L'arte vetraria di
Napoleone Martinuzzi
Venini 1925-1931
A seguito d'una ricerca svolta proprio per meglio definire i caratteri estetici e formali che nacquero da quella collaborazione, è stato ora deciso di ricostruire, nella stessa mostra, una sala del Vittoriale, studiata dallo scenografo Pier Luigi Pizzi, nella quale collocare tutti i pezzi d'epoca di Venini che furono realizzati su disegno di Martinuzzi su commissione del Poeta.
Lo scultore muranese Napoleone Martinuzzi lavorò per Paolo Venini (1892 - 1977) dal 1925 al 1931, divenendo il direttore artistico della già famosa vetreria lagunare, per portarla a livello di notorietà internazionale. Quest'anno, in concomitanza con Biennale - Arte Venezia 2013, Marino Barovier ha raccolto in mostra presso "Le Stanze del Vetro sull'isola di San Giorgio Maggiore, con grande cura documentalista incrociando dati provenienti da fotografie, disegni di fornace e cataloghi, oltre 200 opere sicuramente di sua firma, che documentano un'epoca assai importante, che segna per il vetro il passaggio alla modernità, per una arte rimasta, almeno in Italia, in fase di decollo dalle sue primitive forme artigianali.
La mostra si è tenuta da settembre a dicembre 2013 presso le "Stanze del vetro", spazio espositivo che ha sede nell'Isola di San Giorgio Maggiore a Venezia, e che ha a sua disposizione oltre 650 mq di superficie entro un edificio che fa parte della Fondazione Cini. Quest'ultima è una istituzione nata con lo scopo di ricostruire l'isola assegnandole funzioni culturali dopo un secolo di occupazione a scopi militari. Nella medesima sede si è svolta lo scorso anno una mostra dedicata alla direzione artistica delle vetrerie Venini di Carlo Scarpa, dei cui contenuti Taccuini Internazionali ha in preparazione un articolo corredato da numerose immagini.
Sopra e sotto al titolo due esempi di figurine d'aninali e antropomorfe, tipiche della produzione martinuzziana di Venini. Il loro fantasioso gusto modernista è spiccato e ben riconoscibile. I caratteri formali dei loro dettagli sono il frutto d'un equilibrato rapporto tra gli stilemi tipici dell'epoca e le tecniche produttive manuali della lavorazione del vetro. Da tale rapporto nasce la tipicità dell'intenso rapporto tra Martinuzzi e Venini, che divennero soci nel 1925 per la loro comune e convinta intuizione commerciale. Qui sopra due begli esempi di raffinatezza: un vaso blu ed una alzata trasparente che mostrano in dettaglio la loro finezza di disegno ed esecutiva.
Possiamo dire che l'arte di Martinuzzi, in
quel fecondo periodo, potè mostrarsi capace, pariteticamente alle altre
arti maggiori, di contribuire alla creazione del gusto, in equilibrio tra Déco e Novecentismo, apportandovi
fantasia, alto senso dello stile, ed una creatività senza pari in tutto
ciò che, di una epoca, evoca forme nelle invarianti del gusto. Il vetro, in particolare, con le sue peculiarità
cromatiche, oltre che per i modi stessi di produrlo, adottando tecniche
ora in grande evoluzioni senza venir meno ai caratteri
dell'artigianalità, quindi destinate alla creazione di pezzi unici, dà
forse meglio d'altre arti, il suo migliore contributo.
Qui sopra mostriamo alcuni degli esemplari naturalistici che meglio siglavano la produzione Venini degli anni tra il 1925 e il 1931. Essi erano caratterizzati dalla loro satura colorazione, perfettamente corrispondente a quella offerta dalla natura, e dalla loro superficie lucentissima oppure opaca le cui caratteristiche sapevano donare la maggiore corrispondenza col reale.Tra fiori e frutta spiccano a volte anche figure di animali, stilizzate nei modi del tutto personali e riconoscibili dalla sensibilità martinuzziana.
Martinuzzi, in
questo contesto, opera agendo in entrambi e campi, quello tesnico e
quello artistico, indistintamente, creando forme e stile, si, ma anche
inventando nuovi modi per scoprire potenzialità espressive che il vetro
fino a quel momento ancora non aveva evidenziato. Dal elegantissimi
soffiati trasparenti fino ai vetri "pulegosi", infatti,
con la sua direzione, è un fiorire di novità tecniche che rendono sempre
più appassionanti i percorsi della creazione artistica, arricchita così
di nuovi ed entusiasmanti effetti.
In una sala del Vittoriale, studiata dallo scenografo Pier Luigi Pizzi, nella quale sono collocati alcuni pezzi d'epoca di Venini che furono realizzati su disegno di napoleone Martinuzzi su commissione di Gabriele D'Annunzio, compare questa stupenda alzata di frutta, illuminata da sotto, colma di quei coloratissimi esemplari naturali, in parte lucidi ed in parte opachi, che proprio costituivano la specialità dell'azienda veneziana che aveva saputo attrarre l'interesse del Vate d'Italia.
Negli anni della loro collaborazione Venini e Martinuzzi ebbero anche molte commissioni sia privata che di società alberghiere che chiesero loro interi arredamenti di sale di grande dimensione. Da quelle ordinazioni nacquero opere di grande complessità, dai soggetti caturalistici, raffigurazioni mitologiche con figure umane dedite alla danza, alternate a motivi decorativi simbolici ispirati al mondo animale e vegetale. In questo gruppo si ha un esempio di questa produzione assai prolifica di particolari risolti mediante l'utilizzo di stilemi tra déco e modernismo in grande libertà creativa.
Fu poi il legame speciale di
amicizia che egli ebbe con Gabriele D'Annunzio, e la collaborazione che
con lui si instaurò per completare parte delle suppellettili della casa
di Gardone Riviera sul Garda, a fare la differenza, marcando un momento
speciale nel quale il gusto estetico dei due uomini trovò una speciale
consonanza.
Ancora oggetti con soggetti di animali, frutta e natura vegetale, realizzati con vetro sottile e trasparente, vetro colorato in pasta ed a superficie lucida, opaca o "pulegosa", compositivamente basati su accenni di movimento in cerca d'equilibrio stabile, su sintesi formali al limite dell'astratto, alla ricerca di effetti di grande piacevolezza visiva.
A seguito d'una ricerca svolta proprio per meglio definire i caratteri estetici e formali che nacquero da quella collaborazione, è stato ora deciso di ricostruire, nella stessa mostra, una sala del Vittoriale, studiata dallo scenografo Pier Luigi Pizzi, nella quale collocare tutti i pezzi d'epoca di Venini che furono realizzati su disegno di Martinuzzi su commissione del Poeta.
I pezzi di maggior pregio sono quelli destinati al segmento alto del mercato d'allora, costituito da arredi per ville signorili, o per le hall dei grandi alberghi. I motivi floreali, tipici della produzione Venini sotto la direzione artistica di napoleone Martinuzzi, assumono ragguardevoli dimensioni, e vengono ambientate entro appositi spazi architettonici, quali nicchie, esedre, sfondi dipinti, ecc. Trattasi di oggetto compositi, costituiti da parti che venivano assemblate in sito su appositi supporti metallici.
Enrico Mercatali
Venezia, 1 dicembre 2013
(foto di Enrico Mercatali)
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