THE MAGAZINE OF THOUGHTS, DREAMS, IMAGES THAT PASS THROUGH EVERY ART OF DOING, SEEING, DISCOVERING

29 June 2010

Il blog di ENRICO MERCATALI per TACCUINI INTERNAZIONALI - PER UN TURISMO CREATIVO E TRASPARENTE





 


Il blog di Enrico Mercatali
per  TACCUINI INTERNAZIONALI 



 PER UN TURISMO CREATIVO E TRASPARENTE





 Nella foto: Il volto di una delle più belle tra le numerosissime raffigurazioni del Buddha presenti nel museo torinese di arte orientale (MAO) (foto di Enrico Mercatali)






Nella foto: la cascata del Toce nell'alta valle Formazza. La cascata è una delle più imponenti di tutto l'arco alpino. 
La cascata è aperta nei mesi estivi in orari precisi che consigliamo di volta in volta di verificare

Con queste note diamo avvio a “Taccuini Internazionali”, che Casabella – Lago Maggiore propone, attraverso i canali dedicati alla sua attività di promozione ed accoglienza turistica.
Taccuini Internazionali nasce con l’intento di dare vita a un luogo di approfondimenti e dialoghi attorno alle questioni aperte di un turismo, quale quello odierno italiano, in problematica crescita.
Gli spazi nel quale esso si muoverà sono quelli di una web-magazine fatta non tanto di parole e immagini del nostro lago (o di altri luoghi capaci di agganciare i sogni d’evasione delle persone), ma, al contrario, fatta di problemi aperti, da affrontare con spirito critico e considerazioni realistiche, attorno ai motivi che ci spingono, anche nelle problematicità, a “fare turismo”, o da turisti, o da creatori di turismo, in modi il meno possibile “scontati”, o superficiali.
Ci piacerebbe che questo spazio, nel quale cimentare noi stessi alla costante ricerca del meglio, e ad indurre anche altri a cimentarsi in tal senso, purchè di turismo abbiano cose utili da dire, fosse capace di sottolineare quanto il valore del binomio “turismo/creatività” sia, e debba, fare parte integrante e imprescindibile del binomio “turismo/trasparenza”, sia per chi faccia turismo per sperimentare su di sé le qualità del buon turista, sia per chi lo propone ad altri in termini di prodotti o di servizi capaci di attivare una seduttività corrispondente al reale, sia in termini di risposta ai veri bisogni della persona, sia nei termini di una offerta capace di essere riconosciuta corrispondente, quando la si vive, a quanto in essa si prometteva per iscritto o per immagini.

Abbiamo pensato di fare i Taccuini, noi di Casabella, dalla sponda piemontese del Lago Maggiore, da milanesi piemontesizzati quali siamo, ma anche da italiani (oltre che naturalmente da cittadini del mondo), per cercare di assegnare quanto più spazio possibile, e più di quanto non si dia normalmente nella accezione comune di turismo, alla dimensione creativa del progetto turistico, così come una volta noi stessi cercavamo di imprimerlo alla dimensione del progetto architettonico, quando, da architetti, eravamo intenti ad attività di progettazione ambientale o edilizia. E tutto questo vorremmo fare intuendo quanto essenziale sia al progetto non tanto o solo un fatto di immagine, in sé stessa e in quanto puro fatto di stile, quanto la sua stessa struttura, in termini sia di organizzazione che di fondatezza.
Oggi, che ci occupiamo di questioni turistiche, ancora, come allora, cerchiamo una dimensione attenta ai vari e veri interessi intanto delle singole persone, ma anche nella dimensione delle moltitudini che, collettivamente, vivono alla ricerca di un benessere tutto speciale, quello che, facendo turismo, non si vive nei momenti di una giornata normale, ma quello delle occasioni più rare, quello che vorrebbe restituire alla persona, almeno in quelle occasioni, l’immagine più ancestrale di sé stessa, quella d’esistere per acquisire o trasmettere pura esperienza di sè, alla scoperta del mondo che ci circonda, o più ancora forse di noi stessi mentre semplicemente ci lasciamo vivere.

Entro questo obbiettivo a noi sembra che la componente creativa assieme a quella della trasparenza possa divenire l’unico binomio capace di attribuirvi un senso compiuto, sia quando ci accingiamo a inventare, a costruire, la scena di un viaggio, o di un momento del viaggio, per regalare qualcosa di buono a noi stessi, facendo turismo da turisti (al limite programmando di girovagare a caso in un certo luogo del mondo che abbiamo prescelto per scoprirlo nella sua essenza), sia quando inventiamo turismo da operatori, quando pensiamo a scene da comporre per turisti spensierati ma pur consapevoli, per lasciare una traccia indelebile nelle loro menti, se sapremo fornire loro una risposta buona a esigenze essenziali.

Ma è bene innanzitutto spiegare da dove nasce in noi questa particolare nozione di “turismo di creatività trasparente”.

E’ da poco meno di un anno che inviamo e riceviamo messaggi internet dai più diversi angoli del mondo, qui, dalla costa piemontese del Lago Maggiore, sia per promuovere le forme di accoglienza proposte da Casabella, sia per esercitarle nei modi che abbiamo già sperimentato da oltre un anno con insperato successo, e per trarne o imputarne, a corollario, negli stessi Taccuini, note sintetiche di idee, spunti o indicazioni capaci di aggiungervi la coloritura dell’attualità o di una proposta valida per il futuro.
Dalla pura e semplice accoglienza, la nostra, svolta nell’ambito di una minimale struttura di B&B, svolta con l’ambizione d’essere un laboratorio vivente di qualitative forme di incontro con le genti più diverse, alla proiezione nell’immaginario più astratto ove possano trovare luogo gli eventi dall’attualità locale sino alle più generaliste ipotesi di lavoro, ove estro e autenticità si vorrebbero coniugare in genuini rapporti tra persone, ma anche in idee nelle quali gli attori implicitamente presenti possano riconoscersi, nel puro dato tecnico oppure nelle pieghe più profonde della nozione stessa di “viaggio”.
Ed è così che noi stessi di Casabella abbiamo voluto fare della nostra casa, e quindi anche un po’ di noi stessi, un “territorio franco”, facendo anche tesoro del fatto che essa, oltre ad essere luogo fisico a noi particolarmente caro, è riuscita a diventare luogo fisico tanto apprezzato anche dai suoi ospiti, in quanto palcoscenico dei tanti e diversi frammenti di viaggio che ha saputo rappresentare assai bene anche per loro. Ed è stato anche così che ci siamo accorti di essere in grado di offrire a ciascuno di essi non tanto, o soltanto, un ripetitivo servizio, sia pure gradito, ma qualcosa che ha saputo superare il puro esercizio routinario di esso, quale accesso anche alle esperienze dell’imprevisto, innanzitutto per noi stessi, ma anche per ciascuno di loro, stabilendo distinti e personali contatti con la miriade di viaggi che vi si stavano intraprendendo.

Tutto ciò potranno registrare i Taccuini, oltre ad immaginare scenari sempre nuovi e diversi entro un futuro fatto di realtà in divenire, pur se ancorati a questo territorio dei Laghi fatto di storia perenne. In essi vi si produrrà il terreno più adatto proprio perché, essendo essi Internazionali nel senso anche geograficamente più ampio del termine, avranno lo scopo primario di restituire pienamente espresso il nostro convincimento che le buone idee non abbiano patria, e soprattutto che esse si traducano sempre in effetti concreti, tangibili, e perfino indelebili, anche solo dicendole, e divulgandole.
Il viaggio è anche questo, per noi, per gli ospiti di Casabella e per tutti coloro che, dai e nei Taccuini, vogliano esprimere la loro voce, o trovarvi le loro idee, nei territori altrui di pensiero, di aspettativa, di ricerca, di esperienza, di conoscenza, di confronto, di scambio, di coincidenza, di entusiasmo e di piacere, di attenzione, di cura, di narrazione ed ascolto, di comunicazione, di gioco…
Ciò noi sperimentiamo quotidianamente svolgendo una attività che, come questa, ci fa interagire non semplicemente con le persone, ma con la certezza che esse stiano in quel momento cercando di mettersi in contatto, prima di tutto, con sè stesse, prima che ancora con gli altri. Ciò che vorremmo trovare sono i nessi tra la nostra esperienza e quella altrui. Ed è perciò che il nostro lavoro non può ridursi a puro anello di congiunzione di una catena già preformata, ma esso per noi deve poter diventare un modo di essere e vivere, necessariamente in fieri. Esso vorrebbe, se mai fosse possibile, trasferire interessi entro altri interessi, suscitando e cumulando sempre nuove germinazioni.

Inventare turismo così, nelle due ottiche estreme, sia di chi lo pratica in modo del tutto particolare in casa propria, o, all’opposto, da chi lo esercita proponendo progetti o idee più ampie e allargate a tutti i potenziali fruitori, deve e può corrispondere ad uno stato mentale, nelle forme d’una onirica proiezione al futuro…
Un turismo, se così visto, è anche modo di tessere filosofia, praticandola mentre la si vive, e rendendola ad altri praticabile, in modo totalmente biunivoco.

Attraverso i modi e gli obbiettivi sin qui descritti, vorremmo poter parlare oggi di un turismo italiano più simile per struttura a quello internazionale. Vorremmo poter almeno immaginare oggi un turismo che, dal nostro paese, sappia diffondersi con più credibilità e con maggiore autorevolezza nel mondo, facendoci diventare leader, non solo per il già riconosciuto patrimonio che contraddistingue il nostro paese, ma soprattutto per i modi di gestirlo e proporlo, di inventarlo ed offrirlo al mondo. Vorremmo veder coronato questo sogno nel veder adottate nel nostro paese forme di turismo più ricche di risorse umane e di capacità singolari, e non soltanto di pura sopravvivenza attorno a quelle naturali e storiche, che abbondano al punto da soverchiare le prime o per semplice indifferenza e pigrizia mentale, ma anche e soprattutto, per insufficienza e inefficienza culturale.
Lesa, maggio 2010

Enrico Mercatali

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