Di Meola Rubalcaba
duo di classe
a Stresa Festival
per i Midsummer Jazz Concerts
Trionfo, si dice. E trionfo è stato, ieri sera, per il secondo concerto jazz dell'estate stresiana sul Lago Maggiore, dopo Bollani De Holanda.
Il folto pubblico ha a lungo applaudito la straordinaria formazione jazz, strappando due ulteriori magnifici pezzi ai generosi artisti, per un bis d'eccezione, non certo un contentino, ma un secondo e, se vogliamo, ancor più appassionato "secondo tempo" per chi di buona musica se ne intende.
Avevamo già assaggiato le capacità davvero fuori classe del pianista cubano, un paio d'anni fa, ove fece coppia col fisarmonicista Galliano, e fin da allora sappiamo quanto vale la sua sottile e colta fraseggiatura pianistica, di intelligente accompagnamento, ove richiesto, ma anche di imponente protagonismo, quando libero d'emergere in tutta la sua potenza.
Siamo tornati a sentirlo per ritrovare questi unici e sorprendenti elementi che ci avevano affascinato.
Li abbiamo ritrovati, ancor più raffinati d'allora, sempre più capaci di stupire per la loro colta e profonda sensibilità.
Eravamo curiosi, tra l'altro, di sperimentare il connubio già ben noto per il suo affiatamento, tra il chitarrista americano di origine italiana, che mai avevamo ascoltato dal vivo ed il pianista cubano. Ancora una sorpresa, perchè mai ci saremmo aspettato tanto affratellamento, quasi gemellare, per l'incanto della consonanza nel fraseggio, del vero colloquio a due in un "a tu per tu", tanto capace d'emozionare per la sua spontaneità, per la sua ricchezza d'invenzione, armonica, e perfino timbrica, ottenuta scavando non solo nell'uso compositivo 'una grammatica raffinata, ma anche, e forse soprattutto, nella capacità di ricerca tutta all'interno stesso delle strutture strumentali. Chitarra classica, dotata di discreti supporti elettronici, e pianoforte, entrambi sfruttati in ogni loro più recondita potenzialità timbrica.
Un godimento d'ascolto decisamente fisico traduce le note dei due in una partecipazione totale di chi ascolta, che non vuole perdere neppure un soffio di quelle complesse sonorità d'assieme, fatte di suoni a volte singoli, puri e cristallini, perfettamente incastonati lo sfondo, di impasti sonori estremamente variegati e complessi, d'una densità inestricabile, che è la sigla stessa di questo duo.
I due si sono saputi immergere totalmente nelle loro parti, ma altresì lasciandosi reciproci spazi importanti, sia nel loro duettare perfetto, preciso, colloquiale, consonante, fatto d'emersioni reciprocamente assecondanti e dosate, ma anche, nel bel mezzo della serata, in due ampie rappresentazioni di piano-solo e di chitarra-sola, fatte per esternare, ben spiegandoli al pubblico, i due rispettivi differneti mondi di intelligenza sonora, che ne guidano il senso, per comprendere meglio da dove essi provengono e dove probabilmente stanno andando. Le origini cubane di Gonzalo Rubalcaba, fatte d'una energica e totalizzante ritmicità, si imperniano su solide strutture d'impianto classico, impreziosendosi al contempo d'echi di raffinate basi tratte dalle origini mitteleuropee del moderno. Le propensioni latino-americane di Al Di Meola spaziano invece nell'immenso, a volte inarrivabile, repertorio di quell'inesauribile bacino melodico, innescando con facilità e naturalezza ogni risorsa ritmica che da essa possa trarre il miglior spunto, dal flamenco al tango, che con tecnica sempre impeccabile sa raggiungere le maggiori vette del risultato.
Entrambi i professionisti, studiosi attenti delle rispettive branche di sapere non solo tecnico dell'interpretazione, sono anche eccellenti compositori, ma anche e soprattutto straordinari improvvisatori. Tutte doti, queste, che lasciano, in concerto, il segno indelebile dell'alta qualità.
Sul palco di Stresa, ieri sera, ne hanno dato l'ennesima godibilissima prova. Evviva la musica, quando così bella, e la sua universalità di linguaggio!
Enrico Mercatali
Stresa Festival - Midsummer Jazz Concerts
25 luglio 2014
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