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25 March 2011

MOSE' BIANCHI A BRERA PER IL 150° ANNIVERSARIO DELL'UNITA' D'ITALIA - di Enrico Mercatali

Mosè Bianchi, 1869, I fratelli sono al campo! Ricordo di Venezia
(Olio su tela, 149 x 104 cm, formato in basso a sinistra: "Mosè Bianchi"
Restauro sara Scatragli 2010 - Piancoteca di Brera



"Il sentimento ardente della patria"
Un dipinto di Mosè Bianchi a Brera

Accademia di Brera - Sala Napoleonica
dal 22 marzo al 6 aprile 2011

Il quadro sarà anche visibile, dopo l'esposizione speciale nella Sala Napoleonica, nella sala XXXVII della Pinacoteca di Brera.



Dice Francesca Valli, che ha progettato la mostra assiem ad Anna Mariani: "Brera festeggia con tre colori il 150° anniversario dell'Unità italiana. Lo fa nei modi della rappresentazione che le sono congeniali. Cercando ispirazione nel suo passato, nel nome di un pittore famoso, allievo dell'Accademia, volontario alla seconda guerra d'Indipendenza, e di una sua opera un tempo famosissima "I fratelli sono al campo. Ricordo di Venezia". La memoria è certa perchè è intinta della sua storia. Rinnova nel presente il valore originario della cromie, come una bandiera issata nuovamente per la circostanza".

Ci siamo imbattuti senza programmare nulla in questa mostra così discreta, così particolare, mentre facevamo il solito meeting, tra il mensile e il trimestrale, con la nostra Brera, luogo di mitici quanto amatissimi anni del Liceo, e siamo stati favorevolmente impressionati sia dalla belleza del dipinto, mai veduto sino ad ora nelle incursioni in Pinacoteca, altro luogo molto amato, perchè sempre rinchiuso negli archivi (chissà perchè?), anzichè esposto, sia dalla stessa mostra, che riusciva a fare, di un solo quadro, così tanto scalpore e interesse, forse anche per l'appropriato uso del soggetto in un momento nel quale esso riusciva ancora una volta a scaldare gli animi, come forse mai negli ultimi dieci o venti anni era riuscito a fare. 

Dice Paola Giorgi, che ne ha progettato l'istallazione, peraltro molto affascinante e intensa: "Il pittore-costumista, tessitore e sarto, attraverso le trame sottili e silenziose delle vesti compone il tessuto di una storia. La poesia può condensare in un solo verso l'intreccio di un romanzo; nello stesso modo la pittura può raccontare in una sola immagine istantanea un'epoca. Il pittore, come il costumista, sa che la scelta di un abito, di un colore, di un tessuto, con la qualità di luce e ambientazione, sono in grado di espremere e "mettere in scena" il vertice drammatico di una storia, personaggi e interpreti, presenti e assenti. Il dramma che il giovane pittore ci racconta è un retroscena della storia dell'Italia di quegli anni '60 dell'800. Un frammento di quotidiano raccolto nella penombra, un interno, una preghiera, tre donne. La storia vissuta dalla parte di chi resta a casa, come le donne dei "Fratelli d'Italia" che sono al campo, soldati e volontari, come del resto l'artista. Teatro interiore di una parte di realtà che è anche il teatro interiore dell'Artista: "Ricordo di Venezia", dice il sottotitolo. Allora il verde non richiama soltanto il Tricolore ma più strutturalmente e profondamente il "verde Veronese". La tessitura pittorica dei tre scialli che indossano le tre donne del quadro è una rappresentazione della storia della pittura, della grande scuola del colore, dei toni e degli accordi, che ha Vdenezia per patria. E' veneziano l'accordo del bianco con il rosso, così la teatralità della luce, il tocco della luce sui panneggi con la recitazione delle figure e il taglio scenografico della scena, in diagonale e per piani di profondità, che sono soglie di attenzione risolte per intensità cromatica. Il pittore è un regista, nel senso che il '900 darà a questa figura, colui che in modo originale unifica e rapprende in opera i molti fili di una verità umanistica."

Il quadro di Mosè Bianchi "I fratelli sono al campo" esposto nella sala napoleonica
di Brera, incorniciato dalla istallazione qui fotografata da Enrico Mercatali, 
opera di Paola Giorgi, con allestimento di Domenico Nicolamarino e istallazione
sonora di Roberto Favaro


Dice Gastone Mariani, Direttore dell'Accademia di Belle Arti di Brera: " In un giorno così solenne per la storia d'Italia e per quella milanese è per me motivo di grande sdisfazione e orgoglio trovarci a celebrare insieme, Accademia, Pinacoteca ed altre istituzioni del Palazzo, l'evento che ha segnato la nostra unità e la nostra gloria... Il dipinto del famoso artista, formatosi a Brera, e a Brera esposta, giovane patriota nel 1868, diventa il tramite più appropriato e sensibile per attivare il ricordo. Il suo verismo d'immagine nella rappresentazione di un forte sentimento patriottico e religioso, ci riconducono ai valori della nostra coscienza che è di ogni tempo e di ogni luogo (su questo punto in partocolare Taccuini Internazionali si permette di dissentire, ravvisando invece nell'oggi un profondo decadimento di quello spirito). Sono forme e colori di un linguaggio che conosciamo e che riporta ancora una volta nella scuola uno spirito sempre forte ed attivo..."

Dice infine Sandrina Bandera, Soprintendente per il Patrimonio storico artistico ed antropologico: "Il soggetto (del dipinto di Mosè Bianchi) è di piena attualità per il momento risorgimentale in cui fu eseguito (1869): tre donne vestite con abiti riecheggianti i colori della bandiera italiana, pregano in una chiesa di venezia, ancora irredenta.  La scena è rappresentata con tocchi rapidi ed effetti di luce in movimento neo settecenteschi, da revival storico. Secondo la tendenza che si andava imponendo in quegli anni, grazie a Giuseppe Bertini, insegnante di pittura all'Accademia di Brera, sostenitore del pittoricismo e della rappresentazione di genere aneddotico, a fronte dell'insegnamento più tradizionale di Francesco Hayez. Ma non è solo il soggetto che fa di questo quadro uno specchio0 dell'Italia nascente. L'attenzione per stili, materie, tecniche, pigmenti che qui è indirizzata sull'arte veneziana, si può spiegare anche attraverso l'esperienza del restauro, per l'amicizia di Bianchi con Luigi Cavenaghi, che diverrà uno dei maggiori restauratori d'Europa. Sono i segnali di un mondo nuovo, fatto di collezionisti, conoscitori, direttori di musei, ma anche di laboratori, di piccole industrie, e di artigianato in crescente sviluppo."

Doniamo questo articolo, a nostra volta, all'Idea che l'Unità d'Italia vada ritrovata ed ancora coltivata, per fare ancora più grande questo Paese, e più forte delle sue attitudini, delle sue capacità, delle sue peculiarità, dei suoi saperi e della valorizzazione piena delle sue intrinseche bellezze.

Enrico Mercatali
Milano, Brera, 17 marzo 2011

Orario di visita della Pinacoteca di Brera: da martedì a domenica: 8,30 - 19,15 
(la biglietteria chiude 45 minuti prima)




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