THE MAGAZINE OF THOUGHTS, DREAMS, IMAGES THAT PASS THROUGH EVERY ART OF DOING, SEEING, DISCOVERING

27 July 2013

Alain de Botton: attualità del moderno "pensare positivo". La sua londinese "School of Life" diventa forse ora marchio mondiale



Il pop-filosofo Alain de Botton



è noto per alcuni suoi best sellers: 
"Architettura e felicità"
"Arte come terapia"
 "Come Proust può cambiarvi la vita"
 "Esercizi d'amore"
 "Come pensare (di più) il sesso"



Sopra: Le copertine dei libri di Alain de Botton "Architettura e felicità" e 
"L'Arte come terapia" (assoeme a John Armstrong), per Guanda Editore


Ora apre le sue "Schools of Life"


Assai frequentata la School of Life che il filosofo Alain de Botton, svizzero di nascita ma inglese d'adozione, ha attivato a Londra, a due passi da Russel Square, per aiutare le persone a ricercare, ma spesso anche a trovare, la felicità, e a dare maggior senso alla propria vita. In questa scuola egli, coadiuvato da vari esperti in diverse discipline, suoi collaboratori, intende dare vita a seminari  e workshops nei quali stimolare, oltre all'interesse dei partecipanti, anche il piacere d'intervenire, di colloquiare con gli altri, di partecipare, attorno a temi noti a tutti, ma spesso non affrontati nel modo più adeguato, per divenire utili alla propria crescita personale, all'individuazione d'una propria identità, d'un proprio ruolo rispetto ad essi, ed in definitiva alla chiave della felicità: il sesso, l'amore, l'arte, perfino l'architettura, in quanto arte, quali argomenti da chiunque vissuti tutti i giorni, ma in modo forse frettoloso, incosciente, superficiale, così da non permettere di assaporarne nel giusto modo il gusto.





Nell'approccio filosofico del pensiero positivo, l' "Arte come terapia" è l'ultimo suo sforzo editoriale che segue una lunga serie di riflessioni filosofiche attorno alle sedute sperimentali di letteratura, poesia, arti visive, nelle quali sono state coinvolte singole persone o folle di curiosi che hanno popolato i suoi ultimi seminari tenutisi a Belsize Park a Londra, dalle cui risultanze è nata l'idea di creare una mostre che aprirà ad Amsterdam, al Rijksmuseum, il prossimo aprile 2014, in collaborazione con lo storico dell'arte John Armstrong. L'idea consiste nel pensare che l'arte possa essere utilizzata da tutti, da chiunque, e non soltanto da alcuni cultori delle sue seduzioni, e non solamente mettendosi a disegnare o dipingere, come fanno, se non i veri artisti,  i cosiddetti "pittori della domenica".



Le copertine di due libri scritti dal pop filosofo Alain de Botton: "Esercizi d'amore" 
e "Come pensare (di più) il sesso.  Entrambi per Guanda editore


Qui l'uso dell'arte deve intendersi come qualcosa capace d'aiutare chi ne usufruisce nel compimento di un percorso interiore, ricorrendo alle belleze intrinseche di un dipinto, o di una scultura, o di una architettura (così come Alain de Botton ci insegna anche, nel suo libro "Architettura e felicità", pensando alle qualità di un ambiente storico urbano, o di un salotto in puro stile jugendstil, o all'esperienza di un vissuto razionalista d'una casa di Le Corbusier), per inseguire il rapporto che quel genere di bellezza ha con la propria propensione al bello, per cercare di interpretare quanto di quella particolare forma, o quel suo modo d'essere stata intesa dall'artista, sia anche parte di noi, o sia già in noi, in quanto anche da noi in quel modo intesa. Questo genere di approccio è quanto il filosofo ha anche approfondito nella disamina dell'architettura, nel contesto di una estasi di tipo estetico, e di un godimento che ne renda intelligibile a noi che la fruiamo i termini del coinvolgimento emotivo che in noi un edificio, o un ambiente, o un brano di città, sà suscitare.



Aspetti della "School of life" di Alain de Botton, nei pressi di Belsize Park a Londra


Le sessioni individuali di psicoterapia, arteterapia, biblioterapia si traducono, nel centro londinese, in sessioni collettive di discussione e analisi della salute emotiva sottesa ai diversi ambiti trattati, alle diverse discipline che vengono proposte ed affrontate dagli specialisti. Da quattro anni in esso si sperimenta il successo dell'iniziativa, ed ora, verificatosi il pieno soddisfacimento degli obiettivi iniziali che il fondatore si era posto, sembra che si pensi ad un marchio da difondere nel mondo. Alain de Botton vorrebbe esportare questa sua esperienza arte-terapica in Corea, in Australia, negli Stati Uniti, in Spagna. 




Alcuni stages di alcuni esperimenti intrapresi alla "School of Life" di Alain de Botton


Così, tra una sessione dedicata a come migliorarsi con l'arte della conversazione ("How to have a better conversation") ed un'altra creata per divertirsi, migliorarsi, crescere passeggiando ("Eureka tour", in cui si può parlare di tutto ciò che appare, dai bidoni della spazzatura, ai pacchetti di sigarette, alle sedie di plastica, alle vetrine dei negozi), quello che forse insegna il guru del pop-training e dell'art-analysis è darsi da fare, non restare inerti, essere curiosi, aggiungere trasversalità ai nostri interessi, così creando maggiori opportunità di verifica di noi stessi, di incontro con chi la pensa così diverdamente da noi da suscitare il nostro interesse. Insomma mettersi in gioco, mettersi alla prova, perchè certamente così qualche novità appare all'orizzonte del nostro sguardo abitudinario e un po' miope.
Dice Alain de Botton: "Come società siamo molto bravi a vestire le persone di ogni età ed in ogni situazione, ma meno bravi siamo nel vestire le emozioni. In quelle siamo ancora primitivi".


Enrico Mercatali
Lesa,  27 luglio 2013
(modificato 17 gennaio 2013)

14 July 2013

Cercare mulini del passato per trovare il futuro (una storia piemontese)




Quando, cercando i vecchi mulini tra risaie 
e vigneti, possono avverarsi grandi sogni


"Andar per mulini ricercando il passato"
può suscitare idee molto remunerative 



di Eliana Frontini e Enrico Mercatali





Il vecchio mulino di Granozzo, nel territorio novarese a sud del Lago Maggiore, appartenuto un tempo a Dante Graziosi   (in una fotografia di Eliana Frontini)


 
Nello stesso giorno in cui Taccuini Internazionali ha deciso di pubblicare questo articolo di Eliana Frontini (giornalista e artista novarese) sui mulini dell'area a Sud del Lago Maggiore, in quella che è divenuta la più grande area europea di produzione risicola, la Stampa pubblicava un articolo anch'esso dedicato ad un mulino storico: quello che Aldo sognava sin da quando era bambino, e che ora Aldo ha comprato facendolo diventare oggetto e simbolo di una delle più floride aziende di produzioni biologiche del Piemonte e d'Italia. Quando Aldo Bongiovanni chiese al padre di aiutarlo a comprare il mulino il padre gli disse che era matto, ma la madre lo aiutò a comprarlo. Ora, come descrive Gabriele Martini nel suo articolo apparso su La Stampa, egli governa una azienda, la Bongiovanni e C., che ha fatto nel 2012 un fatturato di un milione e ottocentomila euro, incrementando del 40% quello dell'anno precedente. Un risultato un ascesa costante derivato dalla vendita diretta, e non solo all'ingrosso, ad una clientela sempre più esigente. Ogni giorno, dalla ditta, partono più di 100, 120 scatoloni colmi di cento tipi diversi di farina, semole, cereali, legumi, muesli, cous cous. Ed inoltre impastatrici, kit per le birre, essicatori, ecc.  "Si accontenta una clientela", dice Aldo, "di nicchia; il celiaco, il vegetariano, il vegano". Il suo Mulino, a Villanova di Mondovì, posto proprio dove le colline diventano pianura. L'ultima idea di Aldo è stata quella di produrre direttamente, col mulino, energia elettrica, azzerando ogni bolletta, ed anzi incassando, vendendo energia, grazie ad una turbina a pannelli solari.



Il vecchio mulino di Landiona, nell'area di pianura a sud del Lago Maggiore 
(fotografia di Eliana Frontini) 


L'idea di imbrigliare la forza dell'acqua  per azionare macchinari ed utensili risale a tempi remoti e così pure la sua applicazione pratica, i mulini, utilizzata per almeno 2000 anni, fino all'era industriale.
Nella nostra zona (quella delle pianure novaresi, a Sud del Lago Maggiore) sono davvero molti i mulini che hanno segnato un ruolo fondamentale per il mondo contadino: era centro di aggregazione ed il mugnaio ricopriva un'importante funzione nell'economia del territorio. Un  secolo fa il mugnaio viveva nel mulino con tutta la famiglia. Sotto lo stesso tetto, e al riparo delle stesse solide mura di pietra, c'erano sia la sua abitazione che la stanza in cui venivano macinati i cereali. Il suo lavoro richiedeva parecchia forza fisica: basti pensare a tutti i sacchi di farina che doveva sollevare e trasportare durante la sua vita!Con il passar del tempo questo mestiere andò un po' alla volta scomparendo: I mulini vennero modermizzati e ai meccanismi mossi dall'acqua subentrarono i motori elettrici. Alcuni mugnai tentarono di difendere il loro tradizionale modo di vivere e in Pianura padana alcuni mulini ad acqua contin uarono a funzionare fino a dopo la seconda guerra mondiale. Quelli industriali odierni non hanno il fascino dei loro predecessori. utilizzano macchinari moderni, spesso computerizzati. In genere le macine sono state sostituite con laminatoi con cilindri d'acciaio.

....
Continua (Articolo completo in archivio)

11 July 2013

Non tutti sanno che presso Malpensa c'è VOLANDIA, Museo del Volo


V O L A N D I A

Museo del Volo 

Per divertire le famiglie:
grandi e piccini possono provare l'ebbrezza di "salire a bordo"




Il Parco-Museo di Volandia, aperto dal 2010 presso l'aeroporto milanese di Malpensa, nel Varesotto, sta mostrando un vero e proprio boom di presenza, da qualche mese a questa parte: più di 100.000 i visitatori dell'ultimo anno sono in continuo aumento. La sua vicinanza con le piste di atterraggio e di decollo più importanti dell'alta italia lo rendono ancor più attrattivo, e la vicinanza dei laghi (laghi di Varese, lago Maggiore e lago d'Orta) fanno sì che ad una sua visita possa essere abbinata una giornata di vacanza, od una gita di piacevole escursionismo lacustre.




Una grande quantità di pezzi di pregiato modellismo aeronautico, abbinata ad alcuni esemplari al  naturale, rendono la storia dell'aviazione più comprensibile e più viva, sia per i più appassionati, sia per i più giovani. L'evoluzione delle tecnologie che hanno consentito il volo umano, dai primi esperimenti di Leonardo da Vinci allo Space Shuttle,  è resa comprensibile al pubblico attraverso la grande quantità di materiale esposto, nonchè la presenza di simulatori, di grande efficacia interattiva.

...
Continua (Articolo completo in archivio)