Musica
dal lager
Sopra al titolo: alcuni spartiti originali prodotti dentro ai lager. Sotto il titolo: una immagine della grande sala Santa Cecilia presso l'Auditorium Parco della Musica a Roma, ove si svolgerà il concerto ideato e voluto dal musicista italiano Francesco Lotoro, appassionato raccoglitore e studioso di musica concentrazionaria.
Alla vigilia del giorno della memoria, del 70° anniversario dell'apertura del cancello di Auschwitz, lunedì 26 gennaio 2015, verrà commemorato all'Auditorium Santa Cecilia del Parco della Musica di Roma, con un programma musicale di elevato livello, intitolato "Tutto ciò che mi resta", dedicato ai brani che sono stati prodotti all'interno dei lager nazisti. L'evento, che si svolgerà sotto l'egida dell' Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e con l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica, intende raccontare non solo con la musica, ma con parole e immagini, le più salienti testimonianze relative al mondo sonoro creato e realizzato all'interno dei campi di concentramento dai numerosi suoi autori, già musicisti compositori o esecutori, provenienti dalle più diverse culture prima emarginate dal nazismo, e poi apertamente perseguitate fino all'olocausto.
Tre immagini, scattate all'interno dei campi di concentramento nazisti, nelle quali vengono colti altrettanti momenti di produzione musicale da gruppi di musicisti internati. Vi si intravedono anche alcuni gerarchi che assistono all'evento. Avveniva che da queste improvvisate formazioni musicali venissero eseguite anche musiche appositamente composte, le quali riflettevano tutta la mesta atmosfera che si viveva nei campi, ma anche quella immaginata per riuscire ad evadere, almeno con la fantasia, verso diversi e più umani mondi.
Il progetto di recupero minuzioso di tali testimonianze è opera unica e straordinaria di Francesco Lotoro, pianista e compositore contemporaneo, il quale, dell'universo concentrazionario, come egli definisce il campo di produzione delle poche e rare testimonianze vitali createsi all'interno dei luoghi dello sterminio nazista, ha fino ad oggi raccolto più di cinquemila manoscritti tra il '33 e il '53. Sono queste una preziosa documentazione di quanto, all'interno dei campi, nelle lunghe penose giornate che in essi gli internati trascorrevano, le meste, ma talvolta anche perfino allegre musiche che venivano prodotte per mantenere vivo almeno il piacevole ricordo della vita precedentemente trascorsa al di fuori di essi, egli ha studiato. Questi brani, quasi spontaneamente prodottisi nei più diversi contesti, erano frutto dell'incontro di numerosi e variegati mondi che venivano a contatto l'uno con l'altro, da quello delle tradizionali canzoni ebraiche a quello della musicalità tzigana, dalle voci yiddish e klezmer a quelle rom, dai balli popolari rurali, alla musica colta, dalla tradizione quacchera e quella sufi, dal cabaret al jazz.
Tre immagini del pianista e compositore Francesco Lotoro, autore della preziosissima raccolta musicale prodotta nei recinti dei campi di concentramento nazisti in diversi paesi europei tra il '33 e il '53.
Il Maestro Latoro sarà a Roma personalemte al piano, mentre si esibiranno, nel corso della manifestazione al Parco della Musica, voci celebri e meno note dell'universo musicale concentrazioario, dalla celebre interprete Ute Lemper, icona tedesca della musica di Weill e di Edith Piaf, alla voce yiddish di Myriam Fuks e al violino rom di Roby Lakatos, dando tutti quanti assieme un saggio dell'enorme lavoro di Lotoro, già raccolto in 12 volumi con oltre 2 mila biuografie e cinquecento partiture, una mole di materiale prodotto da uomini appartenuti a bande di paese, musicisti da night club o bravissimi concertisti entro i recinti spinati dello sterminio. Era questa una musica generalmente nata in sordina e suonata in modo appena percettibile presso i forni crematori.
Era fatta od eseguita col solo intento di sopravvivere.
Era fatta od eseguita col solo intento di sopravvivere.
Dall'alto al basso, tre interpreti che proporranno all'ascolto del pubblico, nel corso del concerto intitolato "Tutto ciò che mi resta"che si terrà al Parco della Musica di Roma il 26 gennaio prossimi in occasione del 70° anniversario dell'apertura dei cancelli di Auschwitz, alcune delle partiture raccolte da Francesco Lotoro: l'interprete tedesca Ute Lemper, la cantante yiddish Myrian Fuks e il violinista ungherese di musica rom Roby Lakatos, del quale qui sotto riportiamo un saggio di bravura zigana.
Enrico Mercatali
Lesa, 24 gennaio 2015
Lesa, 24 gennaio 2015