THE MAGAZINE OF THOUGHTS, DREAMS, IMAGES THAT PASS THROUGH EVERY ART OF DOING, SEEING, DISCOVERING

06 January 2021


 

Allan Kaprow

 Grande antologica al Museo del Novecento di Firenze

 

E' stata lodevolmente allestita a Firenze una mostra dedicata all'artista statunitense che ha "inventato" gli "Happenings", la Performant Art, la Environmental Art, la Body Art, l'arte come installazione temporanea. Ancora mancava nel nostro Paese una analisi approfondita della sua figura di pioniere dell'arte performantica, ed è per questo che riteniamo sia stata finalmente colmata una lacuna.

 

Trattasi di un personaggio ancora non molto conosciuto al grande pubblico, poco frequentato in Italia nel corso della sua vita (Atlantic City, 23 agosto 1927 – Encinitas, 5 aprile 2006), raramente presente se non quando ufficialmente inviato attraverso i canali ufficiali predisposti dal Governo degli Stati Uniti d'America nel periodo più fecondo per l'Arte di quel Paese, del secondo dopoguerra, in un momento in cui l'America faceva di tutto per esportare in Europa la propria cultura. Nonostante la sua scarsa fortuna nel nostro continente egli, nel suo Paese, è stato notevolmente impegnato, sia nell'insegnamento in campo artistico, che nella attività di creatore di eventi, fin da quando ha avuto origine nel nostro paese l'interesse per gli artisti dell'Espressionismo Astratto di marchio americano, nei tardi anni '50. I nomi più noti di quel nucleo iniziale di artisti che nel dopoguerra si sono affermati in Europa sono stati ad esempio quelli di  Wilhelm De Kooning, di Jackson Pollock, di Bernet Newman, di Mart Rothko, di Robert Rauschemberg, di Jim Dine. Questi pittori furono presenti con le loro opere su tela, gigantesche, alla Biennale di Venezia, ed anche a Milano, ricordo bene, al Padiglione d'Arte Moderna di via Palestro, creando giustamente molto scalpore sia di critica che di pubblico. Ma Allan Kaprow non c'era.


                     

A. Kaprow: Paul Klee's mist 1947

 

La pittura di Kaprow prima del 1950 era ancora un frutto da scoprire, forse perchè ancora in fase di gestazione, poco riconoscibile forse per le sue ancora numerose strade di ricerca personale e poco dichiarate certezze, che la tenevano racchiusa negli angusti ambiti nazionali che poco colloquiavano col mondo. Essa può dirsi appartenere a quelle forme d'espressione che, a partire da una osservazione deformata della realtà, tendono da un lato alle dissonanze della pura astrazione, ma dall'altro ancora non sanno distanziarsi dal mondo di una incerta figurazione di stampo modernista, che faceva già emergere le certe doti dell'artista, senza però vederne ancora appieno sviluppata una spiccata personalità. I grandi galleristi ancora lo ignoravano, mentre lui era impegnato ad individuare la sua vera strada.

 

A. Kaprow: White and Brown, and other figures - 1954

 

In quel momento gli però stava compiendo un rapido giro di boa che lo portò più tardi a primeggiare come vero e proprio rivoluzionario, inventore di nuove formule, senza la quali non si sarebbe fatta l'arte di oggi. 

Egli superò il suo maestro Jachson Pollok, incominciando ad essere colui che disintegrava le codificazioni dell'arte contemporanea in nuovi rivoli essenziali, colui che mischiava le carte rimettendo in gioco tutto quanto potesse far parte di nuove e più avanzate esperienze, l'ambiente stesso, il corpo stesso dell'artista e dei suoi fruitori, il tempo impiegato a sentire o vedere, sovrapponendovi le tecniche d'altre arti, con le stesse tecniche nuove che l'industria sfornava di continuo, in un continuo divenire, continuando a sperimentare.  



Qui sopra di Allan Kaprow: 2 immagini di "18 Happenings in 6 Parts", avvenuto alla Reuben Gallery di New York

 

Nel 1959 iniziò a sperimentare praticamente questa esperienza d'arte collettiva, nella quale, a partire dagli spunti dell'artista, il pubblico dava corpo alle successive invenzioni sceniche, nonchè all'intero senso di quanto accaduto. L'accaduto, anzi quanto stava accadendo, l'happening appunto, si sviluppava in 18 parti ("18 happenings in six parts"). Fogli traslucidi dipinti dall'autore, proiezioni di film e diapositive alle pareti, audio con musiche e poesie, pubblico invitato a svolgere certe azioni a comando e ad applaudire. Eravamo alla Reuben Gallery di New York. Fu la prima delle sue numerose opere che seguirono, mettendolo così sul piedistallo del precursore. Nel 1961 seguì "Yard" (gli intervenuti camminano su mucchi di copertoni d'auto, spostandoli a piacimento in tre distinte sale).

 

  A. Kaprow: "Yard" (1961)


Con lui, potremmo dire in contemporanea e con analoghi mezzi ma con risultati diversi, un altro artista si imponeva nel mondo della cultura artistica. Questi era Andy Warhol, con tutto l'armamentario degli scatoloni da supermercato e le relative scritte commerciali.

 

 
A. Kaprow 1967: Happening "Fluid" presso il Pasadena Art Museum


Negli stassi anni anche il musicista John Cage avviava ricerche analoghe con strumenti diversi. Ma solo anni più tardi arrivava al massimo della sua notorietà,  giungeva pressappoco agli stessi risultati promuovendo azioni che coinvolgessero il pubblico. Fu, se ben ricordo, nel 1996 il suo famoso "Concerto" al Teatro Lirico di Milano (durato un paio d'ore, con l'autore sul palco davanti a un pianoforte a coda), nel corso del quale non una sola nota di pianoforte risuonò in sala, e finì in rissa, tra un pubblico pagante che, sul palco, si divideva tra sostenitori e accusatori dell'artista. Ebbi un diverbio anch'io in quell'occasione, con un amico che avevo portato con me, il quale pensava di venire a sentire un concerto di musica contemporanea e protestava per la non piccola cifra che aveva sborsato per esserci.



Print - Out  - Una Azione di Allan Kaprow - L'happening realizzato al quartiere Gallaratese di Milano, e documentato in una mostra alla Rotonda della Besana, sponsorizzato dalla Ripartizione Iniziative Culturali del Comune di Milano, data 1971. Ero presente, assieme ai miei genitori (qui alla sinistra di Allan Kaprow, che regge il manifesto della sua Azione, in corso nella periferia Nord della città, in una fotografia di Luciana Mulas). L'azione consisteva nel far interagire alcuni automobilisti a bordo della propria automobile su prati e strade su cui l'artista aveva "preparato una speciale segnaletica orizzontale" Papà, nella sua funzione di cultural attaché del Consolato Americano a Milano, era stato l'organizzatore della manifestazione. 
 
 
Molte sono state da allora nel mondo i contributi dell'artista alle vicende artistiche dei suoi anni, ma solo quest'anno il nostro Paese ha voluto ricordare, con questa antologica, Allan Kaprow, assegnandogli il posto che gli compete nella storia dell'espressione artistica contemporanea.
 
 
Enrico Mercatali
Lesa, 6 gennaio 2021
 

 

 

02 January 2021

Enrico Mercatali, pittore e grafico italiano Anni Trenta, alla VII Triennale del 1940)



Enrico Mercatali, grafico italiano Anni Trenta, 
alla VII Triennale del 1940
 
 
 
Nel raro ed interessantissimo volumetto intitolato "Arredamenti per Ufficio", curato dagli architetti G.De Angeli, C. De Carli e M.Olivieri per le edizioni di Sperling e Kupfer di Milano, tra i diversi autori delle opere in esso pubblicate, compare il nome del pittore Enrico Mercatali, il quale risulta aver collaborato alla realizzazione di allestimenti per la Mostra dedicata agli Uffici della VII Triennale di Milano.


   

Agenzia in città della Società di Navigazione Italia. In primo piano il bancone per il pubblico e per gli impiegati addetti alle informazioni e alla vendita dei biglietti. Le decorazioni murali sono realizzate su bozzetto del pitttore Enrico Mercatali. I pavimenti sono in Linoleum a intarsio o a tinta unica, i mobili in rovere nazionale, la parete in masonite temperata lucida, le fotografie della Società di Navigazione, la lampada sulla scrivania è di Lumen.
 
 
Questa Triennale è stata realizzata nel prestigioso e nuovissimo Palazzo dell'Arte al Parco Sempione, che l'Arch. Giovanni Muzio ebbe terminato appena 6 anni. Dopo quella dell'inaugurazione, del '33, e quella successiva del '36, questa è stata la VII Triennale, svoltasi nel prima 1940. Eravamo nel pieno d'una guerra in corso ed in un periodo di enorme crisi economica per il nostro pease. Il libro è estremamente utile per chi oggi voglia inquadrare lo "stato della produzione industriale italiana", nella cornice storica di quel terribile periodo. Oggi potremmo dire che l'esposizione seppe contrapporre, all'enorme caos ideale e morale in cui versava in quel momento storico il nostro Paese, a due anni dal varo delle leggi razziali, una visione artistica e culturale netta e cristallina, perfino coraggiosa, dalla quale emerge il substrato d'una ricerca, stilistica oltre che materiale, del prodotto industriale che ha saputo imporsi sul mercato nonostante tutto, nonchè la prospettiva di una crescita che indubbiamente si sarebbe verificata a breve, che la capacità creativa italiana ha saputo esprimere sia nella produzione del mobile e dell'arredamento, che nelle attrezzature meccaniche indirizzate all'allestimento completo del settore-ufficio.
 
 
 
Ingresso della  MOSTRA DEGLI UFFICI  alla VII Triennale. Il progetto degli apparati decorativi parietali sono del pittore e grafico Enrico Mercatali. La grafica essenziale ed arguta, tipica dell'artista, sintetizza i momenti salienti del percorso creativo che il nostro Paese ha saputo esprimere, per condurci all'epoca moderna, che viene qui esaltata come suprema prova delle nostre eccellenze storiche.


Tutto il volume sa comporre un quadro d'alto livello qualitativo, circa la situazione della ricerca stilistica e della progettazione industriale italiana alla fine degli Anni Trenta, sia in campo meccanico (macchine per ufficio e strumentazione meccanica di precisione) che nell'arredamento (industrie del mobile, e materiali innovativi nell'edilizia e nell'interior decoration).
Una splendida carrellata di immagini, prodotte dalle industrie dell'epoca e presenti alla Mostra, ne comprovano l'eccellente risultato. Ne riportiamo qui, a titolo di esempio, alcune, che il libro citato in apertura riporta:
 

Per una Società di marmi: alcune immagini della sala del Consiglio di Amministrazione 
e dell'Ufficio di Contabilità.
 
 


Due immagini della Agenzia in città della Società di Navigazione Italia: in alto il retro-bancone per le informazioni e la vendita dei biglietti. Sotto: l'area di attesa. il pavimento è realizzato in "Linoleum" bianco, materiale autarchico, nel quale sono state intarsiate sagome di navi in colore nero.

Il libretto, edito da Sperling e Kupfer - Milano, presenta una splendida grafica complessiva, sia della impaginazione che della composizione, che utilizza font tipici dell'epoca piacevolmente distribuiti tra le pagine scritte che nelle Tavole. Gli autori scelgono di caratterizzare le pagine con motti capaci di interloquire subito col pubblico, fatto sia di esperti che di profani della materia, ben chiarendo quanto meglio i temi del mondo autarchico allora dominante possano illustrare, specialmente tra chi aveva responsabilità produttive e di ricerca. Proponiamo qui qualche esempio: 
  • caratterizzazione degli uffici
  • il benessere spirituale fattore di rendimento
  • personalità della scrivania
  • elasticità di pianta
  • affinità tra porte e pavimenti
  • fisionomia degli strumenti di lavoro
  • problemi generali sui rapporti tra un ufficio e l'altro
  • scrivania a pianta centrale
  • misure e limiti della scrivania longitudinale
  • possibilità di metamorfosi che offrono i buoni mobili di serie 

 

L'ufficio pubblicità di una industria tessile, da due distinti punti di vista
 

 Sono poi elencati gli argomenti che la Mostra analizza e illustra:

  • alcune poltroncine per scrivania
  • scrivania per dasttilografa
  • scrivania per dirigente
  • scrivania per disegnatore
  • l'ufficio di contabilità
  • mobiletto porta-telefono

  
Poltroncina per scrivania presente alla Mostra allestita in VII Triennale
 

e più dettagliatamente quanto esempi specifici sappiano illustrare:

  • la sala del Consiglio di una Società di marmi
  • l'ufficio vendita di una Società di marmi
  • l'agenzia di una Società di navigazione
  • la segretaria del direttore di una Società di leghe leggere
  • l'ufficio del direttore di una Società di leghe leggere
  • l'ufficio prova e studi di una industria tessile
  • l'ufficio pubblicità di una industria tessile  
  •  

 

Sopra: Nell'ufficio prove e studio di una industria tessile il mobile-scrivania a pianta centrale in rovere nazionale e cristallo temperato, poltroncine di rovere e pelle, pavimento di linoleum in tinta unita.     Sotto: l'ufficio del dirigente di una Società di leghe leggere: mobile Kardex Italiano, cristalli Vis (vetro italiano di sicurezza, rivestimento parziale dei mobili e pavimento in Linoleum, campionario profilati in leghe leggere di Montecatini, schedari Kardex Italiano e lampada Pollice

Tra gli autori del libro segnaliamo Carlo De Carli, che ben conosciamo nella sua qualità di Preside della Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano nei "difficili anni della contestazione sessantottina", e già ordinario di "Architettura degli interni, arredamento e decorazione", succeduto alla cattedra che era stata prima di lui di Gio Ponti, professionista appassionato indagatore dell'etica insita nel difficile e complesso rapporto tra essere umano e spazio, quale origine stessa di ciò che possa definirsi architettura.

Enrico Mercatali (nipote di Enrico Mercatali, pittore e grafico Anni '30)

Lesa (Lago Maggiore) 4 gennaio 2021