THE MAGAZINE OF THOUGHTS, DREAMS, IMAGES THAT PASS THROUGH EVERY ART OF DOING, SEEING, DISCOVERING

31 March 2015

MUDEC - Museo delle Culture. Un museo della conoscenza per la fratellanza tra i popoli -. Milano - Ex Ansaldo





MUDEC 


Un museo della conoscenza 
per la fratellanza tra i popoli




MUDEC - Museum of Cultures.  
A museum of knowledge for brotherhood among peoples
Milan - Ansaldo Area



Anche Milano ha ora il suo "Musée du quai Branly". Apre a Milano, infatti, una nuova istituzione, metà pubblica e metà privata, nell'area dell'Ex Ansaldo, ad opera sia del Comune di Milano che di 24 Ore Cultura in partnership. Si chiama MUDEC, acronimo che sta per Museo delle Culture.  E' un museo che da tempo si pensava di realizzare a Milano, per riunire le innumerevoli quanto ricche e prestigiose collezioni etnografiche otto e novecentesche, sia civiche che private, che richiedevano d'essere raccolte entro un unico spazio per essere rese disponibili al pubblico e agli studiosi.

Finalmente il Museo è nato e raccoglie oltre 7000 pezzi, tra oggetti vari ed opere, dalle porcellane preziose del Giappone, alle lacche cinesi, dalle maschere africane, agli idoli in terracotta delle Americhe, a tappeti, tessuti, costumi, ecc., il tutto corredato da documentazione cartografica e fotografica di grande valore.




L'incarico per la realizzazione della nuova sede, dato a suo tempo all'architetto inglese di fama internazionale David Chipperfield, ha prodotto un bell'edificio architettonico, di circa 17.000 metri quadrati, già approdato su un tavolo di polemiche per la mancata accettazione da parte del progettista di un pavimento che, pare, non sia stato realizzato secondo progetto.

Ma, al di là delle polemiche, tutta l'operazione sembra essere ben lievitata e pronta per essere infornata presso il pubblico. Difatti, anche se non tutte le parti delle collezioni implicate, per lo più nate da raccolte private, pubblico e critica hanno già potuto sperimentarne gli spazi, i servizi, la collocazione delle raccolte della parte stabile del museo e la realizzazione delle prime due mostre collaterali preparate per l'inaugurazione. Di queste, una è dedicata all'Africa, e allo spirito che anima la sua produzione oggettuale e artistica, intitolata "Africa, la terra degli spiriti", prevalentemente incentrata sul tema delle maschere.




La seconda dedicata alle storiche esposizioni internazionali svoltesi a Milano all'inizio del nuovo secolo.  Negli allestimenti di queste, specialmente in quella più ricca di testimonianze, quella del 1906, aleggiavano intensi gli esotismi tanto cari ad una cultura che da decenni, e per molti anni ancora, annaspava alla ricerca di uno stile che caratterizzasse l'epoca, spesso ricalcando le orme delle epoche passate, a volte richiamandone gli stili o i riferimenti alle culture lontane che costituivano vere e proprie mode, a causa di un turismo di elite che ne riportava a casa oggetti e supellettili da collezione, oltre alle prime immagini fotografiche.



Padiglioni stranieri all'Esposizione Universale di Milano del 1906, in una cartolina d'epoca dal titolo "Il Cairo a Milano".


Le collezioni permanenti del Mudec  comprendono oggetti, arredi, mobili, gioielli, tappeti provenienti dai paesi che sono stati oggetto di vero e proprio culto turistico da parte degli "esploratori" europei, specialmente a caccia di "trofei" da collezione, che nulla avevano a che vedere con logiche colonialiste. Ricordiamo qui, tra tutti Manfredo Settala, che fu uno dei più importanti collezionisti nel '600, e la sua Wunderkammer, qui riconfermata nel museo, ove sono stati reperiti 100 pezzi ripartiti in sezioni: "naturalia", "mirabilia" ed "exotica".
 



Esposti al MUDEC, tra gli altri, questi oggetti (dall'alto): Maschera africana in legno dipintom e saggina; un Cavaliere, dell'Atelier Bamana di Segou, nel Mali, inizio XX secolo, in legno nero; "Poggiatesta" della Repubblica Democratica del Congo, della fine del XIX secolo, in legno decorato con collane di pietra; portapietre raffigurante un cane, proveniente dall'asia orientale, in metallo laccato; coppia di gemelli, Atelier Yoruba di Igbuke a Oyo, Nigeria, inizio del XX secolo, in legno e perline di vetro; pipa africana antropomorfa, in radica e avorio; statua per uso magico-religioso, in legno, pelliccie, piume, collane in pietra.



Allestimento della mostra "Gli spiriti dell'Africa",  al MUDEC di Milano per l'inaugurazione.


Enrico Mercatali
Milano, 28 marzo 2015


22 March 2015

Colazione: Ineffabile e variegato rito mattutino dei popoli. Casabella-Lago Maggiore-B&B e le sue molteplici proposte







Colazione:
Ineffabile e variegato
rito mattutino, dal mondo


The breakfast time:
Ineffable and varied
morning ritual, from the world




Casabella - Lago Maggiore - B e B
accontenta tutti i suoi ospiti


Sostiene Carlo Petrini, gastronomo e scrittore italiano, patron di Slow Food, che il rito della colazione "ci parla di chi siamo". In qualunque posto ci si trovi nel mondo, basta guardarsi attorno ed immergersi nell'ambiente nel quale ci si trova, per farsi un'idea delle diverse esigenze degli individui, ad incominciare proprio dal come nutrirsi, e dal come iniziare la giornata. Importante capire cosa cambia se fa freddo o se fa caldo, se il panorama è il mare o la montagna, se il luogo di lavoro è la campagna o la città, qiali ritmi governano la giornata lavorativa di chi si appresta, appena alzato, ad affrontare la sua routine di vita. Ed ecco che, ancora Petrini, cita alcuni esempi tra loro lontanissimi: la gioia d'essersi trovato davanti, in un hotel di Stoccolma, ad una gran vetrata sul mare e ad un generoso buffet dai vassoi colmi di aringhe, cotte o marinate in infiniti modi. Oppure lo stupore d'aver partecipato, alla fiera del bue grasso di Carrù, alla sontuosa colazione, che ha seguito le premiazioni iniziate fin dalle 5 del mattino, a base di bollito misto.


Casabella - Lago Maggiore - B and B  
satisfies all its guests
 


Colazione dell'italiano medio, consumata prevalentemente in piedi, al bar.


Se l'inglese, prima di tuffarsi nella sua complicata giornata tutta lavorativa, non si apprestasse a consumare la sua tranquilla colazione a base di uova e bacon, pane tostato e salsiccia con una mestolata di legumi cotti, non arriverebbe certo facilmente a sera. E così se il messicano non facesse altrettanto con i tipici prodotti della sua terra, a base di pollo, uova, tortilla di mais, pane e salse piccanti, qualche difficoltà avrebbe a reggersi in piedi fino a sera. E così anmche per l'americano medio, che in famiglia non avesse, accanto al suo succo di frutta, lo sciroppo d'acero per irrorare abbondantemente la sua pila di pancake, con uova e prosciutto.



Tipiche colazioni dalle più diverse culture: dall'alto 1) Inghilterra (pane tostato, uova, funghi legumi), 2) Cina (specie di porridge di riso, con bastoncini di pane fritto, detto "Congee"), 3) Messico (tringoli di tortillas di mais fritta, detta Chilaquiles,  con pollo, uova e salsa piccante), 4) Venezuela (focaccine di mais, ripiene di formaggio, pollo, uova e avocado), 5) Giappone (Zuppa di miso, tofu, sottaceti, prugne, pesce affumicato o bollito, riso, alghe nori), 6) Islanda  (fiocchi d'avena caldi con uvetta, zucchero di canna e caffè nero, detto Hafragrautur), 7) Francia (Croissant, the, latte, fette di pane e cioccolata), 8) Stati Uniti d'America (Pancake con sciroppo d'acero, uova, bacon e succo d'arancia), 9) Spagna - Catalogna (pane, pomodoro fresco o in salsa, olio extravergine di oliva e sale).



In giappone poi mangiano pesce, bollito o affumicato a colazione, con zuppe di miso e tofu, sottaceti e prugne, alghe nori e riso. In Cina la portata importante è costituita dal Congee, un porridge a base di riso servito con bastoncini di pane fritti. In Venezuela a colazione si mangiano focaccine di mais ripiene di pollo, uova, formaggio, avocado, insalata. In Spagna è quasi un delitto non trovarsi in tavola fette di pane tostato con pomodoro, crudo o in salsa, olio extravergine di oliva e sale, insomma qualcosa che molto assomiglia alle nostre bruschette. In Islanda è invece una prassi, appena svegli, mettersi in corpo una tazzona calda di fiocchi d'avena, con uvetta, caffè e zucchero di canna.




Ecco qui una carrellata veloce delle più tipiche colazioni offerti nei diversi paesi del mondo!



Latte fredo o caldo, e caffè nero sono però gli ingredienti che accomunano tutte le bevande calde del mondo, a qualsiasi lungitudine e latitudine. Il sapore del caffè, che si presenti espresso o filtrato, decaffeinato o liofilizzato in granuli, è ciò che fa la parte del leone in ogni colazione che si rispetti, almeno in ambito occidentale.

Pur sapendo che la prima colazione è momento tra i più attesi della giornata per tutti i turisti del mondo, gli alberghi stentano a proporre altro che non siano merendine preconfezionate, marmellative monoporzionate, succhi di frutta a bassissimo contenuto di frutta, brioches o biscotti incartati. Quelli che si industriano ad offrire di più, tra i quattro o cinque stelle, predispongono buffet con macchinette per la somministrazione self service di latte e caffè, formaggi fusi o prosciutti generalmente di spalla. Le uova, quando ci sono, vengono preparate presto e messe a riscaldare al vapore, mai fatte espresse.




Esiste in Italia una struttura turistica sul Lago Maggiore, nella regione Nord Occidentale detta Piemonte, Casabella si chiama, divenuta nota tra chi ne è stato avventore e chi ne ha letto le recensioni o le comunicazioni sui Baedeker, per le sue colazioni attente ad ogni palato. Esse sono a base di uova e verdure, bacon e parmigiano, formaggi freschi di capra, robiole o ricotte, capresi di mozzarella pomodoro e basilico, tutti piatti irrorati con latte e caffè di ogni tipo, lungo americano o espresso, decaffeinato o ginseng, d'orzo o liofilizzato, succhi d'arancia o pompelmo, e completati con pani tostati, burri e marmellate, torte al cioccolato fatte in casa o crostate di pasticceria, eventualmente con panna montata e frutta di stagione.

Le colazioni di CASABELLA - Lago Maggiore nascono dal duplice desiderio di far conoscere agli ospiti il gusto italiano ed al contempo di adattarne le preparazioni del mattino alle caratteristiche peculiari degli alimenti adottati nei loro diversi paesi d'origine. Esse sono servite in interni moderni e di design, entro una atmosfera familiare ricca d'arte e cultura, tra librerie, dipinti e disegni, avvolti dal sonoro d'una selezione musicale, buona ma non banale, capace di rendersi piacevole alle più molteplici orecchie. Ed è così che, partendo con il caffè e il latte, col pane tostato, il burro e le marmellate, si passa ai piatti al pomodoro fresco con basilico, alle capresi di mozzarella pomodoro e origfano, ai piatti di uova, sode o bollite, strapazzate e in omelette, fritte all'occhio di bue al tegamino, con o senza formaggi, bacon, e verdurine varie cotte in padella. Le torte, fatte in casa o di pasticceria costituiscono un supplemento alle brioches o ai dolcetti di frutta fatti al forno, cosparsi di zucchero al velo o miele. Non mancano mai, per chi li desidera, cereali o yogurth, e per finire frutta fresca di stagione.



Che Casabella riesca ad accontentare tutti, lo dimostrano le recensioni dei suoi ospiti: http://www.tripadvisor.it/Hotel_Review-g664171-d1235216-Reviews-Casabella-Lesa_Lake_Maggiore_Piedmont.html;
e poi:             http://www.bed-and-breakfast.it/pagina_recensioni.cfm?id=14483&IDRegione=12


Enrico Mercatali
Lesa, 22 marzo 2015

16 March 2015

Tamara "intima e segreta", icona Deco. A Torino (Palazzo Chiablese) 100 opere di Tamara de Lempicka.






Tamara
"intima e segreta"




Tamara de Lempicka, icona Deco
in mostra a Torino, Palazzo Chiablese



Molto di Tamara de Lempicka rimane a tutt'oggi oscuro. Perfino il suo Paese di nascita è tutt'oggi in discussione tra i biografi, perchè se l'ufficialità ancora la vuole polacca, qualcuno già azzarda, secondo una recente serie di scoperte, che sia nata in Russia. Certo è che ebbe vita assai travagliata proprio per il suo carattere incostante, improntato ad una personalità spiccatamente passionale, indipendente e soprattutto tendenzialmente trasgressiva. 





La sua arte, quella parte di Tamara che la rese più famosa, non tutto dice di lei, poichè alla pittura ella giunse tardi, forse per cercare una più intima essenza di sè e per placare il suo animo, dopo essere giunta al divorzio dal primo marito, Tadeusz Lempicki. Prima fu già famosa ed onnipresente sui rotocalchi parigini che ne seguivano l'animata e frizzante vitalità nei salotti più in vista, tra intellettuali ed artisti, tra fotografi, cineasti e letterati. In questo ambiente Tamara già si ritagliava uno spazio che la vedeva icona bohèmienne e personaggio eclettico, al centro della mondanità anni Venti, illustratrice e creatrice di moda per le più prestigiose riviste del mondo di allora. La sua stessa immagine, seducente e trasgressiva, veniva fotografata in abiti eccentrici,  cappellini e gioielli che ne facessero risaltare il corpo in pose sensuali.



 


Fu con la pittura però che il suo mondo di forme andava esprimendosi nel modo più compiuto, ispirata da una visione scultorea del nudo femminile ed alla sua prorompente sensualità. La sua  dichiarata bisessualità fece scandalo sui giornali dell'epoca che non mancavano di documentarne le tappe, le mostre, la vita mondana, le acclamazioni, gli amori, la vita attorno al mondo, Parigi, New York, Hollywoos, il cinema, il divorzio. E noi possiamo dire che non ha ancora terminato, la sua arte, di dare scandalo, seguendo le cronache di oggi.
La mostra di palazzo Chiablese, per la curatela di Gioia Mori, si propone di indagare e approfondire proprio questa dimensione più privata, di Tamara de Lempicka, "intima e segreta", come annuncia il sottotitolo, proponendosi in sezioni peculiari nella vita dell'artista: I mondi di Tamara, Natura morta, Devozione, Ritratti, Nudo, Moda.



 
I mondi di Tamara sono l’Europa e l’America, e la mostra vi esplora, attraverso dipinti e fotografie, le sue numerose case ed quadri che ne riproducevano gli interni.
La natura morta è stato il primo genere cui l'artista si è dedicata, ed in tale sezione vi sono appunto i quadri giovanili.
La terza sezione, dedicata alla piuttura devozionale, mostra un lato meno noto ma ugualmente importante nello scandagliare la personalità ambigua e ambivalente di Tamara, donna dalla natura trasgressiva ma insospettabilmente attratta dalla tematica religiosa.
La ritrattistica, tema dominante della sua pittura, venne ispirata, cos' propone la curatrice, da un acquerello di Hayez, messo a confronto con numerosi studi fatti dall'artista sull'arte antica. Vi si espongono ritratti dedicati alle “amazones”, ovvero alle amiche lesbiche, e confrontati con fotografie di Brassai. Altri ritratti sono dedicati all’amica Ira Perrot, tra i quali il famosissimo "Ritratto d’Ira Perrot con calle" ed i ritratti dedicati ai più piccoli, ed in particolare alla figlia Kizette.


 


La sezione dedicata al nudo propone una tavola della metà del Cinquecento fiorentino quale probabile riferimento per alcune opere dell'artista. E' questa la sezione più indagata ed interessante:  molti disegni sono confrontati con fotografie di Albin-Guillot e Brassai che mostrano quanto la Lempicka si ispirasse agli ambienti da studio fotografico, ed ai relativi sistemi di illuminazione capaci di dare forza e intensità alle forme dei corpi.
Il rapporto della Lempicka con la moda viene indagato nell'ultima sezione: vi sono esposti, dal 1921 al 1950, diversi dipinti, disegni e fotografie scattate all'artista dai massimi fotografi dell’epoca, Maywald, d’Ora, Joffé.

Due poco conosciuti filmati d'epoca possono essere visti infine nella mostra, che riprendono Tamara de Lempicka all'interno degli ambienti ove si svolgono due sue mostre.


La mostra apre il 19 marzo e termina il 30 agosto 2015

Enrico Mercatali
Torino, 19 marzo 2015