a quelli del tatto e dell'udito, che richiamino in noi l'idea di piaceri concreti, come quelli della tavola, e del gusto, ma anche quelli inconsci della trasgressione, dell'ebbrezza, della bellezza, della voluttà...
Cantina Petra, di Suvereto (Toscana)
Sembra che, in questo senso, sia l'architettura del vino che quella del vino ben architettato, abbiano propensioni simili, quasi che l'una attiri l'altro, o che l'uno ben si mescoli nell'altra, correggendosi e migliorandosi assieme, promuovendo le reciproche qualità e le relative eccellenze. Entrambi puntano oggi all'immagine almeno quanto alle loro intrinseche doti di partenza, o quelle che, da quelle, si sono affinate nel farsi, nel prodursi, nel darsi al meglio delle proprie potenzialità.E' da una buona immagine di sè che emerge il desiderio, e che si fa strada l'idea del provare, conoscere, approfondire. E' da quella che parte l'idea del piacere che si prepara in noi già pregustando i seguiti d'un banchetto fatto di promesse di gusto e sapori, di forme e colori tutti ben amalgamati e assortiti.
Ho visitato luoghi meravigliosi ove si accede per gustare il vino, e poi magari acquistarne qualche bottiglia.
Sopra e sotto: di Mario Botta il progetto della Cantina Petra, sulla collina che sovrasta l'ampio vigneto di Suvereto, nell'entroterra di Piombino.
Abbiamo varcato le porte di ville antiche in gloriosi parchi, siamo entrati entro mura di castelli d'arme oggi trasformati in cantine, per fare immagine, come per dire che il buon vino nasce in luoghi freschi e bui, dietro a muri ciclopici.
Frassinello Winery, di Castellare di Castellina
Rocca di Frassinello Winery di Castellare di Castellina, di Paolo Panerai, in società con la francese Domain Barone di Rothschild Lafite, è uno degli ultimi progetti che Renzo Piano ha dedicato all'architettura del vino, alle sue cantine e alle sue attività di commercializzazione. La localizzazione delle nuove cantine della join venture tra gli italiani e i francesi ha visto nuove e favorevoli opportunità di trasferta dal chiantigiano alla Maremma, nelle zone cioè già votate al vino (Bolgheri e Morellino di Scansano). 125 ettari di vigne su un podere di 500 ettari, 8000 mq l'edificio, con capacità della cantina di 2500 barriques.
Riconosciamo Piano nei tagli ortogonali, nelle leggere coperture, nel dominio del vetro sulla muratura. Qui una torre segnala già molto lontano la presenza del sito. Se ci sembra potente l'organizzazione della sala di maturazione in barrique, non altrettanto capace ci sembra il resto dell'edificio, la sua parte emergente, debole nel risalto col paesaggio, più incline ad interpretare la matita del suo autore che l'idea che di quel vino, che vuole crescere in qualità, vorrebbe avere il suo potenziale fruitore. Una architettura che, tutto sommato, non esprime al meglio la grandezza sicura e ricca che Piano ha mostrato, ad esempio, nella Menil Collection di Huston nel texas, o nel Cultural Center Jean-Marie Tjbaou a Noumea, Nuova Caledonia, oppure ancora nel più recente Paul Klee Museum di Berna. Un'opera, questa di Rocca di Frassinello, tutto sommato deludente, per scarsa evocatività semantica al referente enologico: tanto Piano e poco vino. Personalmente avrei peferito azzerare la torre e disporre sult tetto una vigna, vera o metaforica che fosse, dando risalto alla sola componente orizzontale del progetto-paesaggio.
Antiche insegne ne segnalano la presenza proponendo grafiche appropriate a quell'antico stile.Ma da un paio di decenni si sono imposti nel mondo nuovi abbinamenti semantici all'idea del "bere bene", che non necessariamente devono risalire ad un pur riconosciuto concetto d'esperienza, di tradizione, di conoscenza. Oggi deve dominare invece una concezione del prodotto vino fatto anche di coraggio, di spiccato senso della sperimentazione, di intelligenza creativa e d'investigazione sensoriale.
Renzo Piano, Rocca di Frassinello Winery, la grande sala ove maturano 2500 barrique di vino. L'immagine qui è molto suggestiva. Una perfetta rapprersentazione scenica di quanto ordine e pulizia regnino sovrane, simbolo di sapienza di lavorazione e accuratezza nelle procedure.
Oggi vige e magari spicca la voglia di scoperta, il desiderio d'ottenere abbinamenti più marcati, e, perchè no, anche nuovi, con il cibo, ma anche coi momenti della vita, alla ricerca di qualità maggiori nei momenti da rendere migliori. La nuova architettura può dire tutto ciò, e farsi involucro espressivo di tali intenzioni, portando quel prodotto vino che da lì deriva sino alle più alte vette della sua visibilità, del suo riconoscimento.
Rocca di Frassinello Winery, veduta della nuova struttura vinicola dalla parte più bassa dei vigneti ciorcostanti, da cui vi si giunge. Non ci sembra appropriata al sito la presenza della torre, e neppure la leggera copertura in vetro del corpo che vi emerge al centro: poco a che fare con il vino e le sue tradizioni d'immagine. Il vetro, materiale che Piano padroneggia in ogni altra sua opera, qui risulta poco convincente. Lo è sicuramente di più negli alambicchi di Fuksas per Nardini, ove sembra assumere un significato che qui, invece, sfugge.
Così come avvenuto da qualche tempo all'estero, si è avviata anche in Italia una stagione di ottime prove circa l'avvenuto matrimonio tra il buon prodotto enologico ed il buon prodotto architettonico, ove il meglio che possa essere detto circo il termine "buono" riguarda prima e principalmente la migliore interpretazione che essi danno, ciascuno per quanto gli compete, alla terra alla quale essi appartengono, e alla tradizione che meglio la possa esprimere, e al sito specifico dove essi mettono radici.
Rocca di Fasinello Winery: Sopra, tralci di vite e grandi vetrate... una poetica che non regge il confronto con la terra... col paesaggio. Una architettura che si fa leggera invece di richiamare il peso della terra, e delle sue fatiche, una cantina che si fa trasparente quando dovrebbe invece immergersi nell'ombra dei suoi frutti, e nel mistero delle sue alchimie. Sotto: nel percorso alle cantine vere e proprie, l'atmosfera ed i suoi colori meglio si san calare nella parte, assecondando le tradizioni.
Quando entrambi questi presupposti siano dati, allora possiamo affermare che il binomio ben si fonda, e che il risultato della sua unione può vantarsi come un successo.
I siti che qui mostriamo come tali, italiani ed esteri possono essere stati più o meno capaci di interpretare i caratteri tipici delle loro terre, ma tutti hanno il pregio di aver ottenuto lo scopo preminente, ossia quello di diffondere il prodotto che vi si è generato, promuovendone in modo ottimale i caratteri che lo contraddistinguono, ben differenziandoli da altri.
Feudi di San Gregorio - Sorbo Serpico (Avellino)
Sopra e Sotto: Feudi di San Gregorio Aziende Agricole a Sorbo Serpico in Provincia di Avellino: L'ampliamento delle cantine storiche dell'Azienda vinicola realizzata dagli architetti Hikaru Mori e Maurizio Zito.
Scopo ultimo della nostra indagine è quello di divulgarne gli assunti, oltre ai risultati di immagine da essi raggiunto, domandandoci se per i prodotti migliori delle nostre terre piemontesi non possa, non debba essere fatto altrettanto.Auspicando altrettanto coraggio imprenditoriale da parte delle nostre migliori produzioni, vorremmo che, anche qui in Piemonte possano essere avviati processi di comunicazione e promozione quali quelli presi in esame, e che anche i nostri Barolo, Barbaresco, Gattinara, Spanna ed Erbaluce possano in un prossi mo futuro vantarsi di analoghi esempi.
TACCUINI non rinuncerà a svolgere la sua battaglia in favore del Moderno, affinchè, dove non esistano qualità pregresse dei luoghi di produzione e di commercializzazione, quali, Ville, Parchi, Tenute o Castelli, possa una nuova buona architettura esserne segnale e biglietto da visita, e mezzo per nuove e più quotate affermazioni, ove già sussista l'intrinseca qualità dei prodotti e la voglia di migliorarla sempre più per competere con quelli d'altre terre, di altri paesi ed altre culture.
Alois Lageder - Magrè (Trento)
Strada del Vino, Magrè (Trento), all'interno dell'antica corte d'un maso, ecco questa moderna addizione della cantina, dedicata a rappresentanza e vendita, delle prestigiose Alois Lageder. Gli architetti altoatesini Abram e Schnabl hanno concepito una struttura quasi interamente lignea con coperture a shed, con soluzioni di ecocompatibilità .
Enrico Mercatali
Piemonte-Lago Maggiore,
aggiornato il 2 aprile 2014, già aggiornato il 20 febbraio 2012
l'originale del 7 settembre 2010
An english version on the same web-magazine (by Penelope Mirotti), http://taccuinodicasabella.blogspot.com/2011/10/wine-cathedrals-new-art-cellars.html).